Copyright © 1996, 1997, 1998 University Technology Services, The Ohio State University.
Traduzione a cura di Marco Trentini <mark@remotelab.org>
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Questo documento introduce il vasto mondo dei sistemi operativi Unix e lo fa in stile manualistico. Unix non è un sistema operativo unico, come molti potrebbero pensare, bensì è una grande famiglia di sistemi operativi (come ad esempio FreeBSD, NetBSD, OpenBSD, BSD, AIX, System V, SunOS, varie distribuzioni di Linux, ecc.), aventi comandi e caratteristiche simili e disponibili per molte architetture hardware (come ad esempio x86, alpha, ecc.).
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QUESTA PUBBLICAZIONE VIENE FORNITA “COSÌ COM'È” SENZA NESSUN TIPO DI GARANZIA. QUESTA PUBBLICAZIONE PUÒ CONTENERE IMPRECISIONI TECNICHE O ERRORI TIPOGRAFICI.
Unix è un marchio registrato della The Open Group, AT&T è un marchio registrato della American Telephone and Telegraph, Inc.
Questo documento è rivolto in prevalenza a quelle persone che si avvicinano per la prima volta a Unix, ma non solo.
Prima di iniziare ad esporre la traduzione di questo documento volevo dire alcune cose. Alcune parole del testo originale in lingua inglese non sono state tradotte in italiano, vuoi perchè la rispettiva traduzione in italiano non è efficiente in termini di comprensibilità, vuoi perchè è di uso comune far riferimento a queste direttamente in lingua inglese (vedi login, quoting, built-in, here document, shell, background, pipe, script, ecc.). Inoltre mi è sembrato opportuno e logico modificare l'ultima sezione di questo documento, bibliografia di Unix (testi in lingua inglese), in una breve bibliografia italiana di Unix. Infine ho aggiunto un glossario dove poter trovare un elenco dei termini inglesi più caldi incontrati in questo documento e il loro significato corrispondente.
Non mi resta che augurarvi una buona lettura.
Per fornire un testo consistente e facile da leggere, sono state seguite numerose convenzioni in tutto il libro.
Un font italico è per i nomi dei file, per gli URL, per il testo enfatizzato, e per il primo utilizzo dei termini tecnici.
Monospazio
Un font monospazio
è usato per i messaggi di
errore, i comandi, le variabili di ambiente, i nomi di host, i nomi degli utenti, i nomi
dei gruppi, i nomi dei device, le variabili, e i frammenti di codice.
Un font in grassetto è per le applicazioni, i comandi, e i tasti.
I tasti sono visualizzati in grassetto per differenziarli dal testo normale. Le combinazioni di tasti che devono essere digitate contemporaneamente sono visualizzate con un `+' tra i tasti, come:
Ctrl+Alt+Del
I tasti che devono essere digitati in sequenza saranno separati da virgole, come per esempio:
Ctrl+X, Ctrl+S
Vuol dire che l'utente deve digitare i tasti Ctrl e X contemporaneamente e poi i tasti Ctrl e S.
1965 Bell Laboratory con la collaborazione del MIT e della General Eletric lavorano per la realizzazione di un nuovo sistema operativo, Multics, il quale vuole fornire, come principali caratteristiche, capacità multi-utente (multi-user), multi-processo (multi-processor) e un file system multi-livello (gerarchico) (multi-level file system).
1969 AT&T era infelice del progresso di Multics e abbandona il progetto. Ken Thompson, Dennis Ritchie, Rudd Canaday e Doug McIlroy, alcuni programmatori dei Bell Lab che avevano lavorato nel progetto Multics, progettano e implementano su un PDP-7 la prima versione del file system Unix insieme ad alcune utility. Il nome Unix è stato assegnato da parte di Brian Kernighan come gioco di parole su Multics.
1 Gennaio 1970 Inizio di Unix.
1971 Il sistema ora gira su un PDP-11 con 16 Kbyte di memoria, di cui 8 Kbyte per i programmi utente, e con un disco di 512 Kbyte.
Il suo primo reale impiego è come strumento di manipolazione del testo in esclusiva per il dipartimento dei Bell Lab. Quel tipo di utilizzo giustifica ulteriormente la ricerca e lo sviluppo attraverso la programmazione di gruppo. Unix attira i programmatori perchè è stato progettato con queste caratteristiche:
ambiente di programmazione;
semplice interfaccia utente;
semplici utility che possono essere combinate per realizzare potenti funzioni;
file system gerarchico (ad albero);
semplice interfacciamento con i dispositivi, in armonia con il formato dei file;
sistema multi-utente e multi-processo;
architettura indipendente e trasparente all'utente.
1973 Unix è riscritto prevalentemente in C, un nuovo linguaggio di programmazione sviluppato da Dennis Ritchie. La codifica in questo linguaggio di alto livello diminuisce fortemente lo sforzo necessario per portare Unix su nuove macchine.
1974 Thompson e Ritchie descrivono in una relazione pubblicata in un comunicato dell'ACM il nuovo sistema operativo Unix. Unix genera entusiasmo nella comunità accademica che lo vede come un potente strumento di insegnamento per lo studio della programmazione di sistemi. Poichè il decreto del 1956 impedisce ad AT&T di commercializzare il prodotto, viene concessa una licenza all'Università per scopi educativi e una per esistenza commerciale.
1977 Ci sono circa 500 siti Unix nel mondo.
1980 BSD 4.1 (software sviluppato da Berkeley).
1983 SunOS, BSD 4.2, Sys V.
1984 Ci sono circa 100.000 siti Unix che girano su differenti piattaforme hardware, con differenti capacità.
1988 AT&T e Sun Microsystem sviluppano System V Release 4 (SVR4). Questo sarà in futuro implementato in UnixWare e Solaris 2.
1993 Novell compra Unix da AT&T.
1994 Novell porta il nome UNIX a X/OPEN.
1995 Santa Cruz Operation compra UnixWare da Novell. Santa Cruz Operation e Hewlett-Packard annunciano lo sviluppo di una versione di Unix a 64 bit.
1996 International Data Corporation prevede che nel 1997 ci saranno 3 milioni di sistemi Unix nel mondo.
Unix è un sistema operativo a strati. Lo strato più interno è l'hardware il quale fornisce servizi al OS. Il sistema operativo (OS), riferito in Unix come al kernel, interagisce direttamente con l'hardware e fornisce i servizi ai programmi utente. I programmi utente non necessitano di conoscere informazioni sull'hardware. Devono solo sapere come interagire con il kernel ed è quest'ultimo a fornire i servizi richiesti. Uno dei più grandi fattori che ha contribuito alla richiesta di Unix da parte dei programmatori è stato che molti programmi utente corretti sono indipendenti dall'hardware sottostante, e ciò li rende facilmente trasportabili su nuovi sistemi.
I programmi utente interagiscono con il kernel attraverso un set di system call (chiamate di sistema) standard. Queste system call chiedono dei servizi, servizi che saranno forniti dal kernel. Così i servizi possono includere un accesso a un file: aprire, chiudere, leggere, scrivere un file, creare un link o eseguire un file; creare o aggiornare degli account (informazioni relative ad un utente come nome, password, ecc.); cambiare il proprietario di un file o di una directory; spostarsi in una nuova directory; creare, sospendere o terminare un processo; abilitare l'accesso a un dispositivo hardware e impostare dei limiti sulle risorse di sistema.
Unix è un sistema operativo multi-user (multi-utente) e multi-tasking (multi-processo). Si possono avere molti utenti “loggati” simultaneamente nel sistema (multi-user), ognuno dei quali esegue alcuni programmi (multi-tasking). È compito del kernel mantenere ogni processo e ogni utente separato e regolare l'accesso all'hardware di sistema, inclusa la cpu, la memoria, il disco e altri dispositivi di I/O.
FIGURA 2.1 Struttura di un sistema Unix _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ | | | Programmi | | _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ | | | | | | | Kernel | | | | _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ | | | | | Hardware | | | | | |_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _| | | | | | | | | System Call | | | |_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _| | | | |_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _|
L'aspetto del file system di Unix è paragonabile alla struttura rovesciata di un albero. Si parte dall'alto con la directory root, denotata con /, per poi scendere attraverso sotto-directory sottostanti la root.
FIGURA 2.2 Struttura del file system di Unix /(root) 1 livello | | | | | bin dev etc tmp usr 2 livello | | | | | | | | | sh date csh ttya cua0 passwd group bin lib 3 livello | gcc 4 livello .... n livello
Ogni nodo è o un file o una directory di file, dove quest'ultima può contenere altri file e directory. Un file o una directory vengono specificati attraverso il loro path name (percorso del nome del file o della directory), il quale può essere un path name assoluto oppure un path name relativo ad un'altra locazione. Un path name assoluto inizia con la directory root, /, seguono poi i “rami” del file system, ognuno separato da /, fino a raggiungere il file desiderato, come per esempio:
/home/condron/source/xntp
Un path name relativo specifica un percorso relativo ad un altro path name, che usualmente è la directory di lavoro corrente in cui ci si trova. Sono ora introdotte due directory speciali:
. la directory corrente
.. la directory padre della directory corrente
Quindi se si è in /home/frank e si desidera specificare un path nel modo relativo si può usare:
../condron/source/xntp
Questo indica che si deve prima salire di un livello di directory, quindi passare attraverso la directory condron, seguire la directory source e quindi xntp.
Ogni directory e ogni file sono inclusi nella loro directory padre. Nel caso della directory root, la directory padre è se stessa. Una directory è un file contenente una tabella che elenca i file contenuti nella directory stessa, dove ai nomi dei file in lista vengono assegnati i corrispondenti numeri di inode. Un inode è un file speciale, progettato per essere letto dal kernel al fine di conoscere alcune informazioni su ciascun file. Un inode specifica i permessi del file, il proprietario del file, la data di creazione, quella dell'ultimo accesso e quella dell'ultima modifica del file e la posizione fisica dei blocchi di dati sul disco che contengono il file.
Il sistema non richiede qualche struttura particolare per i dati contenuti nel file. Il file può essere ASCII o binario o una combinazione di questi e può rappresentare dati testuali, uno script di shell, un codice oggetto compilato per un programma, una tabella di directory, robaccia o qualunque cosa si voglia.
Non c'è un'intestazione, una traccia, un'etichetta o il carattere EOF come parte del file.
Un programma o un comando interagisce con il kernel per fornire l'ambiente e realizzare le funzioni richieste dall'utente. Un programma può essere: un file di shell eseguibile, conosciuto come uno script di shell, un comando interno (built-in) alla shell o un file sorgente compilato in codice oggetto.
La shell è un interprete a linea di comando. L'utente interagisce con il kernel attraverso la shell. Si può scrivere uno script ASCII (testo) in modo tale da essere interpretato da una shell.
I programmi di sistema sono generalmente in forma binaria, compilati partendo da un codice sorgente in C. Questi si trovano in posti come /bin, /usr/bin, /usr/local/bin, /usr/ucb, ecc. Questi comandi forniscono quelle funzionalità che normalmente si pensano essere di Unix. Alcuni di questi sono sh(1), csh(1), date(1), who(1), more(1), ls(1) e molti altri.
Una volta che l'utente si è collegato a un sistema Unix, gli viene chiesto di inserire un login username (nome utente) e una password (codice segreto). Il login username è il nome univoco dell'utente sul sistema. La password è un codice modificabile conosciuto solo dall'utente. Alla richiesta di login, l'utente deve inserire lo username e alla richiesta della password, deve essere inserita la password effettiva.
Nota: Unix è un sistema case sensitive (fa distinzione tra caratteri minuscoli e maiuscoli). Quindi sia il login username che la password devono essere inseriti esattamente come sono stati creati; il login username è normalmente in minuscolo.
Molti sistemi sono configurati in modo tale da richiedere all'utente il tipo di terminale da usare, il quale dovrebbe essere settato al tipo di terminale usato nella fase di login. Molti computer lavorano se si sceglie il tipo vt100. Gli utenti connessi tramite una workstation Sun molto probabilmente useranno il tipo sun; quelli che usano un Terminale-X molto probabilmente useranno xterms oppure xterm.
Il tipo di terminale indica al sistema Unix come interagire quando una sessione viene aperta.
Può essere necessario risettare il tipo di terminale, digitando il comando:
setenv TERM <tipo di terminale> | -se si usa la shell C (vedere Capitolo 5) |
(Inoltre su alcuni sistemi Unix, ad esempio MAGNUS, è necessario dare il comando unsetenv TERMCAP.)
oppure
TERM=<tipo di terminale>; export TERM | -se si usa la shell Bourne (vedere Capitolo 5) |
dove <tipo di terminale> è il tipo di terminale, come vt100, che si desidera settare.
Quando viene assegnato il proprio account, si riceve una password iniziale. Questa password è importate sia per la sicurezza del sistema sia per una sicurezza personale, perciò la password per il proprio account può essere cambiata a propria scelta. Il comando per cambiare una password è passwd(1). Verrà chiesto di inserire sia la propria vecchia password, sia la nuova password desiderata, quest'ultima due volte. Se si sbaglia la propria vecchia password o non si inserisce quella nuova nello stesso modo per due volte, il sistema indicherà che la password non ha subito cambiamenti.
Alcuni amministratori di sistema hanno programmi che verificano l'accuratezza di una password (che deve essere sufficientemente criptica per assicurare una certa sicurezza al sistema). Un cambiamento di password può essere rifiutato da questi programmi.
Quando si sceglie una password, è importante che questa non sia in qualche modo indovinabile né per qualche sconosciuto che tenta di scoprirla né per un conoscente. I suggerimenti per scegliere e mantenere una password sono i seguenti:
non usare una parola (o parole) di un linguaggio;
non usare il proprio nome;
non usare informazioni che possono essere trovate nel proprio portafoglio;
non usare informazioni comunemente conosciute circa se stessi (come il soprannome, patente di guida, ecc.);
non usare caratteri di controllo. Alcuni sistemi non li accettano;
non scrivere la password in qualche posto;
non dare la propria password a *nessuno*;
usare un mix di tipi di caratteri (alfabetici, numerici, speciali);
usare un mix di caratteri maiuscoli e caratteri minuscoli;
usare un minimo di 6 caratteri;
scegliere una password in modo da poterla ricordare;
cambiare di frequente la propria password;
assicurarsi che nessuna persona vicino a voi vi guardi quando si inserisce la propria password.
Ctrl+D - indica la fine di un flusso di dati; può far uscire dal sistema un utente. L'ultimo caso è disabilitato su molti sistemi
Ctrl+C - interruzione
logout(1) - rilascia il sistema
exit(1) - rilascia la shell
Il sistema identifica un utente attraverso il numero di utente e il numero di gruppo (rispettivamente userid e groupid) assegnati dall'amministratore di sistema. Generalmente non è necessario conoscere il proprio userid e groupid, poichè il sistema traduce in modo automatico lo userid in username (e viceversa) ed il groupid in groupname (e viceversa). Probabilmente si conosce già lo username: è il nome utilizzato per il login. Il groupname non è ovvio, e in realtà si può appartenere a più di un gruppo. Il proprio gruppo primario è quello associato con il proprio username nel file database delle password, configurato dall'amministratore di sistema. Similmente, c'è un file database per i gruppi, dove l'amministratore di sistema può assegnare gruppi aggiuntivi ad un utente.
Nei seguenti esempi il simbolo % è il proprio prompt di shell e non va digitato.
Si può determinare il proprio userid e la lista dei gruppi di appartenenza con i comandi id(1) e groups(1). Su alcuni sistemi id(1) mostra le informazioni sull'utente e le informazioni sul gruppo primario, esempio:
% id uid=1101(frank) gid=10(staff)
su altri sistemi mostra anche le informazioni sui gruppi aggiuntivi di appartenenza:
% id uid=1101(frank) gid=10(staff) groups=10(staff),5(operator),14(sysadmin),110(uts)
Il comando groups(1) mostra le informazioni di tutti i gruppi di appartenenza, esempio:
% groups staff sysadmin uts operator
Un comando è un programma che chiama il sistema Unix per qualche compito. Un comando ha la forma:
comando [opzioni] [argomenti]
dove un argomento indica su cosa il comando deve realizzare la sua azione, generalmente un file o una serie di file. Un'opzione modifica il comando, cambiandone il modo di esecuzione.
I comandi sono case sensitive (sensibili alle lettere maiuscole e minuscole). comando e Comando non sono la stessa cosa.
Le opzioni sono generalmente precedute da un trattino (-) e per molti comandi, più opzioni possono essere messe insieme nella forma:
comando -[opzione][opzione][opzione]
esempio:
ls -alR
che mostrerà un listato lungo di tutti i file che si trovano nella directory corrente e ricorsivamente anche quelli che si trovano in tutte le sotto-directory.
In molti comandi si possono separare le opzioni, facendole precedere ognuna da un trattino, esempio:
comando -opzione1 -opzione2 -opzione3
come in:
ls -a -l -R
Alcuni comandi hanno opzioni che richiedono parametri. Le opzioni che richiedono parametri sono di solito specificate separatamente, esempio:
lpr -Pprinter3 -#2 file
che trasmetterà 2 copie del file specificato a printer3.
Ci sono delle convenzioni standard per i comandi. Comunque, non tutti i comandi Unix seguono questo standard. Alcuni non richiedono il trattino prima dell'opzione e alcuni non permettono di mettere insieme più opzioni, per esempio alcuni possono richiedere che ogni opzione sia preceduta da un trattino e separata con uno spazio bianco da un'altra opzione o argomento.
Le opzioni e la sintassi di un comando sono mostrate nelle pagine man del comando.
I tasti di controllo sono usati per realizzare speciali funzioni su linea di comando o all'interno di un editor. Queste funzioni possono essere generate premendo contemporaneamente il tasto control e alcuni altri tasti. Questa combinazione è generalmente indicata con Ctrl+Tasto (oppure ^+Tasto). Control+S può essere scritto come Ctrl+S (oppure ^+S). Con i tasti di controllo le lettere maiuscole e minuscole sono la stessa cosa, così Ctrl+S è lo stesso di Ctrl+s. Questo particolare esempio (Ctrl+S) è un segnale di stop e dice al terminale di non accettare più input. Il terminale rimarrà sospeso finchè un segnale di start Ctrl+Q non sarà generato.
Ctrl+U è normalmente il segnale di “cancellazione di linea” per il proprio terminale. Quando lo si digita, l'intera linea di input viene cancellata.
Nell'editor vi(1) si possono inserire i tasti di controllo all'interno del file di testo facendo seguire a Ctrl+V il carattere di controllo desiderato; così per inserire in un documento Ctrl+H si digita Ctrl+V, Ctrl+H.
stty(1) mostra o configura le opzioni di controllo del terminale. L'abbreviazione “tty” risale fino ai giorni dei “teletypewrite”, che erano associati alla trasmissione di messaggi telegrafici ed erano primitivi modelli di terminali di computer.
Per i nuovi utenti, l'uso principale del comando stty(1) riguarda l'assegnazione della funzione di “cancellazione di linea” ad un tasto specifico per i loro terminali. Per i programmatori di sistema o per chi scrive script di shell, il comando stty(1) fornisce uno strumento prezioso per la configurazione di molti aspetti legati al controllo di I/O di un dispositivo specifico, inclusi i seguenti:
carattere di erase (eliminazione carattere) e di line-kill (eliminazione linea);
velocità di trasmissione dati;
controllo di parità sulla trasmissione dati;
controllo del flusso hardware;
carattere di nuova linea (<NL>), di return (<CR>) e di alimentazione linea (<LF>);
interpretazione del carattere tab;
modifica di un input grezzo;
trasformazione di lettere minuscole in lettere maiuscole.
Il comando stty(1) è molto dipendente dal sistema, quindi consultare le relative pagine man sul proprio sistema per i dettagli.
Sintassi
stty [opzioni]
Opzioni generali
(none) |
mostra i settaggi del terminale |
all (-a) |
mostra tutte le opzioni |
echoe |
richiama ERASE come BS-spazio-BS |
dec |
imposta la modalità specifica dei sistemi operativi conformi al Digital Equipment Corporation (che distinguono ERASE da BACKSPACE) (non disponibile su tutti i sistemi) |
kill |
imposta il carattere per LINE-KILL |
erase |
imposta il carattere per ERASE |
intr |
imposta il carattere per INTERRUPT |
Esempi:
Con il comando stty(1) si possono
visualizzare e cambiare i settaggi del proprio terminale di controllo. Per visualizzare
tutti (-a
) i settaggi correnti:
% stty -a speed 38400 baud, 24 rows, 80 columns parenb -parodd cs7 -cstopb -hupcl cread -clocal -crtscts -ignbrk brkint ignpar -parmrk -inpck istrip -inlcr -igncr icrnl -iuclc ixon -ixany -ixoff imaxbel isig iexten icanon -xcase echo echoe echok -echonl -noflsh -tostop echoctl -echoprt echoke opost -olcuc onlcr -ocrnl -onocr -onlret -ofill -ofdel erase kill werase rprnt flush lnext susp intr quit stop eof ^H ^U ^W ^R ^O ^V ^Z/^Y ^C ^\ ^S/^Q ^D
Per cambiare i settaggi usando stty(1), ad esempio per cambiare il carattere di erase da Ctrl+? (il tasto elimina) a Ctrl+H:
% stty erase ^H
Questo setterà l'opzione del terminale solamente per la sessione corrente. Per far in modo che questo comando sia eseguito automaticamente ad ogni login, è possibile inserire tale comando nel file .login o .profile di cui si parlerà più avanti.
Il manuale di Unix, usualmente chiamato man page (pagine man), è disponibile per spiegare l'uso del sistema Unix e dei suoi comandi. Per servirsi di una pagina man digitare il comando man(1) al prompt di sistema seguito dal comando di cui si necessitano informazioni.
Sintassi
man [opzioni] nome_comando
Opzioni generali
-k parola_chiave |
mostra alcune linee riassuntive dei comandi contenenti la parola chiave richiesta |
-M path |
percorso per le pagine man |
-a |
mostra tutte le pagine man trovate (SVR4) |
Esempi:
Si può usare man(1) per ottenere
una linea riassuntiva di alcuni comandi che contengono la parola che si vuole ricercare
con l'opzione -k
, ad esempio per cercare la parola password, si digita:
% man -k password passwd (5) - password file passwd (1) - cambia la password
Il numero in parentesi indica la sezione delle pagine man dove sono stati trovati i riferimenti. Si può accedere a quella pagina man (di default si fa riferimento al numero di sezione più basso, ma si può usare un'opzione su linea di comando per specificarne uno differente) con:
% man passwd PASSWD(1) USER COMMANDS PASSWD(1) NOME passwd - cambia password SINTASSI passwd [ -e login_shell ] [ username ] DESCRIZIONE passwd cambia (o setta) la password di un utente. passwd chiede per due volte la nuova password, senza mostrarla. Questo per prendere in considerazione la possibilità di digitare errori. Solamente l'utente stesso e il super-user possono cambiare la password di un utente. OPZIONI -e Cambia la shell di login dell'utente.
Qui l'output è stato parafrasato e troncato per una questione di spazio e di copyright.
Il file system di Unix è organizzato come la struttura ramificata di un albero a partire da root. La directory root del sistema è rappresentata dal carattere di slash in avanti (/). Le directory di sistema e quelle degli utenti sono organizzate sotto la directory root. In Unix l'utente non ha una directory root; generalmente dopo il login gli utenti vengono posizionati nella loro directory home. Gli utenti possono creare altre directory sotto la loro directory home. La tabella che segue mostra alcuni comandi per la navigazione tra directory.
Tabella 3-1. Comandi di navigazione e controllo delle directory
Comando/Sintassi | Cosa fa |
---|---|
cd [directory] | cambia directory |
ls [opzioni][directory o file] | lista il contenuto della directory o i permessi del file specificato |
mkdir [opzioni] directory | crea una directory |
pwd | mostra la directory (corrente) di lavoro |
rmdir [opzioni] directory | rimuove una directory |
Se si ha una certa familiarità con DOS la tabella che segue paragona i suoi simili comandi a quelli Unix in modo tale da fornire un appropriato quadro di riferimento.
Tabella 3-2. Comandi di navigazione e controllo delle directory Unix vs DOS
Comando | Unix | DOS |
---|---|---|
lista il contenuto di una directory | ls | dir |
crea una directory | mkdir | md & mkdir |
cambia directory | cd | cd & chdir |
rimuove una directory | rmdir | rm & rmdir |
ritorna alla directory home dell'utente | cd | cd\ |
mostra la directory corrente di lavoro | pwd | cd |
In ogni momento si può determinare in che punto si è nella gerarchia del file system mostrando la directory di lavoro con il comando pwd(1), esempio:
% pwd /home/frank/src
Ci si può portare in una nuova directory con il comando cd(1), cambio di directory. cd(1) accetta sia path name (percorsi) assoluti sia path name relativi.
Sintassi
cd [directory]
Esempi:
cd (oppure chdir in alcune shell) | cambia directory |
cd | si posiziona nella directory home dell'utente |
cd / | si posiziona nella directory di sistema roor (/) |
cd .. | sale di un livello di directory |
cd ../.. | sale di due livelli di directory |
cd /completo/path/name/da/root | cambia directory rispetto a un path name assoluto (notare lo slash iniziale) |
cd path/da/posizione/corrente | cambia directory rispetto a un path name relativo alla posizione corrente (no slash iniziale) |
cd ~username/directory | cambia directory rispetto alla directory home dell'utente specificato (il carattere ~ non è valido nella shell Bourne; vedere il Capitolo 5). |
La gerarchia della propria directory home si estende creando sotto-directory all'interno di essa. Questo è possibile con il comando mkdir(1), crea directory. Di nuovo si può specificare un path name assoluto o relativo della directory che si vuole creare.
Sintassi
mkdir [opzioni] directory
Opzioni generali
-p |
crea una directory intermedia (genitore), quando necessario |
-m modi |
permessi di accesso (SVR4). (Si vedranno i “modi” più avanti in questo Capitolo) |
Esempi:
% mkdir /home/frank/data
oppure se la directory di lavoro corrente è /home/frank, il seguente comando è equivalente:
% mkdir data
Per rimuovere una directory è necessario che questa sia vuota. Altrimenti bisogna prima rimuovere i file contenuti in essa. Inoltre, non si può rimuovere una directory se questa è la directory di lavoro corrente, bisogna prima uscire da quest'ultima.
Sintassi
rmdir directory
Esempi:
Per rimuovere la directory vuota /home/frank/data mentre si è in /home/frank usare:
% rmdir data
oppure
% rmdir /home/frank/data
Il comando per visualizzare le proprie directory e i propri file è ls(1). È possibile ottenere, attraverso le opzioni, informazioni circa la dimensione, il tipo, i permessi, la data di creazione, di modifica e di accesso del file.
Sintassi
ls [opzioni] [argomenti]
Opzioni generali
Quando non viene usato nessun argomento, viene mostrato il contenuto della directory corrente. Ci sono molte utili opzioni per il comando ls(1). Segue una lista di alcune di queste. Quando si usa il comando, le opzioni sono raggruppate insieme, precedute da un trattino (-).
-a |
mostra tutti i file, inclusi quelli che iniziano con un punto (.) |
-d |
mostra solo i nomi delle directory, non i file nella directory |
-F |
indica il tipo di elemento terminandolo con un simbolo: |
directory / | |
socket = | |
link simbolico @ | |
eseguibile * | |
-g |
mostra il gruppo Unix assegnato al file, richiede l'opzione -l (BSD solamente) o su una macchina SVR4, esempio Solaris, questa
opzione ha l'effetto opposto |
-L |
se il file è un link simbolico, mostra le informazioni del file o della directory a cui il link si riferisce, non le informazioni del link stesso |
-l |
listato lungo: mostra i modi, informazioni di link, il proprietario, la dimensione, la data dell'ultima modifica del file. Se il file è un link simbolico, una freccia (-->) precede il percorso del file collegato. |
Il campo modi viene fornito
dall'opzione -l
e consiste di 10 caratteri. Il primo
carattere è uno dei seguenti:
CARATTERE | SE L'ELEMENTO E' |
---|---|
d | directory |
- | file ordinario |
b | file speciale per dispositivi a blocchi |
c | file speciale per dispositivi a caratteri |
l | link simbolico |
s | socket |
I 9 caratteri successivi sono raggruppati in 3 blocchi di 3 caratteri ciascuno. Indicano i permessi di accesso al file: i primi 3 caratteri si riferiscono ai permessi del proprietario del file, i successivi 3 ai permessi degli utenti del gruppo Unix assegnato al file e gli ultimi 3 caratteri ai permessi degl'altri utenti sul sistema. Possono assumere i seguenti simboli:
Esistono altri permessi, specificamente progettati per essere usati in speciali situazioni. Questi sono spiegati nelle pagine man di ls(1).
Esempi:
Per mostrare i file in una directory
% ls demofiles frank linda
Per mostrare tutti i file in una directory, inclusi i file nascosti (iniziano con un punto):
% ls -a . .cshrc .history .plan .rhosts frank .. .emacs .login .profile demofiles linda
Per avere un listato lungo:
% ls -al total 24 drwxr-sr-x 5 workshop acs 512 Jun 7 11:12 . drwxr-xr-x 6 root sys 512 May 29 09:59 .. -rwxr-xr-x 1 workshop acs 532 May 20 15:31 .cshrc -rw------- 1 workshop acs 525 May 20 21:29 .emacs -rw------- 1 workshop acs 622 May 24 12:13 .history -rwxr-xr-x 1 workshop acs 238 May 14 09:44 .login -rw-r--r-- 1 workshop acs 273 May 22 23:53 .plan -rwxr-xr-x 1 workshop acs 413 May 14 09:36 .profile -rw------- 1 workshop acs 49 May 20 20:23 .rhosts drwx------ 3 workshop acs 512 May 24 11:18 demofiles drwx------ 2 workshop acs 512 May 21 10:48 frank drwx------ 3 workshop acs 512 May 24 10:59 linda
Per creare, copiare, rimuovere file e per modificarne i permessi si possono usare i seguenti comandi.
Tabella 3-3. Comandi di gestione dei file
Comando/Sintassi | Cosa fa |
---|---|
chgrp [opzioni] gruppo file | cambia il gruppo assegnato ad un file |
chmod [opzioni] file | cambia i permessi di accesso a file o directory |
chown [opzioni] proprietario file | cambia il proprietario di un file; può essere usato solamente dal super-user |
cp [opzioni] file1 file2 | copia file1 in file2; file2 non dovrebbe già esistere. Questo comando crea o sovrascrive file2 |
mv [opzioni] file1 file2 | muove (rinomina) file1 in file2 |
rm [opzioni] file | elimina un file o una directory (-r rimuove
ricorsivamente le directory e il loro contenuto) (-i chiede
conferma prima di rimuove i file) |
Se si ha una certa familiarità con DOS la tabella che segue paragona i suoi simili comandi a quelli Unix in modo tale da fornire un appropriato quadro di riferimento.
Tabella 3-4. Comandi di gestione dei file Unix vs DOS
Comando | Unix | Dos |
---|---|---|
copia un file | cp | copy |
muove un file | mv | move (non supportato in tutte le versioni di Dos) |
rinomina un file | mv | rename & ren |
elimina un file | rm | erase & del |
mostra un file a schermo | cat | type |
mostra un file a schermo, una pagina alla volta | more, less, pg | type /p (non supportato in tutte le versioni di Dos) |
Il comando cp(1) copia il contenuto di un file in un altro file.
Sintassi
cp [opzioni] filename1 filename2
Opzioni generali
Esempi:
% cp filename1 filename2
Si hanno due copie del file, ognuna con un identico contenuto. Questi file sono completamente indipendenti tra loro e possono essere editati e modificati entrambi quando necessario. Ciascuno di essi ha il proprio inode, i propri blocchi di dati e il proprio elemento nella tabella di directory.
Il comando mv(1) rinomina (sposta) un file.
Sintassi
mv [opzioni] vecchio_file nuovo_file
Opzioni generali
-i |
interattivo (chiede conferma prima di procedere) |
-f |
non chiede la conferma quando si sovrascrive un file esistente (ignora -i ) |
Esempi:
% mv vecchio_file nuovo_file
Il file nuovo_file sostituisce vecchio_file. In realtà tutto quello che è stato fatto è aver aggiornato l'elemento della tabella di directory per attribuire al file il nuovo nome. Il contenuto del file rimane come era prima della rinominazione.
Il comando rm(1) elimina un file.
Sintassi
rm [opzioni] filename
Opzioni generali
-i |
interattivo (chiede conferma prima di procedere) |
-r |
rimuove una directory ricorsivamente, rimuovendo prima i file e le directory sottostanti |
-f |
non chiede conferma prima di procedere (ignora -i ) |
Esempi:
% rm filename
Visualizzando il contento della directory si vedrà che quel file non esiste
più. In realtà tutto quello che è stato fatto è aver rimosso
l'elemento dalla tabella di directory e marcato l'inode come “non usato”. Il
contenuto del file è ancora sul disco, ma ora il sistema non ha più modo di
identificare quei blocchi di dati con il nome del file eliminato. Non c'è un certo
comando per “riprendere” un file che è stato eliminato in
questo modo. Per questa ragione molti utenti alle prime armi effettuano un alias del
comando di eliminazione in rm -i dove l'opzione -i
chiede di confermare prima di rimuovere il file. Simili alias
sono generalmente messi nel file .cshrc per la shell C (vedere
il Capitolo 5).
Ciascun file e directory ha permessi che stabiliscono chi può leggerlo, scriverlo e/o eseguirlo. Per scoprire i permessi assegnati a un file,
può essere usato il comando ls(1) con l'opzione
-l
. Quando si ha la necessità di conoscere il gruppo
per il quale i permessi sono stati assegnati si può usare l'opzione -g
insieme a ls -l (solamente BSD).
Quando si usa il comando ls -lg su un file (ls -l su SysV) l'output sarà mostrato come il seguente:
-rwxr-x--- user Unixgroup size Month nn hh:mm filename
La zona dedicata ai caratteri e trattini (-rwxr-x---) è la zona che mostra il tipo di file e i permessi del file, come spiegato nella precedente sezione. Quindi la stringa di permessi dell'esempio, -rwxr-x---, permette al proprietario user del file di leggerlo, modificarlo ed eseguirlo; gli utenti del gruppo Unixgroup del file possono leggerlo ed eseguirlo; gli altri utenti del sistema non possono accedere in alcun modo al file.
Il comando per cambiare i permessi ad un elemento (file, directory, ecc.) è chmod(1) (cambio dei modi). La sintassi richiede l'uso del comando con tre cifre (rappresentanti i permessi del proprietario (u), i permessi del gruppo (g) e i permessi degli altri utenti (o)) seguite da un argomento (che può essere un nome di un file o una lista di file e directory). Oppure può essere usato con una rappresentazione simbolica dei permessi, indicando a quale utenza questi vanno applicati.
Ogni tipo di permesso è rappresentato dal proprio numero equivalente:
lettura=4, scrittura=2, esecuzione=1
o da singoli caratteri:
lettura=r, scrittura=w, esecuzione=x
Il permesso 4 o r specifica il permesso di lettura. Se i permessi desiderati sono lettura e scrittura, il 4 (rappresentante la lettura) e il 2 (rappresentante la scrittura) sono addizionati per ottenere il permesso 6. Quindi, un permesso settato a 6 vorrà concedere un permesso di lettura e di scrittura.
Alternativamente si può usare una notazione simbolica che usa un carattere rappresentativo per l'utenza a cui ci si riferisce, uno per il permesso e uno per l'operazione, dove l'operazione può essere:
Quindi per settare i permessi di lettura e di scrittura per il proprietario del file si usa nella notazione simbolica u=rw.
Sintassi
chmod nnn [lista argomenti] | modalità numerica |
chmod [chi] op [perm] [lista argomenti] | modalità simbolica |
dove nnn sono i tre numeri rappresentanti i permessi del proprietario, del gruppo e degli altri utenti; chi può essere u,g,o oppure a (tutti) e perm può essere r,w,x. Nella notazione simbolica si può separare la specifica dei permessi con una virgola, come mostrato nell'esempio qui sotto.
Opzioni generali
-f |
forza (nessun messaggio di errore viene generato se la modifica non ha avuto successo) |
-R |
discesa ricorsiva attraverso la struttura delle directory e cambio dei modi |
Esempi:
Se i permessi desiderati per il file1 sono: proprietario: lettura, scrittura ed esecuzione; gruppo: lettura ed esecuzione; altri: lettura ed esecuzione; il comando da usare è:
chmod 755 file1 oppure chmod u=rwx,go=rx file1
Nota: Quando si assegnano i permessi a un file per l'utenza gruppo e per l'utenza altri è necessario che il minimo permesso di esecuzione (inteso come permesso di accesso) per la directory nella quale il file è posizionato sia abilitato. Un semplice modo per far questo è posizionarsi nella directory nella quale i permessi devo essere garantiti e digitare:
chmod 711 . oppure chmod u=rw,+x . oppure chmod u=rwx,go=x .
dove il punto (.) indica la directory corrente.
Il proprietario di un file può essere cambiato con il comando chown(8). Su molte versioni Unix questo può essere realizzato solo dal super-user, ad esempio, un utente normale non può attribuire i suoi file ad altri proprietari. chown(8) è usato come qui sotto, dove # rappresenta il prompt di shell per il super-user.
Sintassi
Opzioni generali
Esempi:
# chown nuovo_proprietario file
Con il comando chgrp(1) tutti possono cambiare il gruppo dei propri file in un altro gruppo di appartenenza.
Sintassi
chgrp [opzioni] gruppo file
Opzioni generali
Esempi:
% chgrp nuovo_gruppo file
Ci sono alcuni comandi che si possono usare per visualizzare o esaminare un file. Alcuni di questi sono editor che verranno trattati più avanti. Qui si illustreranno alcuni comandi normalmente usati per visualizzare un file.
Tabella 3-5. Comandi di visualizzazione
Comando/Sintassi | Cosa fa |
---|---|
echo [stringa] | riporta in standard ouptut una stringa di testo |
cat [opzioni] file | concatena (lista) un file |
more (o less o pg) [opzioni] file | visualizzazione paginata di un file di testo |
head [-numero] file | visualizza le prime 10 (o -numero) linee di un file |
tail [opzioni] file | visualizza le ultime linee (o parte) di un file |
Il comando echo(1) viene utilizzato per ripetere l'argomento assegnato al comando nel dispositivo standard di uscita. Normalmente l'argomento termina con un carattere di alimentazione di linea, ma si può specificare un'opzione per impedirlo.
Sintassi
echo [stringa]
Opzioni generali
-n |
non stampa new-line (BSD, shell built-in) |
\c |
non stampa new-line (SVR4) |
\0n |
dove n è il codice del carattere ASCII a 8 bit (SVR4) |
\t |
tab (SVR4) |
\f |
form-feed (emissione carta) (SVR4) |
\n |
new-line (SVR4) |
\v |
tab verticale (SVR4) |
Esempi:
% echo Hello Class
oppure
% echo "Hello Class"
Per impedire il carattere di fine linea:
% echo -n Hello Class
oppure
% echo "Hello Class \c"
dove il modo utilizzato nell'ultimo esempio dipende dal comando echo(1) usato.
L'opzione \x
deve
essere interna a un paio di caratteri di quoting singoli o doppi, con o senza altri
caratteri di stringa.
Il comando di concatenazione cat(1) visualizza il contenuto di un file.
Sintassi
cat [opzioni] [file]
Opzioni generali
-n |
precede ogni linea con un numero |
-v |
visualizza i caratteri non stampabili, eccetto tab, new-line e form-feed |
-e |
visualizza $ alla fine di ogni linea (prima di new-line) (quando usato con l'opzione
-v ) |
Esempi:
% cat filename
Si possono specificare una serie di file su linea di comando e cat(1) li concatenerà ciascuno a turno, seguendo lo stesso ordine di immissione, esempio:
% cat file1 file2 file3
more(1), less(1) e pg permettono di visualizzare il contenuto di un file una schermata (pagina) alla volta. Inoltre permettono di ritornare sulla precedente pagina, di cercare parole, ecc. Questi comandi potrebbero non essere disponibili sul proprio sistema Unix.
Sintassi
more [opzioni] [+/schema] [filename]
less [opzioni] [+/schema] [filename]
pg [opzioni] [+/schema] [filename]
Opzioni
more | less | pg | Azione |
---|---|---|---|
-c |
-c |
-c |
pulisce lo schermo prima di visualizzare |
-i |
ignora differenza tra maiuscole e minuscole | ||
-w |
default | default | non esce alla fine dell'input, ma si mette in attesa di comandi |
-linee |
-linee |
# (numero di) linee di avanzamento | |
+/schema |
+/schema |
+/schema |
ricerca lo schema (pattern) |
Controlli interni
more | visualizza (una schermata alla volta) il file specificato |
<spazio> | per vedere la schermata successiva |
<return>o<CR> | per avanzare di una linea |
q | per uscire |
h | help |
b | torna alla schermata precedente |
/parola | cerca parola nel resto del file |
vedere le pagine man per altre opzioni | |
less | simile a more(1), vedere le pagine man per le opzioni |
pg | in SVR4 equivale a more(1) (pagina) |
Il comando head(1) visualizza l'inizio di un file.
Sintassi
head [opzioni] file
Opzioni generali
Esempi:
Di default head(1) mostra le
prime 10 linee del file. Si possono visualizzare più (o meno) linee con l'opzione
-n numero
o -numero
, ad esempio, per
visualizzare le prime 40 linee:
% head -40 filename
oppure
% head -n 40 filename
Il comando tail(1) visualizza la fine di un file.
Sintassi
tail [opzioni] file
Opzioni generali
Esempi:
Di default tail(1) mostra le
ultime 10 linee del file, ma si può specificare un numero differente di linee o di
byte, o un differente punto di inizio all'interno del file. Per visualizzare le ultime 30
linee di un file, usare l'opzione -numero
:
% tail -30 filename
Comandi per gestire le risorse di sistema.
Tabella 4-1. Comandi per le risorse di sistema
Comando/Sintassi | Cosa fa |
---|---|
chsh (passwd -e/-s) username login_shell | cambia la shell di login dell'utente (spesso solo attraverso il super-user) |
date [opzioni] | visualizza data e ora corrente |
df [opzioni] [risorsa] | riporta una sintesi dei blocchi del disco e degli inode liberi e usati |
du [opzioni] [directory o file] | riporta la quantità di spazio di disco usato |
hostname/uname | visualizza o setta (solamente super-user) il nome della macchina in uso |
kill [opzioni] [-SEGNALE] [pid#] [%job] | manda un segnale al processo specificato dal numero di processo id (pid#) o dal numero di controllo del job (%n). Il segnale di default termina il processo |
man [opzioni] comando | visualizza la pagina (man) del manuale relativa al comando specificato |
passwd [opzioni] | setta o modifica la propria password |
ps [opzioni] | mostra lo stato dei processi attivi |
script file | salva tutto ciò che appare sullo schermo in un file fino a quando viene eseguito il comando exit |
stty [opzioni] | setta o visualizza le opzioni del terminale di controllo |
whereis [opzioni] comando | riporta le posizioni del file binario, del sorgente e della pagina man relative al comando specificato |
which comando | riporta il percorso (path) del comando specificato o l'alias di shell in uso |
who oppure w | riporta gli utenti “loggati” e i loro processi in esecuzione |
Il comando df(1) è usato per riportare il numero di blocchi del disco e di inode liberi e usati per ogni file system. Il formato dell'output e le valide opzioni sono molto specifiche dal sistema operativo e dalla versione del programma in uso.
Sintassi
df [opzioni] [risorsa]
Opzioni generali
Esempi:
{Unix prompt 1} df Filesystem kbytes used avail capacity Mounted on /dev/sd0a 20895 19224 0 102% / /dev/sd0h 319055 131293 155857 46% /usr /dev/sd1g 637726 348809 225145 61% /usr/local /dev/sd1a 240111 165489 50611 77% /home/guardian peri:/usr/local/backup 1952573 976558 780758 56% /usr/local/backup peri:/home/peri 726884 391189 263007 60% /home/peri peri:/usr/spool/mail 192383 1081 172064 1% /var/spool/mail peri:/acs/peri/2 723934 521604 129937 80% /acs/peri/2
Il comando du(1) riporta la quantità di spazio di disco usato per i file o per le directory specificate.
Sintassi
du [opzioni] [directory o file]
Opzioni generali
-a |
mostra l'uso del disco per ogni file, non solo per le sotto-directory |
-s |
mostra solo la somma totale |
-k |
riporta in kilobyte (SVR4) |
Esempi:
{Unix prompt 3} du 1 ./.elm 1 ./Mail 1 ./News 20 ./uc 86 .
{Unix prompt 4} du -a uc 7 uc/Unixgrep.txt 5 uc/editors.txt 1 uc/.emacs 1 uc/.exrc 4 uc/telnet.ftp 1 uc/uniq.tee.txt 20 uc
Il comando ps(1) è usato per mostrare i processi correntemente eseguiti sul sistema. Il formato dell'output e le valide opzioni dipendono molto dal sistema operativo e dalla versione del programma in uso.
Sintassi
ps [opzioni]
Opzioni generali
BSD | SVR4 | |
---|---|---|
-a |
-e |
tutti i processi di tutti gli utenti |
-e |
ambiente di esecuzione | |
-g |
processi del gruppo amministrativo come well | |
-l |
-l |
formato lungo |
-u |
-u user |
relazione specifica di un utente |
-x |
-e |
anche i processi non eseguiti da terminali |
-f |
lista completa | |
-w |
riporta i primi 132 caratteri per linea |
Nota: Poichè il comando ps(1) è molto dipendente dal sistema, si raccomanda di consultare le pagine man del proprio sistema per i dettagli delle opzioni e per l'interpretazione dell'output di ps(1).
Esempi:
{Unix prompt 5} ps PID TT STAT TIME COMMAND 15549 p0 IW 0:00 -tcsh (tcsh) 15588 p0 IW 0:00 man nice 15594 p0 IW 0:00 sh -c less /tmp/man15588 15595 p0 IW 0:00 less /tmp/man15588 15486 p1 S 0:00 -tcsh (tcsh) 15599 p1 T 0:00 emacs Unixgrep.txt 15600 p1 R 0:00 ps
Il comando kill(1) manda un segnale a un processo, generalmente per terminarlo.
Sintassi
kill [-SEGNALE] id-processo
Opzioni generali
Esempi:
{Unix prompt 9} kill -l HUP INT QUIT ILL TRAP IOT EMT FPE KILL BUS SEGV SYS PIPE ALRM TERM URG STOP TSTP CONT CHLD TTIN TTOU IO XCPU XFSZ VTALRM PROF WINCH LOST USR1 USR2
Il segnale -KILL
, anche specificato con -9
(a causa della nona posizione assunta nella lista precedente),
è il maggior segnale comunemente usato con kill(1). A differenza
di altri segnali, questo, una volta captato, non può essere ignorato dal
programma.
{Unix prompt 10} kill -9 15599 [1] + Killed emacs Unixgrep.txt
Il comando who(1) riporta chi è correntemente “loggato” nel sistema.
Sintassi
who [am i
]
Esempi:
beauty condron> who wmtell ttyp1 Apr 21 20:15 (apple.acs.ohio-s) fbwalk ttyp2 Apr 21 23:21 (worf.acs.ohio-st) stwang ttyp3 Apr 21 23:22 (127.99.25.8) david ttyp4 Apr 21 22:27 (slip1-61.acs.ohi) tgardner ttyp5 Apr 21 23:07 (picard.acs.ohio-) awallace ttyp6 Apr 21 23:00 (ts31-4.homenet.o) gtl27 ttyp7 Apr 21 23:24 (data.acs.ohio-st) ccchang ttyp8 Apr 21 23:32 (slip3-10.acs.ohi) condron ttypc Apr 21 23:38 (lcondron-mac.acs) dgildman ttype Apr 21 22:30 (slip3-36.acs.ohi) fcbetz ttyq2 Apr 21 21:12 (ts24-10.homenet.)
beauty condron> who am i beauty!condron ttypc Apr 21 23:38 (lcondron-mac.acs)
Il comando whereis(1) riporta le locazioni del file sorgente, di quello binario e del file delle pagine man associate al comando.
Sintassi
whereis [opzioni] comando
Opzioni generali
-b |
riporta solamente i file binari |
-m |
riporta solamente la sezione manuale |
-s |
riporta solamente i file sorgenti |
Esempi:
brigadier: condron [69]> whereis Mail Mail: /usr/ucb/Mail /usr/lib/Mail.help /usr/lib/Mail.rc /usr/man/man1/Mail.1
brigadier: condron [70]> whereis -b Mail Mail: /usr/ucb/Mail /usr/lib/Mail.help /usr/lib/Mail.rc
brigadier: condron [71]> whereis -m Mail Mail: /usr/man/man1/Mail.1
Il comando which(1) riporta il nome del file che sarà eseguito quando il comando specificato viene invocato. Questo può essere un path name assoluto o il primo alias trovato nel proprio path.
Sintassi
which comando
Esempi:
brigadier: condron [73]> which Mail /usr/ucb/Mail
Il comando hostname(1) (uname -u su SysV) riporta il nome host della macchina nella quale l'utente è “loggato”, esempio:
brigadier: condron [91]> hostname brigadier
uname(1) ha opzioni aggiuntive per visualizzare informazioni circa l'hardware del sistema e la versione del software.
Il comando script(1) crea una documentazione della propria sessione di I/O. Usando il comando script(1) si possono catturare tutti i dati trasmessi da e per il proprio terminale visuale fino all'uscita (con exit) del programma stesso. Può essere utile durante un processo di debugging, per documentare le azioni che si stanno sperimentando o per avere una copia stampabile per una attenta lettura successiva.
Sintassi
script [-a
] [file] <...> exit
Opzioni generali
Di default, typescript è il nome del file usato dal comando script(1).
Ci si deve ricordare di digitare exit per terminare la propria sessione script e chiudere così il file typescript.
Esempi:
beauty condron> script Script started, file is typescript
beauty condron> ps PID TT STAT TIME COMMAND 23323 p8 S 0:00 -h -i (tcsh) 23327 p8 R 0:00 ps 18706 pa S 0:00 -tcsh (tcsh) 23315 pa T 0:00 emacs 23321 pa S 0:00 script 23322 pa S 0:00 script 3400 pb I 0:00 -tcsh (tcsh)
beauty condron> kill -9 23315
beauty condron> date Mon Apr 22 22:29:44 EDT 1996
beauty condron> exit exit Script done, file is typescript [1] + Killed emacs
beauty condron> cat typescript Script started on Mon Apr 22 22:28:36 1996 beauty condron>ps PID TT STAT TIME COMMAND 23323 p8 S 0:00 -h -i (tcsh) 23327 p8 R 0:00 ps 18706 pa S 0:00 -tcsh (tcsh) 23315 pa T 0:00 emacs 23321 pa S 0:00 script 23322 pa S 0:00 script 3400 pb I 0:00 -tcsh (tcsh) beauty condron>kill -9 23315 beauty condron>date Mon Apr 22 22:29:44 EDT 1996 beauty condron>exit exit script done on Mon Apr 22 22:30:02 1996
beauty condron>
Il comando date(1) mostra la data e l'ora corrente. Un super-user può modificare la data e l'ora.
Sintassi
date [opzioni] [+formato]
Opzioni generali
-u |
usa Universal Time (o Greenwich Mean Time) |
+formato |
specifica il formato di output |
%a |
abbreviazione giorni, da Sabato a Domenica |
%h |
abbreviazione mesi, da Gennaio a Dicembre |
%j |
giorno dell'anno, da 001 a 366 |
%n |
new-line |
%t |
tab |
%y |
ultime due cifre dell'anno, da 00 a 99 |
%D |
formato data MM/DD/YY |
%H |
ora, da 00 a 23 |
%M |
minuti, da 00 a 59 |
%S |
secondi, da 00 a 59 |
%T |
formato ora HH:MM:SS |
Esempi:
beauty condron> date Mon Jun 10 09:01:05 EDT 1996
beauty condron> date -u Mon Jun 10 13:01:33 GMT 1996
beauty condron> date +%a%t%D Mon 06/10/96
beauty condron> date '+%y:%j' 96:162
Tabella 4-2. Comandi di stampa
Comando/Sintassi | Cosa fa |
---|---|
lpq (lpstat) [opzioni] | mostra lo stato dei job (lavori) di stampa |
lpr (lp) [opzioni] file | stampa con una stampante specifica |
lprm (cancel) [opzioni] | rimuove un job di stampa dalla coda di stampa |
pr [opzioni] [file] | filtra il file e lo stampa sul terminale |
I comandi di stampa permettono di stampare file sullo standard output (pr(1)) o attraverso una stampante (lp(1) e lpr(1)) fino a filtrare l'output. I comandi di stampa di BSD e SysV usano diversi nomi e diverse opzioni per produrre lo stesso risultato: lpr(1), lprm(1) e lpq(1) contro lp(1), cancel e lpstat rispettivamente per BSD e SysV, sottopongono, cancellano e verificano lo stato di un job (lavoro) di stampa.
Il comando lp(1) o lpr(1) sottopone il file specificato o lo standard input al demone di stampa per essere stampato. Ad ogni job viene assegnato un unico id di richiesta che può essere usato in seguito per verificare o cancellare il job mentre è nella coda di stampa.
Sintassi
lp [opzioni] filename
lpr [opzioni] filename
Opzioni generali
lp | lpr | funzione |
---|---|---|
-n numero |
-#numero |
numero di copie |
-t titolo |
-Ttitolo |
titolo del job |
-d destinazione |
-Pstampante |
nome della stampante |
-c |
(default) | copia il file in coda prima di stamparlo |
(default) | -s |
non copia il file in coda prima di stamparlo |
-o opzioni |
opzioni addizionali, esempio nobanner |
I file che iniziano con i simboli %! sono considerati file contenenti comandi PostScript.
Esempi:
Per stampare il file ssh.ps:
% lp ssh.ps request id is lp-153 (1 file(s))
Questo sottopone il job nella coda della stampante di default, lp, con l'id di richiesta lp-153.
Si può verificare lo stato del proprio job di stampa con il comando lpstat o lpq(1).
Sintassi
lpstat [opzioni]
lpq [opzioni] [job#] [username]
Opzioni generali
lpstat | lpq | funzione |
---|---|---|
-d |
(lp di default) | lista dei sistemi destinazione di default |
-s |
riassume lo stato di stampa | |
-t |
stampa tutte le informazioni dello stato di stampa | |
-u [login-ID-list] |
lista dell'utente specificato | |
-v |
elenca le stampanti conosciute dal sistema | |
-p stampante |
-Pstampante |
stampa lo stato della stampante specificata |
Esempi:
% lpstat lp-153 frank 208068 Apr 29 15:14 on lp
Alcuni utenti possono cancellare solamente i loro job di stampa.
Sintassi
cancel [id-richiesta] [stampante]
lprm [opzioni] [job#] [username]
Opzioni generali
cancel | lprm | funzione |
---|---|---|
-Pstampante |
specifica la stampante | |
- |
tutti i job dell'utente | |
-u [login-ID-list] |
lista dell'utente |
Esempi:
Per cancellare il job sottomesso in precedenza:
% cancel lp-153
Il comando pr(1) stampa l'intestazione e le informazioni traccia che circoscrivono il file formattato. Si può specificare il numero di pagine da stampare, le linee per pagina, le colonne, le linee bianche, si può specificare la larghezza di pagina, l'intestazione e le informazioni traccia e in che modo trattare il carattere tab.
Sintassi
pr [opzioni] file
Opzioni generali
+numero_pagina |
inizia a stampare al numero di pagina specificato |
-colonne |
numero di colonne |
-a |
modifica l'opzione -colonne per riempire le colonne nell'ordine round-robin |
-d |
doppio spazio |
-e [carattere] [gap] |
spazio tab |
-h stringa_intestazione |
intestazione per ogni pagina |
-l linee |
linee per pagina |
-t |
non stampa l'intestazione e la traccia per ogni pagina |
-w larghezza |
larghezza di pagina |
Esempi:
Il file contenente la lista di libri di P. G. Wodehouse Lord Emsworth dovrebbe essere
stampato con 14 linee per pagina (incluse 5 di intestazione e 5 (vuote) linee traccia),
dove l'opzione -e
specifica in che modo convertire i tab:
% pr -l 14 -e42 wodehouse Apr 29 11:11 1996 wodehouse_emsworth_books Page 1 Something Fresh [1915] Uncle Dynamite [1948] Leave it to Psmith [1923] Pigs Have Wings [1952] Summer Lightning [1929] Cocktail Time [1958] Heavy Weather [1933] Service with a Smile [1961] Apr 29 11:11 1996 wodehouse_emsworth_books Page 2 Blandings Castle and Elsewhere [1935] Galahad at Blandings [1965] Uncle Fred in the Springtime [1939] A Pelican at Blandings [1969] Full Moon [1947] Sunset at Blandings [1977]
La shell, che sta tra l'utente e il sistema operativo, opera come un interprete di comandi. Legge l'input dal terminale e traduce i comandi in azioni, azioni che vengono intraprese dal sistema. La shell è simile al command.com in DOS. Una volta effettuato il login nel sistema, viene assegnata la shell di default. La shell, al suo avvio, legge i suoi file di inizializzazione e può settare alcune variabili di ambiente, i path di ricerca dei comandi, gli alias dei comandi ed eseguire qualche comando specificato in questi file.
La prima shell è stata la shell Bourne, sh(1). Ogni piattaforma Unix dispone della shell Bourne o di una shell Bourne compatibile. Questa shell ha molte buone caratteristiche per controllare l'input e l'output, ma non è molto adatta all'utente interattivo. Per andare incontro a quest'ultimo è stata scritta la shell C, csh(1), presente ora in molti, ma non tutti, i sistemi Unix. Questa shell usa una sorta di sintassi C, il linguaggio con cui Unix è stato scritto, ma ha molte scomode implementazioni dell'input/output. La shell C ha il controllo dei job, quindi può mandare un job eseguito in background (“sotto shell”) in foreground (“in shell corrente”). Inoltre ha la funzione di history (storia dei comandi) che permette di modificare e ripetere comandi eseguiti precedentemente.
Il prompt di default per la shell Bourne è $ (o # per l'utente root). Il prompt di default per la shell C è %.
Sono disponibili in rete molte altre shell. Quasi tutte sono basate sulla shell sh(1) o csh(1) con estensioni per fornire il controllo dei job alla shell sh(1), permettere di manipolare il modo di esecuzione dei comandi su linea di comando, cercare attraverso i comandi eseguiti precedentemente, fornire il completamento dei nomi dei comandi, prompt personalizzati, ecc. Alcune delle seguenti shell maggiormente conosciute potrebbero essere sul proprio amato sistema Unix: la shell korn, ksh, di David Korn e la shell Bourne Again, bash(1), dal progetto GNU Free Software Foundations, entrambe basate su sh(1), la shell T-C, tcsh(1) e l'estensione della shell C, cshe, entrambe bastate su csh(1). In seguito si descriveranno alcune delle caratteristiche di sh(1) e csh(1), così per iniziare.
La shell ha alcuni comandi built-in, chiamati anche comandi nativi. Questi comandi sono eseguiti direttamente dalla shell e non chiamano nessun altro programma per essere eseguiti. Questi comandi built-in possono essere diversi tra le varie shell.
Per la shell Bourne alcuni dei comandi built-in più comunemente usati sono:
: | comando null |
. | prende (legge ed esegue) i comandi da un file |
case | condizionale case |
cd | cambia la directory di lavoro ($HOME di default) |
echo | scrive una stringa su standard output |
eval | valuta l'argomento specificato e ritorna il risultato alla shell |
exec | esegue il comando specificato rimpiazzando la shell corrente |
exit | esce dalla shell corrente |
export | condivide le variabili di ambiente specificate con le successive shell |
for | condizionale di ciclo for |
if | condizionale if |
pwd | mostra la directory di lavoro corrente |
read | legge una linea di input da standard input |
set | setta le variabili di shell |
test | valuta un'espressione come vera o falsa |
trap | intrappola un tipo di segnale ed esegue comandi |
umask | setta la maschera di default relativa ai permessi da impostare per i nuovi file |
unset | resetta le variabili di shell |
wait | attente che un specifico processo termini |
while | condizionale di ciclo while |
Per la shell C i comandi built-in maggiormente usati sono:
alias | assegna un nome a una funzione |
bg | mette un job in background |
cd | cambia la directory di lavoro corrente |
echo | scrive una stringa su standard output |
eval | valuta gli argomenti specificati e ritorna il risultato alla shell |
exec | esegue il comando specificato rimpiazzando la shell corrente |
exit | esce dalla shell corrente |
fg | porta un job in foreground |
foreach | condizionale di ciclo for |
glob | crea un'espansione dei nomi di file su una lista senza tenere conto del carattere di escape \ |
history | stampa la storia dei comandi della shell |
if | condizionale if |
jobs | mostra o controlla i job attivi |
kill | termina un processo specifico |
limit | setta dei limiti sulle risorse di sistema |
logout | termina la shell di login |
nice comando | abbassa la priorità di schedulazione del comando specificato |
nohup comando | non termina il comando specificato quando la shell esce |
popd | estrae un record dallo stack delle directory e ritorna nella directory estratta |
pushd | cambia nella nuova directory specificata e aggiunge quella corrente nello stack delle directory |
rehash | ricrea la tabella hash dei percorsi (path) per i file eseguibili |
repeat | ripete un comando il numero di volte specificato |
set | setta una variabile di shell |
setenv | setta una variabile di ambiente per la shell corrente e per quelle successive |
source | prende (legge ed esegue) comandi da un file |
stop | ferma uno specifico job in background |
switch | condizionale switch |
umask | setta la maschera di default relativa ai permessi da impostare per i nuovi file |
unalias | rimuove il nome alias specificato |
unset | resetta le variabile di shell |
unsetenv | resetta le variabili di ambiente |
wait | attente la terminazione di tutti i processi in background |
while | condizionale di ciclo while |
Le variabili di ambiente sono usate per fornire informazioni ai programmi che si utilizzano. Si possono avere sia variabili globali di ambiente sia variabili locali di shell. Le variabili globali di ambiente sono inizializzate attraverso la propria shell di login e i nuovi programmi e le nuove shell ereditano l'ambiente della shell genitore. Le variabili locali di shell sono usate solamente dalla shell corrente e non sono passate ad altri processi. Un processo figlio non può passare una variabile al suo processo padre.
Le variabili di ambiente correnti sono visualizzabili con i comandi env(1) o printenv(1). Alcune comuni variabili sono:
DISPLAY | Il display grafico da usare, esempio nyssa:0.0 |
EDITOR | Il path (percorso) del proprio editor di default, esempio /usr/bin/vi |
GROUP | Il proprio gruppo di login, esempio staff |
HOME | Il path della propria home directory, esempio /home/frank |
HOST | Il nome host del proprio sistema, esempio nyssa |
IFS | I separatori di campo interni, generalmente alcuni spazi bianchi (tab, spazio e new-line di default) |
LOGNAME | Il nome del proprio login, esempio frank |
PATH | I path per ricercare i comandi, esempio /usr/bin:/usr/ucb:/usr/local/bin |
PS1 | La stringa del prompt primario, solamente shell Bourne ($ di default) |
PS2 | La stringa del prompt secondario, solamente shell Bourne (> di default) |
SHELL | La propria shell di login, esempio /usr/bin/csh |
TERM | Il proprio tipo di terminale, esempio xterm |
USER | Il proprio username, esempio frank |
Molte variabili di ambiente sono inizializzate automaticamente quando si effettua il login. Queste possono essere modificate e si possono definire altre variabili nei propri file di inizializzazione o in qualunque momento all'interno della shell. Alcune variabili che è possibile si voglia cambiare sono PATH e DISPLAY. La variabile PATH specifica le directory nelle quali saranno automaticamente cercati i comandi richiesti. Alcuni esempi sono nello script di inizializzazione di shell mostrato più avanti.
Per la shell C si può settare una variabile globale di ambiente con un comando simile a quello usato per visualizzare le variabili:
% setenv NOME valore
e per la shell Bourne:
$ NOME=valore; export NOME
Si possono elencare le proprie variabili globali di ambiente con i comandi env(1) o printenv(1). Si possono resettare queste variabili con i comandi unsetenv (shell C) o unset (shell Bourne).
Per settare una variabile locale di shell in shell C si usa il comando set con la sintassi seguente. Senza opzioni set mostra tutte le variabili locali.
% set nome=valore
Per la shell Bourne si setta una variabile locale di shell con:
$ nome=valore
Il valore corrente di una variabile è accessibile attraverso le notazioni $nome o ${nome}.
La shell sh(1) usa il file di inizializzazione .profile posto nella home directory dell'utente. Inoltre può esserci un file di inizializzazione globale del sistema, esempio /etc/profile. In tal caso, il file globale del sistema sarà eseguito prima di quello locale.
Un semplice file .profile potrebbe essere come il seguente:
PATH=/usr/bin:/usr/ucb:/usr/local/bin:. # setta il PATH export PATH # rende disponibile PATH per le sotto-shell # setta il prompt PS1="{`hostname` `whoami`} " # setta il prompt, $ di default # funzioni ls() { /bin/ls -sbF "$@";} ll() { ls -al "$@";} # setta il tipo di terminale stty erase ^H # setta Control-H come tasto di cancellazione eval `tset -Q -s -m ':?xterm'` # richiede il tipo di terminale, presupponendo # xterm # umask 077
Ogni volta che si incontra il simbolo #, il resto di quella linea viene trattato come un commento. Nella variabile PATH ogni directory è separata da due punti (:) e il punto (.) specifica che la directory corrente è nel proprio path. Se il punto non è nel proprio path, lo stesso diventa un semplice elemento per eseguire un programma nella directory corrente:
./programma
Non è una buona idea avere il punto (.) nel proprio PATH, in modo tale da non eseguire inavvertitamente un programma senza averne l'intenzione quando si usa il comando cd per spostarsi in differenti directory.
Una variabile settata in .profile rimane valida solo nel contesto della shell di login, a meno che la si esporti con export o si esegua .profile in un'altra shell. Nell'esempio precedente PATH viene esportato per le sotto-shell. Si può eseguire un file con il comando built-int . di sh(1), esempio:
. ./.profile
Si possono creare proprie funzioni. Nell'esempio precedente la funzione ll, risultato di ls -al, lavora su un specifico file o directory.
Con stty(1) il carattere di cancellazione viene settato a Control+H, che è usualmente il tasto di Backspace.
Il comando tset(1) richiede il
tipo di terminale e assume questo a xterm se si conferma con
invio <CR>. Questo comando è eseguito con un comando
built-in di shell, eval, che prende il risultato del comando tset(1) e lo usa come
argomento per la shell. In questo caso l'opzione -s
di tset(1) setta le
variabili TERM e TERMCAP e le
esporta.
L'ultima linea nell'esempio richiama il comando umask, facendo in modo che i file e le directory create non abbiano i permessi di lettura-scrittura-esecuzione per l'utenza gruppo e altri.
Per altre informazioni su sh(1), digitare man sh al prompt di shell.
La shell C, csh(1), usa i file di inizializzazione .cshrc e .login. Alcune versioni usano un file di inizializzazione globale del sistema, ad esempio /etc/csh.login. Il proprio file .login è eseguito solamente quando si effettua il login. Il proprio file .cshrc è eseguito ogni volta in cui si avvia una shell csh(1), incluso quando si effettua il login. Questo file ha molte caratteristiche simili al file .profile, ma un differente modo di composizione. Qui si usano i comandi set o setenv per inizializzare una variabile, dove set viene usato per definire una variabile solo per la shell corrente, mentre setenv definisce una variabile per la shell corrente e per le altre sotto-shell. Le variabili di ambiente USER, TERM e PATH sono automaticamente importate ed esportate dalle variabili user, term e path della shell csh(1). Quindi setenv non è necessario per queste variabili. La shell C usa il simbolo ~ per indicare la directory home dell'utente in un path, come in ~/.cshrc o per specificare una directory di login di un altro utente, come in ~username/.cshrc.
Alcune variabili predefinite usate dalla shell C sono:
argv | La lista degli argomenti della shell corrente |
cwd | La directory di lavoro corrente |
history | Imposta la dimensione della lista di history (storia) da memorizzare |
home | La directory home dell'utente, visualizzabile con $HOME |
ignoreeof | Quando viene settata, EOF (Ctrl+D) viene ignorato dal terminale |
noclobber | Quando viene settata si impedisce di redirigere l'output per sovrascrivere file esistenti |
noglob | Quando viene settata si impedisce l'espansione dei nomi di file all'interno di un confronto con uno schema wild card |
path | I path di ricerca dei comandi, visualizzabile con $PATH |
prompt | Setta il prompt della linea di comando (% di default) |
savehist | Numero di volte (di login) che bisogna mantenere memorizzata la lista di history nel file .history |
shell | Il path name completo della shell corrente, visualizzabile con $SHELL |
status | Il codice di stato di uscita dell'ultimo comando (0=uscita normale, 1=comando fallito) |
term | Il proprio tipo di terminale, visualizzabile con $TERM |
user | Il proprio nome utente, username, visualizzabile con $USER |
Un semplice file .cshrc potrebbe essere come il seguente:
set path=(/usr/bin /usr/ucb /usr/local/bin ~/bin . ) # setta il path set prompt = "{`hostname` `whoami` !} " # setta il promt primario ; # % di default set noclobber # non redirige l'output su file esistenti set ignoreeof #ignora EOF (Ctrl+D) in questa shell set history=100 savehist=50 # mantiene una lista history di comandi e la # memorizza tra vari (50) login # alias alias h history # alias h per history alias ls "/usr/bin/ls -sbF" # alias ls per ls -sbF alias ll ls -al # alias ll per ls -sbFal (combina queste # opzioni con quelle di ls sopra citate) alias cd 'cd \!*;pwd' # alias cd per stampare la directory di lavoro # corrente dopo aver cambiato directory umask 077
Alcune nuove caratteristiche che non sono state viste nel file .profile (shell sh(1)) sono noclobber, ignoreeof e history. Noclobber indica che l'output non può essere rediretto su un file esistente, mentre ignoreeof specifica che EOF ( Ctrl+D) non causa l'uscita dalla shell di login o l'uscita dal sistema.
Con la caratteristica di history si possono richiamare comandi eseguiti precedentemente e rieseguirli, eventualmente con dei cambiamenti.
Un alias permette di usare uno specifico nome alias al posto del comando completo. Nell'esempio precedente, il risultato di digitare ls sarà quello di eseguire /usr/bin/ls -sbF. Si può verificare quale comando ls è nel proprio path con il comando which(1), ad esempio:
% which ls ls: alias di /usr/bin/ls -sbF
Un semplice file .login potrebbe essere come il seguente:
# .login stty erase ^H # setta Control+H come tasto di eliminazione set noglob # impedisce un confronto con uno schema wild card eval `tset -Q -s -m ':?xterm'` # chiede il tipo di terminale presupponendo # xterm unset noglob # riabilita un confronto con uno schema wild card
Abilitando e disabilitando noglob intorno a tset(1) si impedisce di confondere il tipo di terminale con qualche espansione dei nomi di file in un confronto con uno schema (pattern) wild card.
Se si effettuano cambiamenti al proprio file di inizializzazione, questi possono essere attivati eseguendo il file modificato. Per la shell csh(1) questo è possibile attraverso il comando built-in source, esempio:
source .cshrc
Per altre informazioni circa la shell csh(1) digitare man csh al prompt di shell.
Con la shell C, csh(1) e molte altre nuove shell, incluse alcune nuove shell Bourne, si possono mettere i job in background apporrendo & al comando, così come succede per la shell sh(1). Questo può anche essere fatto, una volta sottoposto il comando, digitando Control+Z per sospendere il job e quindi bg per metterlo in background. Per riportarlo in foreground si digita fg.
Si possono avere molti job eseguiti in background. Quando questi sono in background, non sono connessi alla tastiera per l'input, ma possono tuttavia mostrare l'output nel terminale, sparpagliandolo con qualsiasi cosa ci sia digitata o mostrata attraverso il job corrente. Si può avere la necessità di redirigere I/O in o da un file per un job in background. La propria tastiera è solamente connessa al corrente job in foreground.
Il comando built-in jobs permette di elencare i propri job in background. Si può usare il comando kill(1) per terminare un job in background. In questi comandi, con la notazione %n ci si riferisce all'n-esimo job in background, rimpiazzando n con il numero di job proveniente dall'output di jobs. Quindi si termina il secondo job in background con kill %2 e si riprende il terzo job in foreground con fg %3.
La shell C, la shell Korn e molte altre shell avanzate, mantengono informazioni sui comandi che sono stati eseguiti in shell. La quantità di storia memorizzabile dipende dalla shell utilizzata. Qui si descriveranno le caratteristiche di history della shell C.
Si possono usare le variabili history e savehist per settare rispettivamente quanti comandi della shell corrente memorizzare e per quanti login mantenerli. Si può inserire in .cshrc la seguente linea per memorizzare 100 comandi della shell corrente fino a 50 prossimi login.
set history=100 savehist=50
La shell mantiene traccia della storia dei comandi tra un login e l'altro memorizzandola nel file ~/.history.
Si può usare il comando built-in history per richiamare i comandi eseguiti precedentemente, ad esempio per stampare gli ultimi 10:
% history 10 52 cd workshop 53 ls 54 cd Unix_intro 55 ls 56 pwd 57 date 58 w 59 alias 60 history 61 history 10
Si può ripetere l'ultimo comando digitando !!:
% !! 53 ls 54 cd Unix_intro 55 ls 56 pwd 57 date 58 w 59 alias 60 history 61 history 10 62 history 10
Si può ripetere un comando numerato introducendo il numero con un !, esempio:
% !57 date Tue Apr 9 09:55:31 EDT 1996
Si può ripetere un comando che inizia con qualche stringa, introducendo la parte iniziale univoca della stringa con un !, esempio:
% !da date Tue Apr 9 09:55:31 EDT 1996
Quando la shell valuta la linea di comando verifica subito la sostituzione di history prima di interpretare qualche altra cosa. Per usare uno di questi caratteri speciali in un comando di shell è necessario usare un escape, o effettuare un quoting, apporrendo un \ prima del carattere, esempio \!. I caratteri di sostituzione di history sono sintetizzati nella tabella seguente:
Tabella 5-1. Comandi di sostituzione di history per la shell C
Comando | Funzione sostitutiva |
---|---|
!! | ripete l'ultimo comando |
!n | ripete il comando numero n |
!-n | ripete l'n-esimo comando partendo dall'ultimo |
!str | ripete il comando che inizia con la stringa str |
!?str? | ripete il comando con all'interno str |
!?str?% | seleziona il primo argomento che ha str all'interno |
!: | ripete l'ultimo comando, generalmente usato con una modifica |
!:n | seleziona l'n-esimo argomento dell'ultimo comando (n=0 è il nome del comando) |
!:n-m | seleziona gli argomenti tra l'n-esimo e l'm-esimo argomento dell'ultimo comando |
!^ | seleziona il primo argomento dell'ultimo comando (come !:1) |
!$ | seleziona l'ultimo argomento dell'ultimo comando |
!* | seleziona tutti gli argomenti del precedente comando |
!:n* | seleziona gli argomenti dall'n-esimo all'ultimo, incluso, del precedente comando |
!:n- | seleziona gli argomenti dall'n-esimo all'ultimo, escluso, del precedente comando |
^str1^str2^ | rimpiazza str1 con str2 nella prima occorrenza nel precedente comando |
!n:s/str1/str2/ | sostituisce str1 con str2 nella prima occorrenza nell'n-esimo comando, finendo con una sostituzione globale g |
Altre informazioni sono descritte nelle pagine man.
Per cambiare la propria shell si usano generalmente i comandi chsh(1) o passwd -e. Il flag di opzione, qui -e
,
può cambiare da sistema a sistema (-s
su sistemi
basati su BSD), quindi verificare le proprie pagine man sul proprio sistema per un uso corretto. Alcune
volte questa caratteristica è disabilitata. Se non si riesce a cambiare la propria
shell contattare il proprio amministratore di sistema (System Administrator).
La nuova shell deve essere un path name assoluto di una valida shell sul sistema. Le shell disponibili variano da sistema a sistema. Inoltre il path name assoluto della shell può cambiare. Normalmente, per la shell Bourne e la shell C sono standard e sono:
/bin/sh
/bin/csh
Alcuni sistemi hanno anche la shell Korn standard normalmente in:
/bin/ksh
Altre shell, che sono poco popolari e non distribuite normalmente dal venditore di OS, sono bash(1) e tcsh(1). Queste potrebbero essere situate in /bin o in una directory locale, esempio /usr/local/bin o /opt/local/bin. Se si sceglie una shell non standard del OS, ci si deve assicurare che quella shell e tutte le shell di login disponibili sul sistema siano elencate nel file /etc/shells. Se questo file esiste e la propria shell non è elencata in esso, il demone per il trasferimento di file, ftpd(8), ti impedirà una connessione ftp su questa macchina. Se tale file non esiste, solamente account con shell “standard” possono connettersi via ftp(1).
Si può sempre provare una shell prima di settarla come la propria shell di default. Per fare questo si deve digitare il nome della shell che si desidera utilizzare, come qualsiasi altro comando.
Uno dei più importanti contributi che Unix ha dato ai sistemi operativi è stato quello di fornire molti strumenti per creare lavori ordinari e per ottenere le informazioni che si desiderano. Un altro è rappresentato dal modo standard con cui i dati sono memorizzati e trasmessi in un sistema Unix. Questo permette di trasferire dati in un file, nel terminale video o in un programma, oppure da un file, dalla tastiera o da un programma, sempre in maniera uniforme. Il trattamento standardizzato dei dati supporta due importanti caratteristiche di Unix: la redirezione di I/O e il piping.
Con la redirezione dell'output, l'output di un comando viene rediretto su un file piuttosto che sul terminale video. Con la redirezione dell'input, l'input di un comando viene preso da un file piuttosto che dalla tastiera. Sono possibili altre tecniche di redirezione dell'input e dell'output come si vedrà in seguito. Con il piping, l'output di un comando può essere usato come input di un comando successivo. In questo capitolo si discuterà di alcune delle caratteristiche e degli strumenti disponibili per gli utenti Unix.
Ci sono 3 descrittori di file standard:
stdin(4) | 0 | Standard input per il programma |
stdout(4) | 1 | Standard output dal programma |
stderr(4) | 2 | Standard error (output) dal programma |
Normalmente l'input viene preso dalla tastiera o da un file. Generalmente l'output, sia stdout(4) che stderr(4), scorre nel terminale, ma può essere rediretto, uno o entrambi, su uno o più file.
Si possono specificare descrittori di file addizionali, denotandoli con un numero da 3 a 9 e redirigendo l'I/O attraverso questi.
La redirezione dell'output prende l'output di un comando e lo posiziona nel file specificato. La redirezione dell'input legge il file specificato come input per un comando. La tabella che segue sintetizza le possibili modalità di redirezione.
Tabella 6-1. Redirezione di file
SIMBOLO | REDIREZIONE |
---|---|
> | redirezione dell'output |
>! | come sopra, ma non tiene conto dell'opzione noclobber per csh(1) |
>> | appende l'output |
>>! | come sopra, ma non tiene conto dell'opzione noclobber su csh(1) e crea il file se non esiste |
| | incanala (pipe) l'output nell'input di un altro comando |
< | redirezione dell'input |
<<Stringa | legge da standard input fino a quando incontra una linea contenente solo la parola Stringa. Anche conosciuto come here document (vedere il Capitolo 9) |
<<\Stringa | come sopra, ma le sostituzioni di shell non sono permesse |
Un esempio di redirezione dell'output è:
cat file1 file2 > file3
Il precedente comando concatena file1 e file2 e redirige (manda) l'output in file3. Se file3 non esiste, viene creato. Se esiste, verrà troncato a lunghezza zero prima che il nuovo contenuto sia inserito, oppure, se l'opzione noclobber della shell csh(1) è abilitata, il comando verrà rifiutato (vedere la shell csh(1) nel Capitolo 5). I file originali file1 e file2 rimarranno come erano prima dell'esecuzione del comando, ossia due entità separate.
L'output viene appeso a un file con la forma:
cat file1 >> file2
Questo comando appende il contenuto di file1 alla fine dell'esistente file2 (file2 non viene soprascritto).
L'input è rediretto (preso) da un file con la forma:
programma < file
Questo comando prende l'input per il programma da file.
Per incanalare (pipe) l'output di un programma nell'input di un altro programma si usa la forma:
comando|comando
Questo comando assegna l'output del primo comando all'input del secondo comando.
>& file | redirige stdout(4) e stderr(4) in file |
>>& file | appende stdout(4) e stderr(4) in file |
|& comando | crea una pipe tra stdout(4)-stderr(4) e il comando |
Per redirigere stdout(4) e stderr(4) in due file separati si deve prima redirigere stdout(4) in una sotto-shell, così:
% (comando > out_file) >& err_file
2> file | redirige stderr(4) in file |
> file 2>&1 | redirige stdout(4) e stderr(4) in file |
>> file 2>&1 | appende stdout(4) e stderr(4) in file |
2>&1 | comando | crea una pipe tra stdout(4)-stderr(4) e il comando |
Per redirigere stdout(4) e stderr(4) in due file separati si può fare:
$ comando 1> out_file 2> err_file
oppure, data la redirezione di default per stdout(4):
$ comando > out_file 2> err_file
Con la shell Bourne si possono specificare altri descrittori di file (da 3 a 9) e redirigere l'output attraverso questi. Questo può essere fatto con la forma:
Questo meccanismo viene utilizzato per mandare stderr(4) nello stesso posto di stdout(4), 2>&1, quando si vuole avere i messaggi di errore e i normali messaggi in un file piuttosto che sul terminale. Se si vuole che solamente i messaggi di errore vadano nel file, si può usare un descrittore di file di supporto, 3. Si redirige prima 3 su 2, quindi 2 su 1 e in fine si redirige 1 su 3.
$ (comando 3>&2 2>&1 1>&3) > file
Questo manda stderr(4) in 1 e stdout(4) in 3 che è rediretto su 2. In questo modo, in effetti, si ribaltano i normali significati dei descrittori di file 1 e 2. Si può sperimentare tutto questo con l'esempio seguente:
$ (cat file 3>&2 2>&1 1>&3) > errfile
Quindi se file è letto, l'informazione è scartata dall'output del comando, ma se file non può essere letto, i messaggi di errore sono messi nel file errfile per usi futuri.
I descrittori di file che sono stati creati possono essere chiusi con:
Oltre ai simboli di redirezione dei file ci sono altri simboli speciali che si possono usare su linea di comando. Alcuni di questi sono:
; | separatore di comandi |
& | esegue un comando in background |
&& | esegue il comando seguente (a questo simbolo) solamente se il comando precedente (a questo simbolo) è stato completato con successo, esempio: grep stringa file && cat file |
|| | esegue il comando seguente (a questo simbolo) solamente se il comando precedente (a questo simbolo) non è stato completato con successo, esempio: grep stringa file || echo "Stringa non trovata." |
( ) | i comandi tra parentesi sono eseguiti in una sotto-shell. L'output della sotto-shell può essere manipolato come specificato nelle precedenti sezioni. |
' ' | segni di quoting letterali. All'interno di questi segni di quoting non viene permesso ad alcuni caratteri di assumere significati speciali. |
\ | considera il prossimo carattere letteralmente (escape) |
" " | segni di quoting regolari. All'interno di questi segni di quoting sono permesse sostituzioni di variabili e di comando (non disattivano $ e \ all'interno della stringa). |
`comando` | prende l'output del comando e lo sostituisce nell'argomento su linea di comando |
# | ogni cosa che lo segue fino a un newline è un commento |
Inoltre, il carattere \ può essere usato per effettuare un escape sul carattere di newline, in modo tale da continuare un lungo comando su più di una linea fisica di testo.
La shell e alcuni programmi di manipolazione testo permettono i meta-caratteri, chiamati anche wild card, i quali vengono rimpiazzati dai corrispondenti schemi (pattern). Per i nomi di file questi meta-caratteri e i loro significati sono:
? | indica un singolo carattere alla posizione indicata |
* | indica una stringa di zero o più caratteri |
[abc...] | indica un carattere tra quelli racchiusi |
[a-e] | indica un carattere tra quelli nel range a, b, c, d, e |
[!def] | indica un carattere tra quelli non inclusi in parentesi, solamente sh(1) |
{abc,bcd,cde} | indica un set di caratteri tra quelli inclusi in parentesi, separati da una virgola (,) (niente spazi), solamente csh(1) |
~ | indica la directory home dell'utente corrente, solamente csh(1) |
~user | indica la directory home dell'utente specificato, solamente csh(1) |
Alcuni programmi di manipolazione del testo come grep(1), egrep(1), sed(1), awk(1) e vi(1) consentono di ricercare uno schema (pattern) piuttosto che una stringa fissa. Questi schemi testuali sono conosciuti come espressioni regolari. Si può formare un'espressione regolare combinando caratteri normali con caratteri speciali, anche conosciuti come meta-caratteri, secondo le successive regole. Con queste espressioni regolari si può confrontare uno schema su dati testuali. Le espressioni regolari si presentano in tre diverse forme:
Ancoraggi | legano lo schema a una posizione sulla linea |
Serie di caratteri | indicano un carattere in una singola posizione |
Modificatori | specificano quante volte ripetere l'espressione precedente |
Segue la sintassi delle espressioni regolari. Alcuni programmi accettano tutte queste sintassi, altri ne accettano solo alcune:
. | indica un singolo carattere eccetto quello di newline |
* | indica zero o più istanze del singolo carattere (o meta-carattere) che lo precede |
[abc] | indica un carattere tra quelli racchiusi |
[a-d] | indica un carattere tra quelli compresi nel range |
[^exp] | indica un carattere tra quelli non inclusi nell'espressione |
^abc | l'espressione regolare deve iniziare all'inizio della linea (Ancoraggio) |
abc$ | l'espressione regolare deve finire alla fine della linea (Ancoraggio) |
\ | tratta il carattere successivo letteralmente. Viene normalmente usato per mantenere inalterato il significato di un carattere speciale come . e *. |
\{n,m\} | confronta l'espressione regolare precedente un numero minimo n di volte e un numero massimo m di volte (n e m possono assumere valori tra 0 e 255). I simboli \{ e \} dovrebbero essere intesi come singoli operatori. In questo caso il simbolo \ che precede le parentesi non è il carattere di escape, ma assume un nuovo significato. |
\<abc\> | confronta l'espressione regolare racchiusa trattandola come una singola parola. I limiti della parola sono definiti iniziando con un newline o qualche altra cosa, eccetto una lettera, una cifra o un underscore ( _ ), e finendo con la stessa cosa o con un carattere di fine linea. Ancora, i simboli \< e \> dovrebbero essere intesi come singoli operatori. |
\(abc\) | salva lo schema racchiuso in un buffer. Possono essere salvati per ogni linea fino a nove schemi. È possibile riferirsi a questi schemi tramite la combinazione di caratteri \n. Ancora una volta i simboli \( e \) dovrebbero essere intesi come singoli operatori. |
\n | dove n varia tra 1 e 9. Confronta l'n-sima espressione precedentemente salvata per la linea corrente. Le espressioni sono numerate partendo da sinistra. Il simbolo \n dovrebbe essere inteso come un singolo operatore. |
& | mostra lo schema di ricerca precedente (usato al posto della stringa) |
Ci sono alcuni meta-caratteri usati solamente da awk(1) e egrep(1). Questi sono:
+ | confronta una o più delle espressioni precedenti (a questo simbolo) |
? | confronta zero o alcune delle espressioni precedenti (a questo simbolo) |
| | separatore. Confronta sia l'espressione precedente (a questo simbolo) sia quella seguente |
( ) | raggruppa le espressioni regolari all'interno delle parentesi e applica una serie di confronti |
Alcuni esempi di espressioni regolari comuni sono:
espressione regolare | indica |
---|---|
cat | la stringa cat |
.at | alcune occorrenze di un carattere precedente ad at, come cat, rat, mat, bat, fat, hat |
xy*z | alcune occorrenze di un x, seguite da zero o più y e seguite da una z. |
^cat | cat all'inizio della linea |
cat$ | cat alla fine della linea |
\* | alcune occorrenze di un asterisco |
[cC]at | cat o Cat |
[^a-zA-Z] | alcune occorrenze di caratteri non alfabetici |
[0-9]$ | alcune linee che finiscono con un numero |
[A-Z][A-Z]* | una o più lettere maiuscole |
[A-Z]* | zero o alcune lettere maiuscole (in altre parole, qualcosa) |
Tabella 7-1. Comandi di manipolazione del testo
Comando/Sintassi | Cosa fa |
---|---|
awk/nawk [opzioni] file | esamina gli schemi (pattern) all'interno di un file ed elabora i risultati |
grep/egrep/fgrep [opzioni] 'stringa di ricerca' file | ricerca nell'argomento (in questo caso probabilmente un file) tutte le occorrenze della stringa di ricerca e le elenca |
sed [opzioni] file | editor di flusso per manipolare file da uno script o da linea di comando |
Questa sezione fornisce un'introduzione all'uso delle espressioni regolari con grep(1).
L'utility grep(1) viene usata per ricercare espressioni regolari comuni che si presentano nei file Unix. Le espressioni regolari, come quelle viste in precedenza, sono meglio specificate all'interno di apostrofi (o caratteri di quoting singoli) quando usate con l'utility grep(1). L'utility egrep(1) fornisce una capacità di ricerca attraverso un set esteso di meta-caratteri. La sintassi dell'utility grep(1), alcune delle possibili opzioni e alcuni semplici esempi sono mostrati di seguito.
Sintassi
grep [opzioni] expreg [file]
Opzioni generali
-i |
ignora la differenza tra caratteri maiuscoli e minuscoli |
-c |
riporta solamente la somma del numero di linee contenenti le corrispondenze, non le corrispondenze stesse |
-v |
inverte la ricerca, visualizzando solo le linee senza corrispondenza |
-n |
mostra un numero di linea insieme alla linea su cui è stata trovata una corrispondenza |
-s |
lavora in silenzio, riportando solo lo stato finale: |
0, per corrispondenze trovate | |
1, per nessuna corrispondenza | |
2, per errori | |
-l |
elenca i nomi dei file, ma non le linee, nei quali sono state trovate corrispondenze |
Esempi:
Si consideri il seguente file:
{Unix prompt 5} cat num.list 1 15 fifteen 2 14 fourteen 3 13 thirteen 4 12 twelve 5 11 eleven 6 10 ten 7 9 nine 8 8 eight 9 7 seven 10 6 six 11 5 five 12 4 four 13 3 three 14 2 two 15 1 one
Ecco alcuni esempi di grep(1) usando tale file. Nel primo si ricerca il numero 15:
{Unix prompt 6} grep '15' num.list 1 15 fifteen 15 1 one
Ora si usa l'opzione -c
per contare il numero di linee che
corrispondono al precedente criterio di ricerca:
{Unix prompt 7} grep -c '15' num.list 2
Qui la ricerca è più generale: si selezionano tutte le linee che contengono il carattere 1 seguito da un 1 o un 2 o un 5:
{Unix prompt 8} grep '1[125]' num.list 1 15 fifteen 4 12 twelve 5 11 eleven 11 5 five 12 4 four 15 1 one
Ora si ricercano tutte le linee che iniziano con uno spazio:
{Unix prompt 9} grep '^ ' num.list 1 15 fifteen 2 14 fourteen 3 13 thirteen 4 12 twelve 5 11 eleven 6 10 ten 7 9 nine 8 8 eight 9 7 seven
Ora tutte le linee che non iniziano con uno spazio:
{Unix prompt 10} grep '^[^ ]' num.list 10 6 six 11 5 five 12 4 four 13 3 three 14 2 two 15 1 one
L'ultimo esempio può anche essere realizzato usando l'opzione -v
insieme all stringa di ricerca originale, esempio:
{Unix prompt 11} grep -v '^ ' num.list 10 6 six 11 5 five 12 4 four 13 3 three 14 2 two 15 1 one
Ora si ricercano tutte le linee che iniziano con carattere compreso tra 1 e 9:
{Unix prompt 12} grep '^[1-9]' num.list 10 6 six 11 5 five 12 4 four 13 3 three 14 2 two 15 1 one
In questo esempio si ricercano alcune istanze di t seguite da zero o alcune occorrenze di e:
{Unix prompt 13} grep 'te*' num.list 1 15 fifteen 2 14 fourteen 3 13 thirteen 4 12 twelve 6 10 ten 8 8 eight 13 3 three 14 2 two
In questo esempio si ricercano alcune istanze di t seguite da una o alcune occorrenze di e:
{Unix prompt 14} grep 'tee*' num.list 1 15 fifteen 2 14 fourteen 3 13 thirteen 6 10 ten
Si può prendere il proprio input da un programma, anzichè da un file. Qui si riportano alcune linee di output del comando who(1) che iniziano con la lettera l.
{Unix prompt 15} who | grep '^l' lcondron ttyp0 Dec 1 02:41 (lcondron-pc.acs.)
L'editor di flusso non interattivo sed(1) manipola un flusso di input, linea per linea, creando specifici cambiamenti e mandando il risultato su standard output.
Sintassi
sed [opzioni] comando_di_editing [file]
Il formato per i comandi di editing è:
[indirizzo1[,indirizzo2]] [funzione] [argomenti]
dove gli indirizzi sono facoltativi e possono essere separati dalla funzione tramite spazi o tab. La funzione è obbligatoria. L'argomento può essere facoltativo o obbligatorio a seconda della funzione usata.
Gli indirizzi di linea numerati sono numeri decimali di linea che partono dalla prima linea di input e si incrementano di uno per ogni linea. Se vengono stabiliti più file di input il contatore continua cumulativamente attraverso i file. L'ultima linea di input può essere specificata con il carattere $.
Gli indirizzi di contesto sono schemi di espressioni regolari racchiusi tra caratteri di slashe (/).
I comandi possono avere 0, 1 o 2 indirizzi separati da virgola con i seguenti effetti:
# indirizzi | linee considerate |
---|---|
0 | tutte le linee di input |
1 | solamente le linee che corrispondono agli indirizzi specificati |
2 | dalla prima linea che corrisponde al primo indirizzo fino alla linea che corrisponde al secondo indirizzo, inclusa. Il processo viene ripetuto per le linee interne. |
Le funzioni di sostituzione permettono di ricercare contesti e sono specificate nella forma:
s/schema_espressione_regolare/stringa_di_rimpiazzo/flag
e possono essere quotate con caratteri di quoting singoli (') se sono specificate opzioni o funzioni aggiuntive. Questi schemi sono identici agli indirizzi di contesto, eccetto che, mentre questi sono normalmente chiusi tra slashe (/), nelle funzioni sono permessi alcuni normali caratteri per specificare i delimitatori, oltre a newline e spazio. La stringa di rimpiazzo non è uno schema di espressione regolare; qui i caratteri non hanno significati speciali, fatta eccezione di:
& | che sostituisce tale simbolo con la stringa schema_espressione_regolare |
\n | sostituisce tale simbolo con l'n-esima stringa corrispondente a schema_espressione_regolare chiusa tra una coppia di '\(','\)' |
Questi caratteri speciali possono essere messi in escape con il carattere backslash (\) per rimuovere il loro significato speciale.
Opzioni generali
-e script |
script di editing |
-n |
non stampa l'output di default, ma solamente quelle linee specificate dalle funzioni p o s///p |
-f script_file |
prende lo script di editing dal file specificato |
Alcune valide flag per le funzioni sostitutive sono:
Esempi:
Questo esempio modifica tutte le accidentali virgole (,) in una virgola seguita da uno spazio (, ) quindi crea l'output:
% cat filey | sed s/,/,\ /g
Il seguente esempio rimuove tutte le accidentali Jr precedute da uno spazio (Jr) all'interno del file filey:
% cat filey | sed s/\ Jr//g
Per realizzare operazioni multiple sull'input, si precede ogni operazione con
l'opzione -e
(edit) e si quota la stringa. Ad esempio, per
filtrare le linee contenenti “Date: ” e “From: ” e rimpiazzarle
senza i due punti (:):
% sed -e 's/Date: /Date /' -e 's/From: /From /'
Per visualizzare solamente le linee del file che iniziano con “Date:” e includerne una che inizia con “Name:”:
% sed -n '/^Date:/,/^Name:/p'
Per stampare solamente le prime 10 linee dell'input (un rimpiazzo di head(1)):
% sed -n 1,10p
awk(1) è un linguaggio di elaborazione e ricerca di schemi. Il suo nome deriva dalle ultime iniziali dei tre autori: Alfred. V. Aho, Peter. J.Weinberger e Brian. W. Kernighan. nawk è un nuovo awk(1), una nuova versione del programma e gawk(1) è il gnu awk(1), da parte della Free Software Foundation. Ogni versione è leggermente differente. Qui ci si limiterà ad illustrare semplici esempi che potrebbero andar bene per tutte le versioni. In alcuni sistemi operativi awk(1) è in realtà nawk.
awk(1) ricerca schemi
nel suo input e realizza le operazioni specificate su ogni linea o sui campi di linea che
contengono tali schemi. Le espressioni dello schema di confronto per awk(1) possono essere
specificate sia attraverso linea di comando, sia inserendole in un file e usando
l'opzione -f file_programma
.
Sintassi
awk programma [file]
dove programma è composto da uno o più dei seguenti campi:
schema { azione }
Ogni linea di input viene verificata con lo schema di confronto insieme alla specifica azione che bisogna realizzare per ogni corrispondenza trovata. Questo continua attraverso la completa sequenza di schemi, quindi la prossima linea di input viene verificata.
L'input è diviso tra record e campi. Il separatore di record di default è newline e la variabile NR tiene il conto dei record. Il separatore di campo di default è uno spazio bianco, spazi e tab, e la variabile NF tiene il conto dei campi. I separatori di input del campo, FS e del record, RS, possono essere settati in qualsiasi momento per farli corrispondere a singoli caratteri specifici. I separatori di output del campo, OFS e del record, ORS, possono essere modificati, se si desidera, con singoli caratteri specifici. $n, dove n è un intero, viene usato per rappresentare l'n-esimo campo di un record di input, mentre $0 rappresenta l'intero record di input.
BEGIN e END sono speciali schemi che vengono verificati rispettivamente all'inizio dell'input, prima che il primo campo sia letto e alla fine dell'input, dopo che l'ultimo campo è stato letto.
La stampa è permessa attraverso l'istruzione print e l'istruzione per la stampa formattata printf.
Gli schemi (pattern) possono essere espressioni regolari, espressioni aritmetiche relazionali, espressioni di valutazione di stringhe e combinazioni buleane di alcune di queste. In quest'ultimo caso gli schemi possono essere combinati con i seguenti operatori buleani, usando le parentesi per definire le combinazioni:
La separazione di schemi con virgole definisce un range in cui lo schema è applicabile, esempio:
/primo/,/ultimo/
seleziona tutte le linee partendo con quella che contiene primo e continuando inclusivamente fino alla linea che contiene ultimo.
Per selezionare le linee da 15 a 20 si usa il seguente schema:
NR==15 , NR==20
Le espressioni regolari devono essere chiuse tra slashe (/) e i meta-caratteri possono essere messi in escape con il carattere di backslash (\). Le espressioni regolari possono essere raggruppate con gli operatori seguenti:
Un confronto di espressione regolare può essere specificato con:
Quindi il programma:
$1 ~ /[Ff]rank/
è vero se il primo campo, $1, contiene "Frank" o "frank" dovunque all'interno del campo. Per confrontare un campo identico a "Frank" o "frank" si usa:
$1 ~ /^[Ff]rank$/
Le espressioni relazionali sono permesse usando i seguenti operatori relazionali:
Non si può conoscere su due piedi se le variabili sono stringhe o numeri. Se nessun operando è riconosciuto per essere un numero, sono realizzati confronti di stringhe. Altrimenti, viene realizzata una comparazione numerica. In mancanza di informazioni per il contrario, viene realizzata una comparazione di stringa, così questa:
$1 > $2
verrà valutata con valori di tipo stringa. Per assicurarsi una valutazione numerica, costruire qualcosa simile a:
( $1 + 0 ) > $2
Le funzioni matematiche exp, log e sqrt sono di tipo built-in.
Altre funzioni built-in sono:
index(s,t) | ritorna la posizione della stringa s dove si presenta il primo t o 0 se non esiste |
lenght(s) | ritorna la lunghezza della stringa s |
substr(s,m,n) | ritorna l'n-esimo carattere della sottostringa di s, iniziando dalla posizione m |
Gli array sono dichiarati automaticamente quando vengono usati, per esempio:
arr[i]=$1
assegna il primo campo del corrente record di input all'i-esimo elemento dell'array.
Le espressioni di controllo di flusso if-else, while e for sono permesse con la sintassi del C:
for (i=1; i <= NF; i++) {azioni}
while (i<=NF) {azioni}
if (i<NF) {azioni}
Opzioni generali
-f file_programma |
legge i comandi dal file specificato |
-Fc |
usa il carattere c come il carattere di separatore di campo |
Esempi:
% cat filex | tr a-z A-Z | awk -F: '{printf("7R %-6s %-9s %-24s \n",$1,$2,$3)}' > upload.file
effettua cat su filex, che è formattato in questo modo:
nfb791:99999999:smith 7ax791:999999999:jones 8ab792:99999999:chen 8aa791:999999999:mcnulty
cambiando tutti i caratteri minuscoli in caratteri maiuscoli con l'utility tr(1) e formattando il file come mostrato di seguito, il quale viene scritto nel file upload.file
7R NFB791 99999999 SMITH 7R 7AX791 999999999 JONES 7R 8AB792 99999999 CHEN 7R 8AA791 999999999 MCNULTY
Questa sezione descrive alcuni comandi che possono risultare utili nell'esaminare e manipolare il contenuto dei propri file.
Tabella 8-1. Utilità file
Comando/Sintassi | Cosa fa |
---|---|
cmp [opzioni] file1 file2 | confronta due file e mostra dove avvengono le differenze (file di testo e file binari) |
cut [opzioni] [file] | taglia specifici campi/caratteri dalle linee di un file |
diff [opzioni] file1 file2 | confronta due file e mostra le differenze (solamente file di testo) |
file [opzioni] file | classifica il tipo di file |
find directory [opzioni] [azioni] | cerca file basandosi sul tipo o su uno schema |
ln [opzioni] sorgente destinazione | crea un link (collegamento) a sorgente chiamato destinazione |
paste [opzioni] file | aggiunge campi all'interno di un file |
sort [opzioni] file | riordina le linee di un file in accordo con le opzioni specificate |
strings [opzioni] file | riporta sequenze di 4 o più caratteri stampabili terminati con <NL> o <NULL>. Normalmente utilizzato per ricercare stringhe ASCII in file binari. |
tee [opzioni] file | copia standard output in uno o più file |
touch [opzioni] [data/ora] file | crea un file vuoto o aggiorna la data di accesso di un file esistente |
tr [opzioni] stringa1 stringa2 | traduce i caratteri di stringa1 provenienti da standard input in quelli di stringa2 per standard output |
uniq [opzioni] file | rimuove le linee ripetute in un file |
wc [opzioni] [file] | mostra il numero di parole (o di caratteri o di linee) di un file |
Il comando cmp(1) confronta due file, e (senza opzioni) riporta la posizione della loro prima differenza. Può trattare confronti sia tra file ASCII sia tra file binari. Il comando compie una comparazione byte-per-byte.
Sintassi
cmp [opzioni] file1 file2 [salto1] [salto2]
I numeri di salto sono i numeri di byte da saltare in ogni file prima di iniziare il confronto.
Opzioni generali
Esempi:
Dati i file mon.logins e tues.logins:
ageorge ageorge bsmith cbetts cbetts jchen jchen jdoe jmarsch jmarsch lkeres lkeres mschmidt proy sphillip sphillip wyepp wyepp
Il confronto dei due file produce:
% cmp mon.logins tues.logins mon.logins tues.logins differ: char 9, line 2
Di default il comando riporta solamente la prima differenza trovata.
Questo comando è utile nel determinare quale versione di un file dovrebbe essere mantenuta quando c'è più di una versione dello stesso file.
Il comando diff(1) confronta due file, due directory, ecc., e riporta tutte le differenze tra i due. Questo comando tratta solamente file ASCII. Il suo formato di output è stato progettato per fornire i cambiamenti necessari per convertire il primo file nel secondo.
Sintassi
diff [opzioni] file1 file2
Opzioni generali
-b |
ignora spazi contigui |
-i |
ignora la differenza tra lettere minuscole e maiuscole |
-w |
ignora i caratteri di spazio e tab |
-e |
produce un formato di output da utilizzare con l'editor ed(1) |
-r |
esegue diff(1) ricorsivamente attraverso le sotto-directory |
Esempi:
Per i file sopra citati mon.logins e tues.logins, le loro differenze sono:
% diff mon.logins tues.logins 2d1 < bsmith 4a4 > jdoe 7c7 < mschmidt --- > proy
Notare che l'output mostra sia l'elenco delle differenze sia in quale file queste esistono. Le linee del primo file sono precedute da < e quelle del secondo file sono precedute da >.
Il comando cut(1) permette di estrarre una parte di un file che verrà utilizzata per un altro scopo.
Sintassi
cut [opzioni] file
Opzioni generali
-c lista_caratteri |
posizioni dei caratteri da selezionare (il primo carattere è in posizione 1) |
-d delimitatore |
delimitatore di campo (tab di default) |
-f lista_campi |
campi da selezionare (il primo campo è 1) |
Sia la lista dei caratteri che quella dei campi possono contenere numeri (in ordine crescente) separati da virgole o da spazi bianchi e possono contenere un trattino (-) per indicare un range. La mancanza di un numero prima del trattino (esempio -5) o dopo il trattino (esempio 5-), specifica rispettivamente un range completo che inizia con il primo carattere o campo, o finisce con l'ultimo carattere o campo. I caratteri bianchi di separazione di lista devono essere chiusi tra caratteri di quoting. I campi di delimitazione possono essere chiusi tra quoting se hanno un significato speciale di shell, ad esempio quando specificano un carattere di tab o spazio.
Esempi:
In questi esempi si userà il file users:
jdoe John Doe 4/15/96 lsmith Laura Smith 3/12/96 pchen Paul Chen 1/5/96 jhsu Jake Hsu 4/17/96 sphilip Sue Phillip 4/2/96
Se si desidera solo lo username e il nome reale dell'utente, il comando cut(1) può essere usato per ottenere solamente queste informazioni:
% cut -f 1,2 users jdoe John Doe lsmith Laura Smith pchen Paul Chen jhsu Jake Hsu sphilip Sue Phillip
Il comando cut(1) può
essere usato con altre opzioni. L'opzione -c
permette di
selezionare caratteri. Per selezionare i primi 4 caratteri:
% cut -c 1-4 users
che produrrà:
jdoe lsmi pche jhsu sphi
in questo modo si selezionano solamente i primi 4 caratteri di ogni linea.
Il comando paste(1) permette di combinare insieme due file. In una fusione, il delimitatore di default tra le colonne è un tab, ma le opzioni permettono di usare altri delimitatori.
Sintassi
paste [opzioni] file1 file2
Opzioni generali
L'elenco dei delimitatori può comprendere singoli caratteri come una virgola, una stringa quotata, uno spazio o alcune delle seguenti sequenze di escape:
Può essere necessario quotare i delimitatori che hanno significati speciali di shell.
Un trattino (-) al posto di un nome di file viene usato per indicare che quel campo dovrebbe venire da standard input.
Esempi:
Dato il file users:
jdoe John Doe 4/15/96 lsmith Laura Smith 3/12/96 pchen Paul Chen 1/5/96 jhsu Jake Hsu 4/17/96 sphilip Sue Phillip 4/2/96
e il file phone:
John Doe 555-6634 Laura Smith 555-3382 Paul Chen 555-0987 Jake Hsu 555-1235 Sue Phillip 555-7623
il comando paste(1) può essere usato in combinazione con il comando cut(1) per creare un nuovo file, listing, che include per tutti gli utenti lo username, il nome reale, l'ultimo login e il numero di telefono. Prima si estraggono i numeri di telefono all'interno del file temporaneo temp.file:
% cut -f2 phone > temp.file 555-6634 555-3382 555-0987 555-1235 555-7623
Il risultato può essere incollato alla fine di ogni linea di users e quindi rediretto nel nuovo file, listing:
% paste users temp.file > listing jdoe John Doe 4/15/96 237-6634 lsmith Laura Smith 3/12/96 878-3382 pchen Paul Chen 1/5/96 888-0987 jhsu Jake Hsu 4/17/96 545-1235 sphilip Sue Phillip 4/2/96 656-7623
Tutto questo può anche essere realizzato su una linea senza il file temporaneo, con lo stesso risultato:
% cut -f2 phone | paste users - > listing
In questo caso il trattino (-) funge come sostituto per il campo di input (indica cioè l'output del comando cut(1)).
Il comando touch(1) può essere usato per creare un nuovo (vuoto) file o per aggiornare l'ultima data/ora di accesso di un file esistente. Il comando viene usato primariamente quando uno script richiede la pre-esistenza di un file (ad esempio per appendere delle informazioni) o quando uno script controlla l'ultima data/ora in cui una funzione è stata realizzata.
Sintassi
touch [opzioni] [data/ora1] file
touch [opzioni] [-t data/ora2] file
Opzioni generali
-a |
cambia la data/ora di accesso al file (solamente SVR4) |
-c |
non crea il file se non esiste |
-f |
forza l'azione, nonostante i permessi di lettura/scrittura del file |
-m |
cambia la data/ora di modifica del file (solamente SVR4) |
-t data/ora2 |
usa la data/ora2 specificata, non la data/ora corrente (solamente SVR4) |
Quando si usa l'opzione -t data/ora2
, deve essere nella forma:
[[CC]YY] MMDDhhmm[.SS]
dove:
CC | prime due cifre dell'anno |
YY | seconde due cifre dell'anno |
MM | mese, 01-12 |
DD | giorno del mese, 01-31 |
hh | ora del giorno, 00-23 |
mm | minuti, 00-59 |
SS | secondi, 00-59 |
Il formato dell'opzione data/ora1
è:
MMDDhhmm[YY]
dove questi simboli hanno gli stessi significati dei simboli mostrati in precedenza.
La data non può essere settata prima del 1969 o dopo il 18 Gennaio 2038 (dipende dalle versione del sistema operativo Unix).
Esempi:
Per creare un file:
% touch filename
wc(1) sta per “conta parole”; il comando può essere usato per contare il numero di linee, di caratteri o di parole in un file.
Sintassi
wc [opzioni] file
Opzioni generali
Se nessuna opzione viene specificata, l'opzione di default è -lwc
.
Esempi:
Dato il file users:
jdoe John Doe 4/15/96 lsmith Laura Smith 3/12/96 pchen Paul Chen 1/5/96 jhsu Jake Hsu 4/17/96 sphilip Sue Phillip 4/2/96
il risultato dell'uso del comando wc(1) su tale file è il seguente:
% wc users 5 20 121 users
Il primo numero indica il numero di linee nel file, il secondo indica il numero di parole e il terzo numero indica il numero di caratteri.
Usando il comando wc(1) con una delle
opzioni sopra citate (-l
per linee; -w
per parole o -c
per caratteri) si
ottiene come risultato solo una delle precedenti informazioni. Per esempio, wc -l users produce il risultato seguente:
5 users
Il comando ln(1) crea un “link” (collegamento) o un modo aggiuntivo per accedere (o attribuisce un nome addizionale) a un altro file.
Sintassi
ln [opzioni] sorgente [destinazione]
Se non specificata, la destinazione di default è un file dello stesso nome di sorgente posto nella directory di lavoro corrente.
Opzioni generali
-f |
forza un link nonostante i permessi della destinazione; non riporta errori (solamente SVR4 ) |
-s |
crea un link simbolico |
Esempi:
Un link simbolico viene usato per creare un nuovo percorso a un altro file o directory. Per esempio, se un gruppo di utenti è abituato ad usare un comando chiamato chkmag, ma il comando è stato riscritto e il nuovo nome è chkit, creando un link simbolico gli utenti eseguiranno automaticamente chkit quando digitano il comando chkmag, eliminando la transizione per il nuovo comando.
Un link simbolico può essere creato nel modo seguente:
% ln -s chkit chkmag
Ora il lungo listato per questi due file è il seguente:
16 -rwxr-x--- 1 lindadb acs 15927 Apr 23 04:10 chkit 1 lrwxrwxrwx 1 lindadb acs 5 Apr 23 04:11 chkmag -> chkit
Notare che mentre i permessi di chkmag sono aperti a tutti, poichè è linkato a chkit, le caratteristiche dei permessi, del gruppo e del proprietario di chkit saranno rispettate quando chkmag viene invocato.
Con un link simbolico, il link può esistere senza che il file o la directory a cui è collegato esista.
Un hard link può solamente essere creato per un altro file sullo stesso file system, ma non per una directory (eccetto per il super-user). Un hard link crea un nuovo elemento di directory puntante allo stesso inode del file originale. Il file linkato deve esistere prima che l'hard link possa essere creato. Il file non sarà cancellato fino a quando tutti gli hard link saranno rimossi. Per linkare i due file precedenti tramite un hard link:
% ln chkit chkmag
Quindi un lungo listato mostra che il numero di inode (742) è lo stesso per entrambi i file:
% ls -il chkit chkmag 742 -rwxr-x--- 2 lindadb acs 15927 Apr 23 04:10 chkit 742 -rwxr-x--- 2 lindadb acs 15927 Apr 23 04:10 chkmag
Il comando sort(1) viene usato per ordinare le linee di un file. Si possono usare diverse opzioni per stabilire il modo di ordinamento e su quali campi ordinare il file. Senza opzioni, sort(1) confronta intere linee di un file e produce un ordinamento ASCII (prima i numeri, lettere maiuscole e quindi lettere minuscole).
Sintassi
sort [opzioni] [+pos1 [-pos2]] file
Opzioni generali
-b |
ignora gli spazi bianchi iniziali (spazi e tab) quando si stabiliscono i carattere di inizio e di fine per la chiave di ordinamento |
-d |
ordinamento a dizionario, sono rilevanti solamente le lettere, le cifre, spazi e tab |
-f |
uguaglia lettere maiuscole e minuscole |
-k chiave |
ordinamento su chiavi specifiche (non disponibile su tutti i sistemi) |
-i |
ignora i caratteri non stampabili |
-n |
ordinamento numerico |
-o outfile |
file di output |
-r |
ribalta l'ordine |
-t car |
usa car come il carattere di separatore di campo |
-u |
unico; trascura multiple copie di linee uguali (dopo l'ordinamento) |
+pos1 [-pos2] |
(vecchio stile) fornisce funzionalità simili all'opzione -k chiave . |
Per gli elementi di posizione
(+/-
), pos1 è il
numero di parola di inizio, iniziando da 0 e pos2 è il
numero di parola di fine. Quando -pos2 non è
specificato, il campo di ordinamento continua fino alla fine del file. Sia pos1 che pos2 possono
essere specificati nella forma w.c, dove w è il
numero di parola e c è il carattere
all'interno della parola. Per c 0
si specifica il delimitatore che precede il primo carattere e 1 è il primo carattere della parola. Questi elementi
possono essere seguiti da un tipo di modificatore, esempio n per numerico, b per saltare gli spazi bianchi ,ecc.
Il campo chiave dell'opzione -k
ha la seguente sintassi:
campo_inizio [tipo] [ ,campo_fine [tipo] ]
dove:
campo_inizio, campo_fine | definiscono le chiavi per restringere l'ordinamento su una porzione di linea |
tipo | modifica l'ordinamento: validi modificatori sono dati dai singoli caratteri (bdfiMnr)
derivanti dalle simili opzioni di ordinamento, ad esempio un tipo b equivale a -b , ma applicato solamente nello specifico campo di azione |
Esempi:
Dato il file users:
jdoe John Doe 4/15/96 lsmith Laura Smith 3/12/96 pchen Paul Chen 1/5/96 jhsu Jake Hsu 4/17/96 sphilip Sue Phillip 4/2/96
ordinando con sort(1) gli utenti si produce:
jdoe John Doe 4/15/96 jhsu Jake Hsu 4/17/96 lsmith Laura Smith 3/12/96 pchen Paul Chen 1/5/96 sphilip Sue Phillip 4/2/96
Se, tuttavia, si desidera un elenco in ordine di nome, si usa l'opzione per specificare su quale campo ordinare (i campi sono numerati partendo da 0):
% sort +2 users pchen Paul Chen 1/5/96 jdoe John Doe 4/15/96 jhsu Jake Hsu 4/17/96 sphilip Sue Phillip 4/2/96 lsmith Laura Smith 3/12/96
Per ribaltare l'ordine:
% sort -r users sphilip Sue Phillip 4/2/96 pchen Paul Chen 1/5/96 lsmith Laura Smith 3/12/96 jhsu Jake Hsu 4/17/96 jdoe John Doe 4/15/96
Un'opzione particolarmente utile di ordinamento è l'opzione -u
, che elimina gli elementi duplicati nel file mentre si ordina il
file. Per esempio, il file todays.logins:
sphillip jchen jdoe lkeres jmarsch ageorge lkeres proy jchen
mostra una lista di ogni username che ha effettuato il login nel sistema in giornata.
Se si vuole conoscere quanti unici utenti abbiano effettuato il login nel sistema in
giornata, usando sort(1) con l'opzione
-u
, la lista conterrà ciascun utente una volta sola.
(Il comando può essere mandato in pipe a wc -l per
ottenere direttamente il numero):
% sort -u todays.logins ageorge jchen jdoe jmarsch lkeres proy sphillip
Il comando tee(1) manda lo standard input nel file specificato e anche nello standard output. Viene spesso usato in una pipe di comandi.
Sintassi
tee [opzioni] [file]
Opzioni generali
Esempi:
In questo primo esempio l'output di who(1) è visualizzato sullo schermo e memorizzato nel file users.file:
brigadier: condron [55]> who | tee users.file condron ttyp0 Apr 22 14:10 (lcondron-pc.acs.) frank ttyp1 Apr 22 16:19 (nyssa) condron ttyp9 Apr 22 15:52 (lcondron-mac.acs)
brigadier: condron [56]> cat users.file condron ttyp0 Apr 22 14:10 (lcondron-pc.acs.) frank ttyp1 Apr 22 16:19 (nyssa) condron ttyp9 Apr 22 15:52 (lcondron-mac.acs)
Nel prossimo esempio l'output di who(1) viene mandato nei file users.a e users.b. Viene anche mandato in pipe con il comando wc(1), che riporta il numero di linee.
brigadier: condron [57]> who | tee users.a users.b | wc -l 3
brigadier: condron [58]> cat users.a condron ttyp0 Apr 22 14:10 (lcondron-pc.acs.) frank ttyp1 Apr 22 16:19 (nyssa) condron ttyp9 Apr 22 15:52 (lcondron-mac.acs)
Nell'esempio seguente un listato lungo di directory viene mandato nel file files.long. Inoltre viene messo in pipe con il comando grep(1) che riporta quali file sono stati modificati in Agosto.
brigadier: condron [60]> ls -l | tee files.long |grep Aug 1 drwxr-sr-x 2 condron 512 Aug 8 1995 News/ 2 -rw-r--r-- 1 condron 1076 Aug 8 1995 magnus.cshrc 2 -rw-r--r-- 1 condron 1252 Aug 8 1995 magnus.login
brigadier: condron [63]> cat files.long total 34 2 -rw-r--r-- 1 condron 1253 Oct 10 1995 #.login# 1 drwx------ 2 condron 512 Oct 17 1995 Mail/ 1 drwxr-sr-x 2 condron 512 Aug 8 1995 News/ 5 -rw-r--r-- 1 condron 4299 Apr 21 00:18 editors.txt 2 -rw-r--r-- 1 condron 1076 Aug 8 1995 magnus.cshrc 2 -rw-r--r-- 1 condron 1252 Aug 8 1995 magnus.login 7 -rw-r--r-- 1 condron 6436 Apr 21 23:50 resources.txt 4 -rw-r--r-- 1 condron 3094 Apr 18 18:24 telnet.ftp 1 drwxr-sr-x 2 condron 512 Apr 21 23:56 uc/ 1 -rw-r--r-- 1 condron 1002 Apr 22 00:14 uniq.tee.txt 1 -rw-r--r-- 1 condron 1001 Apr 20 15:05 uniq.tee.txt~ 7 -rw-r--r-- 1 condron 6194 Apr 15 20:18 Unixgrep.txt
Il comando uniq(1) filtra le linee adiacenti duplicate in un file.
Sintassi
uniq [opzioni] [+|-n] file [nuovo.file]
Opzioni generali
-d |
solo una copia delle linee ripetute |
-u |
seleziona solamente le linee non ripetute |
+n |
ignora i primi n caratteri |
-s n |
come sopra (solamente SVR4) |
-n |
salta i primi n campi, spazi inclusi (spazi e tab) |
-f campi |
come sopra (solamente SVR4) |
Esempi:
Si consideri il seguente file e l'esempio, dove uniq(1) rimuove la quarta linea da file e mette il risultato nel file nuovo.file.
{Unix prompt 1} cat file 1 2 3 6 4 5 3 6 7 8 9 0 7 8 9 0
{Unix prompt 2} uniq file nuovo.file
{Unix prompt 3} cat nuovo.file 1 2 3 6 4 5 3 6 7 8 9 0
Qui sotto, l'opzione -n
del comando uniq(1) viene usata
per saltare i primi 2 campi nel file e per filtrare le linee di uscita che sono duplicate
dal terzo campo in avanti.
{Unix prompt 4} uniq -2 file 1 2 3 6 7 8 9 0
Per cercare stringhe ASCII, stampabili, in un file binario si usa il comando strings(1). Questo comando ricerca sequenze di quattro o più caratteri ASCII terminanti con un carattere newline o con un carattere null. strings(1) risulta utile per ricercare nomi di file e possibili messaggi di errore all'interno di un programma compilato, di cui non si ha il codice sorgente.
Sintassi
strings [opzioni] file
Opzioni generali
-n numero |
usa numero come la minima lunghezza della stringa, piuttosto di 4 (solamente SVR4) |
- numero |
come sopra |
-t formato |
fa precedere alla stringa l'offset di byte dall'inizio del file; formato può essere: d = decimale, o = ottale x = esadecimale (solamente SVR4) |
-o |
fa precedere alla stringa l'offset di byte in decimale (solamente BSD) |
Esempi:
% strings /bin/cut SUNW_OST_OSCMD nessun delimitatore specificato delimitatore non valido b:c:d:f:ns cut: -n può solo essere usato con -b cut: -d può solo essere usato con -f cut: -s può solo essere usato con -f nessuna lista specificata cut: %s non si riesce ad aprire il range specificato non è valido troppi range specificati i range devono essere crescenti carattere non valido nel range Errore interno nel processare l'input carattere multibyte non valido incapace di allocare memoria sufficiente incapace di allocare memoria sufficiente cut: uso: cut -b lista [-n] [filename ...] cut -c lista [filename ...] cut -f lista [-d delim] [-s] [filename]
Il comando file(1) esamina il file specificato e cerca di determinare che tipo di file esso sia. Questo viene fatto leggendo i primi byte del file e confrontandoli con la tabella /etc/magic. Il comando file(1) può determinare file di testo ASCII, file formattati tar, file compressi, ecc.
Sintassi
file [opzioni] [-m file_magico] [-f lista_file] file
Opzioni generali
-c |
verifica il file magico per eventuali errori nel formato |
-f lista_file |
lista_file contiene la lista dei file da esaminare |
-h |
non segue i link simbolici (solamente SVR4) |
-L |
segue i link simbolici (solamente BSD) |
-m file_magico |
usa file_magico come il file magico al posto di /etc/magic |
Esempi:
Vengono elencati qui sotto gli output del comando file filename per alcuni file significativi.
/etc/magic: File di testo ascii /usr/local/bin/gzip: Eseguibile paginato SPARC Sun linkato dinamicamente /usr/bin/cut: Eseguibile MSB a 32 bit ELF per SPARC versione 1, linkato dinamicamente, stripped source.tar: Archivio tar USTAR source.tar.Z: Blocchi di dati compressi 16 bit
Il comando tr(1) traduce caratteri da stdin(4) a stdout(4).
Sintassi
tr [opzioni] stringa1 [stringa2]
Con nessuna opzione i caratteri di stringa1 sono tradotti nei caratteri di stringa2, carattere per carattere, nell'ordine degli array di stringa. Il primo carattere di stringa1 viene tradotto nel primo carattere di stringa2, ecc.
Un range di caratteri in una stringa viene specificato con un trattino tra il carattere superiore e quello inferiore del range, ad esempio per specificare tutte le lettere alfabetiche minuscole si usa [a-z].
Ripetizioni di caratteri in stringa2 possono essere rappresentate con la notazione [x*n], dove il carattere x viene ripetuto n volte. Se n è 0 o assente, il carattere x viene assunto come valida corrispondenza richiesta in stringa1.
I caratteri possono includere le notazioni \ottale (BSD e SVR4) e \carattere (solamente SVR4). Qui ottale viene sostituito da una, due o tre cifre di interi ottali che codificano un carattere ASCII e carattere può essere uno di questi:
La versione SVR4 di tr(1) permette l'operando :classe: nel campo stringa dove classe può assumere uno dei seguenti valori di classificazione carattere:
alpha | caratteri alfabetici |
lower | caratteri alfabetici minuscoli |
upper | caratteri alfabetici maiuscoli |
Opzioni generali
-c |
completa il set di caratteri in stringa1 |
-d |
cancella i caratteri in stringa1 |
-s |
modifica una stringa di caratteri ripetuti in stringa1 in caratteri singoli |
Esempi:
L'esempio seguente usa come file di input una lista di libri di P. G. Wodehouse Jeeves & Wooster.
The Inimitable Jeeves [1923] The Mating Season [1949] Carry On, Jeeves [1925] Ring for Jeeves [1953] Very Good, Jeeves [1930] Jeeves and the Feudal Spirit [1954] Thank You, Jeeves [1934] Jeeves in the Offing [1960] Right Ho, Jeeves [1934] Stiff Upper Lip, Jeeves [1963] The Code of the Woosters [1938] Much Obliged, Jeeves [1971] Joy in the Morning [1946] Aunts Aren't Gentlemen [1974]
Per tradurre tutte le lettere alfabetiche minuscole in maiuscole si possono usare:
tr '[a-z]' '[A-Z]'
oppure
tr '[:lower:]' '[:upper:]'
Affinchè tr(1) legga da stdin(4) si usa cat(1) in pipe con tr(1), così:
% cat wodehouse | tr '[a-z]' '[A-Z]' THE INIMITABLE JEEVES [1923] THE MATING SEASON [1949] CARRY ON, JEEVES [1925] RING FOR JEEVES [1953] VERY GOOD, JEEVES [1930] JEEVES AND THE FEUDAL SPIRIT [1954] THANK YOU, JEEVES [1934] JEEVES IN THE OFFING [1960] RIGHT HO, JEEVES [1934] STIFF UPPER LIP, JEEVES [1963] THE CODE OF THE WOOSTERS [1938] MUCH OBLIGED, JEEVES [1971] JOY IN THE MORNING [1946] AUNTS AREN'T GENTLEMEN [1974]
Ora si cancellano tutti i numeri con:
% cat wodehouse | tr -d '[0-9]' The Inimitable Jeeves [] The Mating Season [] Carry On, Jeeves [] Ring for Jeeves [] Very Good, Jeeves [] Jeeves and the Feudal Spirit [] Thank You, Jeeves [] Jeeves in the Offing [] Right Ho, Jeeves [] Stiff Upper Lip, Jeeves [] The Code of the Woosters [] Much Obliged, Jeeves [] Joy in the Morning [] Aunts Aren't Gentlemen []
Per trattenere tutte le occorrenze multiple dei caratteri e, r e f:
% cat wodehouse | tr -s 'erf' The Inimitable Jeves [1923] The Mating Season [1949] Cary On, Jeves [1925] Ring for Jeves [1953] Very Good, Jeves [1930] Jeves and the Feudal Spirit [1954] Thank You, Jeves [1934] Jeves in the Ofing [1960] Right Ho, Jeves [1934] Stif Upper Lip, Jeves [1963] The Code of the Woosters [1938] Much Obliged, Jeves [1971] Joy in the Morning [1946] Aunts Aren't Gentlemen [1974]
Il comando find(1) può cercare file in modo ricorsivo nell'albero di directory indicato, confrontando il tipo di file o lo schema specificato. find(1) può quindi elencare i file o eseguire arbitrari comandi in base ai risultati.
Sintassi
find directory [opzioni di ricerca] [azioni]
Opzioni generali
Per l'opzione del tempo di ricerca, la notazione in giorni, n è:
Alcune caratteristiche dei file che find(1) può ricercare sono:
la data dell'ultimo accesso o dell'ultima modifica al file:
-atime n |
data di accesso, vero se l'accesso è di n giorni fà |
-ctime n |
data di cambiamento, vero se lo stato del file è stato modificato n giorni fà |
-mtime n |
data di modifica, vero se i dati del file sono stati modificati n giorni fà |
-newer filename |
vero se più recente del file specificato |
-type tipo |
tipo di file, dove tipo può essere: |
b | file speciale a blocchi |
c | file speciale a caratteri |
d | directory |
l | link simbolico |
p | file pipe (fifo) |
f | file regolare |
-fstype tipo |
tipo di file system, dove tipo può essere un valido tipo di file system, esempio ufs (Unix File System) e nfs (Network File System) |
-user username |
vero se il file appartiene all'utente specificato |
-group groupname |
vero se il file appartiene al gruppo specificato |
-perm [-]modi |
permessi del file, dove modi è la modalità ottale usata dal comando chmod(1). Quando modi è preceduto da un segno meno, solamente i bit che sono specificati vengono confrontati. |
-exec comando |
esegue il comando specificato. La fine del comando viene indicata con un escape e punto e virgola (\;). L'argomento del comando, {}, sostituisce il path name corrente. |
-name filename |
vero se il nome del file è quello specificato. Confronti con schemi wild card sono permessi se il meta-carattere viene messo in escape per la shell con un backslash (\) |
-ls |
sempre vero. Stampa una lista lunga del path name corrente |
-print |
stampa i path name trovati (default per SVR4, non per BSD) |
Sono permesse espressioni complesse. Le espressioni devono essere raggruppate tra
parentesi (mettendo in escape le parentesi con un backslash per impedire alla shell di
interpretarle). Il simbolo di esclamazione (!) può essere usato per negare un'espressione. Gli operatori:
-a
(and) e -o
(or) vengono usati per raggruppare
espressioni.
Esempi:
find(1) può ricercare in modo ricorsivo attraverso sotto-directory, ma per lo scopo di questi esempi saranno usati i seguenti file:
14 -rw-r--r-- 1 frank staff 6682 Feb 5 10:04 library 6 -r--r----- 1 frank staff 3034 Mar 16 1995 netfile 34 -rw-r--r-- 1 frank staff 17351 Feb 5 10:04 standard 2 -rwxr-xr-x 1 frank staff 386 Apr 26 09:51 tr25*
Per trovare tutti i file più recenti del file library:
% find . -newer library -print ./tr25 ./standard
Per trovare tutti i file con i permessi di lettura o esecuzione per l'utenza altri e quindi modificare gli stessi in modo da disabilitarli:
% find . \( -perm -004 -o -perm -001 \) -exec chmod o-rx {} \; -exec ls -al {} \; -rw-r----- 1 frank staff 6682 Feb 5 10:04 ./library -rwxr-x--- 1 frank staff 386 Apr 26 09:51 ./tr25 -rw-r----- 1 frank staff 17351 Feb 5 10:04 ./standard
Nell'esempio precedente le parentesi e i punti e virgola sono messi in escape con un backslash per impedire alla shell di interpretarli. Le parentesi graffe sono automaticamente rimpiazzate dai risultati della precedente ricerca e il punto e virgola chiude il comando.
Si possono ricercare alcuni nomi di file contenenti la stringa “ar” con:
% find . -name \*ar\* -ls 326584 7 -rw-r----- 1 frank staff 6682 Feb 5 10:04 ./library 326585 17 -rw-r----- 1 frank staff 17351 Feb 5 10:04 ./standard
dove l'opzione -ls
mostra un listato lungo, numeri di
inode inclusi.
Tabella 8-2. Comandi di archiviazione, compressione e conversione di file
Comando/Sintassi | Cosa fa |
---|---|
compress/uncompress/zcat [opzioni] file[.Z] | comprime o decomprime un file. I file compressi sono memorizzati con l'estensione .Z |
dd [if=infile] [of=outfile] [operando=valore] | copia un file, converte tra ASCII e EBCDIC o scambia l'ordine dei byte, come specificato |
gzip/gunzip/zcat [opzioni] file[.gz] | comprime o decomprime un file. I file compressi sono memorizzati con l'estensione .gz |
od [opzioni] file | effettua un dump di un file binario in ottale, in ASCII, in esadecimale, in decimale o in modo carattere. |
tar [opzioni] [file] | archivio a nastro - riferirsi alle pagine man per i dettagli su come creare, visualizzare ed estrarre un archivio di file. I file tar possono essere memorizzati su nastro o su disco. |
uudecode [file] | decodifica un file uuencoded, ricreando il file originale |
uuencode [file] nuovo_nome | codifica un file binario in ASCII 7-bit; utile quando lo si invia tramite email, per poi essere decodificato come nuovo_nome alla destinazione |
Il comando compress(1) viene usato per ridurre lo spazio di disco utilizzato da un file. Quando un file è stato compresso usando il comando compress(1), il suffisso .Z viene appeso al nome del file. I permessi, la data di accesso e di modifica del file originale vengono preservati. Il comando uncompress(1) restituisce il file originale compresso con compress(1).
Sintassi
compress [opzioni] [file]
uncompress [opzioni] [file.Z]
zcat [file.Z]
Opzioni generali
-c |
scrive su standard output e non crea o modifica alcun file |
-f |
forza la compressione del file, anche se questa non riduce la dimensione del file o se il file destinazione (file.Z) esiste già. |
-v |
verbose. Riporta la percentuale di riduzione del file. |
zcat(1) scrive su standard output. Equivale a uncompress -c.
Esempi:
Dati i file:
96 -rw-r--r-- 1 lindadb acs 45452 Apr 24 09:13 logins.beauty 184 -rw-r--r-- 1 lindadb acs 90957 Apr 24 09:13 logins.bottom 152 -rw-r--r-- 1 lindadb acs 75218 Apr 24 09:13 logins.photon 168 -rw-r--r-- 1 lindadb acs 85970 Apr 24 09:13 logins.top
Questi possono essere compressi con:
% compress logins.*
che crea i file:
24 -rw-r--r-- 1 lindadb acs 8486 Apr 24 09:13 logins.beauty.Z 40 -rw-r--r-- 1 lindadb acs 16407 Apr 24 09:13 logins.bottom.Z 24 -rw-r--r-- 1 lindadb acs 10909 Apr 24 09:13 logins.photon.Z 32 -rw-r--r-- 1 lindadb acs 16049 Apr 24 09:13 logins.top.Z
I file originali sono persi.
Per visualizzare un file compresso, viene usato il comando zcat(1):
% zcat logins.beauty.Z | head beauty:01/22/94:#total logins,4338:#different UIDs,2290 beauty:01/23/94:#total logins,1864:#different UIDs,1074 beauty:01/24/94:#total logins,2317:#different UIDs,1242 beauty:01/25/94:#total logins,3673:#different UIDs,2215 beauty:01/26/94:#total logins,3532:#different UIDs,2216 beauty:01/27/94:#total logins,3096:#different UIDs,1984 beauty:01/28/94:#total logins,3724:#different UIDs,2212 beauty:01/29/94:#total logins,3460:#different UIDs,2161 beauty:01/30/94:#total logins,1408:#different UIDs,922 beauty:01/31/94:#total logins,2175:#different UIDs,1194
Una visualizzazione del file utilizzando un altro comando al posto di zcat(1) può produrre un difficile risultato binario.
Il comando uncompress(1) viene usato per far ritornare il file compresso nel suo formato originale:
% uncompress logins.*.Z ; ls -als logins.* 96 -rw-r--r-- 1 lindadb acs 45452 Apr 24 09:13 logins.beauty 184 -rw-r--r-- 1 lindadb acs 90957 Apr 24 09:13 logins.bottom 152 -rw-r--r-- 1 lindadb acs 75218 Apr 24 09:13 logins.photon 168 -rw-r--r-- 1 lindadb acs 85970 Apr 24 09:13 logins.top
In aggiunta alle utility standard di Unix compress(1), uncompress(1), zcat(1) ci sono un set di utility GNU liberamente disponibili. Queste creano persino un miglior lavoro di compressione utilizzando un algoritmo più efficiente. I programmi GNU che forniscono funzionalità simili ai precedenti sono spesso installati rispettivamente come gzip(1), gunzip(1) e zcat(1). I nomi dei file compressi con gzip(1) hanno l'estensione .z o .gz. Il software GNU può essere ottenuto via ftp anonimo: ftp://ftp.gnu.org/pub/gnu.
Il comando tar(1) raggruppa file in un dispositivo o in un file per scopi di archiviazione. Il comando tar(1) non comprime i file, rende solamente più maneggevole una grande quantità di file.
Sintassi
tar [opzioni] [directory file]
Opzioni generali
c |
crea un archivio (inizia scrivendo all'inizio del file) |
t |
visualizza il contenuto |
x |
estrae da un archivio |
v |
verbose |
f |
nome del file di archivio |
b |
dimensione del blocco di archivio |
tar(1), in generale, accetta le sue opzioni sia facendole precedere da un trattino (-) sia senza trattino. Il file di archivio può essere un file su disco, un dispositivo a nastro o standard input/output. L'ultimo modo viene rappresentato tramite un trattino.
Esempi:
Dati i file di dimensioni seguenti:
45 logs.beauty 89 logs.bottom 74 logs.photon 84 logs.top
tar(1) può combinare questi in un solo file, logfile.tar:
% tar -cf logfile.tar logs.* ; ls -s logfile.tar 304 logfile.tar
In Internet, molti siti di archivio FTP anonimi memorizzano i loro pacchetti in formati tar compressi, quindi i file finiscono in .tar.Z o .tar.gz. Per estrarre i file da uno di questi file archivio si può prima decomprimerlo, o usare l'appropriato comando zcat(1) e mandare in pipe il risultato a tar(1), esempio:
% zcat archive.tar.Z | tar -xvf -
dove il trattino alla fine del comando tar(1) indica che il file è preso da stdin(4).
Per codificare un file binario in ASCII 7-bit si usa il comando uuencode(1). Per decodificare il file ASCII 7-bit in binario si usa il comando uudecode(1). Il suffisso “uu” nei nomi deriva dal fatto che questi comandi fanno parte del set di comandi Unix-to-Unix CoPy (UUCP). I comandi uuencode(1) e uudecode(1) sono generalmente usati quando si mandano file binari via e-mail. Con l'e-mail non c'è garanzia che file binari 8-bit siano trasferiti correttamente. Quindi per garantire una corretta consegna si può codificare il file binario, sia direttamente su linea di comando, includendo il file codificato, sia indirettamente, lasciando al proprio programma di posta MIME questo lavoro. In modo simile, l'utente decodifica il file ricevuto.
Sintassi
uuencode [file_sorgente] pathname_per_uudecode [> nuovo_file]
uudecode [-p] file_uuencode
Opzioni generali
Esempi:
La prima linea di un file codificato con uuencode(1) include i permessi e il nome del file originale che uudecode(1) utilizzerà quando decodificherà il file codificato. Il file inizia e finisce rispettivamente con le parole chiavi begin e end, esempio:
begin 555 binary_filename M?T5,1@$" 0 " ( ! %"W #0 5"< T " M!0 H !4 % 8 T $ - "@ H 4 P M -0 !$ ! ! ! %" M%P !0A< % $ $ 4(8 -"& W& W% < 0 M @ !0B T(@ )@ !P O=7-R+VQI8B]L9"YS M;RXQ ?< 'Y VP "O !VP )8 &6 !G0 M %[ U0 %G !3 ;< #Q %Q ! MEP :P !_ '@ !PP (P M N0 =H _0 $D Y < #F /L M01 $' $ & ! P #0A@ 4(8 M" ! 0 !E !@ , T(@ %"( )@ $ M 0 ( ;@ $ ' -"N !0K@ /H M $ # ', ! P #1J 4:@ #8 ! M !Y 0 , TH %* !=X 0 M@ @ # -/X !3^ "E, $ (4 ! M 4_> )0 0 ". P ; %0 P )@ $ end
Il comando dd(1) permette di copiare dati da dispositivi grezzi, come dischi o nastri, specificando la dimensione dei blocchi di input e di output. dd(1) era originariamente conosciuto come il programma di copia disco-a-disco. Inoltre con dd(1) si possono convertire file in differenti formati, per esempio da EBCDIC a ASCII, cambiare l'ordine dei byte, ecc.
Sintassi
dd [if=dispositivo_input] [of=dispositivo_output] [operando=valore]
Opzioni generali
if=dispositivo_input |
il dispositivo o file di input |
of=dispositivo_output |
il dispositivo o file di output |
Se i dispositivi di input o di output non sono specificati, si assume come default rispettivamente lo standard input e lo standard output.
Gli operandi possono essere:
ibs=n |
dimensione del blocco di input (blocchi da 512 byte di default) |
obs=n |
dimensione del blocco di output (blocchi da 512 byte di default) |
bs=n |
setta entrambe le dimensioni dei blocchi di input e di output |
files=n |
copia n file di input |
skip=n |
salta n blocchi di input prima di iniziare la copia |
count=n |
copia solamente n blocchi di input |
conv=valore[,valore] |
dove valore può essere: |
ascii |
converte da EBCDIC a ASCII |
ebcdic |
converte da ASCII a EBCDIC |
lcase |
converte i caratteri maiuscoli in minuscoli |
ucase |
converte i caratteri minuscoli in maiuscoli |
swab |
scambia ogni coppia di byte dei dati di input |
noerror |
non ferma il processo su un errore in input |
sync |
riempie ogni blocco di input alla dimensione di ibs ,
apporrendo byte nulli se necessario |
La dimensione dei blocchi viene specificata in byte e può finire in k, b o w per indicare rispettivamente 1024 (kilo), 512 (blocco) o 2 (parola) byte.
Esempi:
Per copiare un file da un dispositivo a nastro in un altro:
% dd if=/dev/rmt/0 of=/dev/rmt/1 20+0 records in 20+0 records out
Per copiare file posti in un dispositivo a nastro, scritti su una macchina big endian con una dimensione di 20 blocchi, in file su una machina little endian che ha un nastro inserito nel suo dispositivo, si ha la necessità di scambiare le coppie di byte, in questo modo:
% dd if=/dev/rmt/0 of=new_file ibs=20b conv=swab 1072+0 records in 21440+0 records out
A completamento dell'operazione, dd(1) riporta il numero dei blocchi totali e dei blocchi parziali per entrambi i file di input e di output.
Il comando od(1) effettua un dump di un file su stdout(4) in differenti formati, incluso l'ottale, il decimale, virgola mobile, esadecimale e formato carattere.
Sintassi
od [opzioni] file
Opzioni generali
-b |
dump ottale |
-d |-D |
dump decimale (-d) o decimale esteso (-D) |
-s |-S |
dump decimale marcato (-s) o decimale marcato esteso (-S) |
-f |-F |
dump in virgola mobile (-f) o virgola mobile estesa (double) (-F) |
-x |-X |
dump esadecimale (-x) o esadecimale esteso (-X) |
-c |-C |
dump in formato carattere (byte singolo) o carattere esteso (carattere singolo o multi-byte, a seconda dai settaggi locali) |
-v |
modalità verbose |
Esempi:
Per dare un'occhiata all'attuale contenuto del seguente file, un elenco di romanzi di Wodehouse Lord Emsworth:
Something Fresh [1915] Uncle Dynamite [1948] Leave it to Psmith [1923] Pigs Have Wings [1952] Summer Lightning [1929] Cocktail Time [1958] Heavy Weather [1933] Service with a Smile [1961] Blandings Castle and Elsewhere [1935] Galahad at Blandings [1965] Uncle Fred in the Springtime [1939] A Pelican at Blandings [1969] Full Moon [1947] Sunset at Blandings [1977]
si può usare:
% od -c wodehouse 0000000 S o m e t h i n g F r e s h 0000020 [ 1 9 1 5 ] \t U n c l e D y n 0000040 a m i t e [ 1 9 4 8 ] \n L e a 0000060 v e i t t o P s m i t h 0000100 [ 1 9 2 3 ] \t P i g s H a v e 0000120 W i n g s [ 1 9 5 2 ] \n S u 0000140 m m e r L i g h t n i n g [ 0000160 1 9 2 9 ] \t C o c k t a i l T 0000200 i m e [ 1 9 5 8 ] \n H e a v y 0000220 W e a t h e r [ 1 9 3 3 ] \t 0000240 S e r v i c e w i t h a S 0000260 m i l e [ 1 9 6 1 ] \n B l a n 0000300 d i n g s C a s t l e a n d 0000320 E l s e w h e r e [ 1 9 3 5 0000340 ] \t G a l a h a d a t B l a 0000360 n d i n g s [ 1 9 6 5 ] \n U n 0000400 c l e F r e d i n t h e 0000420 S p r i n g t i m e [ 1 9 3 9 0000440 ] \t A P e l i c a n a t B 0000460 l a n d i n g s [ 1 9 6 9 ] \n 0000500 F u l l M o o n [ 1 9 4 7 ] 0000520 \t S u n s e t a t B l a n d 0000540 i n g s [ 1 9 7 7 ] \n 0000554
Tabella 8-3. Comandi per connessioni remote
Comando/Sintassi | Cosa fa |
---|---|
finger [opzioni] user[@nomehost] | riporta informazioni sugli utenti delle macchine locali e remote |
ftp [opzioni] host | trasferisce file utilizzando il protocollo di trasferimento di file |
rcp [opzioni] nomehost | copia file in remoto dalla macchina corrente in un'altra macchina |
rlogin [opzioni] nomehost | effettua il login in remoto su un'altra macchina |
rsh [opzioni] nomehost | shell remota da eseguire su un'altra macchina |
telnet [host [porta]] | comunica con un altro host utilizzando il protocollo telnet |
TELNET e FTP sono protocolli del livello applicazione di Internet. Le specifiche dei protocolli FTP e TELNET sono state realizzate da molte organizzazioni, incluso il Centro Nazionale per le Applicazioni di Supercomputer (NCSA), molti altri domini pubblici e organizzazioni collaborative.
I programmi che implementano il protocollo TELNET sono usualmente chiamati telnet, ma non sempre. Alcune notevoli eccezioni sono tn3270, WinQVT e QWS3271, che implementano comunque il protocollo TELNET. TELNET viene usato per effettuare il login remoto su un altro computer in Internet.
I programmi che implementano il protocollo FTP sono usualmente chiamati ftp, ma esistono anche delle eccezioni. Il programma chiamato Fetch, distribuito dalla Dartmouth College, WS_FTP, scritto e distribuito da John Junod e Ftptool, scritto da Mike Sullivan, sono implementazioni del protocollo FTP con un'interfaccia utente grafica. Esiste una versione migliore di FTP, ncftp che ha caratteristiche aggiuntive, scritto da Mike Gleason. Comunque, l'implementazione del protocollo FTP viene spesso inclusa nei programmi che implementano TELNET, come quello distribuito dalla NCSA. FTP viene usato per trasferire file tra computer su Internet.
rlogin(1) è un servizio di login remoto che è stato in passato un'esclusiva dello Unix BSD 4.3 di Berkeley. Essenzialmente, offre le stesse funzionalità di telnet(1), eccetto che rlogin(1) lascia passare al computer remoto le informazioni dell'ambiente di login dell'utente. Le macchine possono essere configurate per permettere connessioni da fidati host senza richiedere la password dell'utente. Una versione più sicura di questo protocollo è la Sicura SHell SSH, software scritto da Tatu Ylonen e disponibile via: ftp://ftp.net.ohio-state.edu/pub/security/ssh.
Da un prompt Unix, questi programmi possono essere invocati digitando il comando (nome del comando) e il nome (Internet) della macchina remota alla quale ci si vuole connettere. Inoltre si possono specificare diverse opzioni per questi comandi, come mostrato di seguito.
Sintassi
telnet [opzioni] [host_remoto [porta]]
tn3270 [opzioni] [host_remoto [porta]]
ftp [opzioni] [host_remoto]
Opzioni generali
ftp | telnet | Azione |
---|---|---|
-d |
abilità la modalità di debugging | |
-d |
come sopra (solamente SVR4) | |
-i |
disabilita il prompt interattivo | |
-n |
non tenta un auto-login su una connessione | |
-v |
modalità verbose | |
-l user |
si connette all'host remoto con il nome utente specificato (solamente SVR4) | |
-8 |
percorso dati 8-bit (solamente SVR4) |
telnet(1) e tn3270 hanno un'opzione per specificare il numero di porta a cui connettersi sull'host remoto. Per entrambi i comandi, il numero di porta di default è 23, la porta telnet. Altre porte vengono usate per il debugging dei servizi di rete e per ragioni speciali.
Esempi:
% telnet oscar.us.ohio-state.edu
% tn3270 ohstmvsa.acs.ohio-state.edu
% ftp magnus.acs.ohio-state.edu
La macchina remota richiederà di identificarsi tramite login e password. Spesso, le macchine organizzate come archivi di software o di informazioni, permettono connessioni ftp anonime. Ci si collega tramite ftp(1) alla macchina remota e si effettua il login come anonymous (il login ftp è equivalente su molte macchine) cioè, quando viene richiesto il login si digita anonymous (di solito per la password si inserisce il proprio indirizzo email o qualsiasi altra cosa).
Una volta che si è correttamente collegati a un computer remoto tramite telnet(1) e rlogin(1) (e assumendo che sia stata assegnata l'emulazione del terminale) si potrà utilizzare la macchina come al solito.
Una volta che si è correttamente collegati ad un computer remoto tramite ftp(1), si può trasferire un file in quel computer con il comando put o prenderlo da quel computer con il comando get. La sintassi è la seguente:
put nome-file-locale nome-file-remoto
get nome-file-locale nome-file-remoto
Sono disponibili altri comandi per ftp(1), a seconda della specifica implementazione dell'FTP locale e remoto. Il comando help visualizza un elenco di comandi disponibili. Il comando help può visualizzare lo scopo di un comando specifico. Esempi di validi comandi sono mostrati di seguito:
help | mostra un elenco di comandi disponibili |
help mget | mostra lo scopo del comando mget (prendere file multipli) |
pwd | mostra la corrente directory di lavoro |
ls o dir | elenca il contenuto delle directory |
cd | cambia directory |
lcd | cambia la directory locale |
open | specifica la macchina alla quale si vuole connettersi |
user | specifica il proprio id di login (nel caso che non venga richiesto direttamente) |
quit | esce dal programma FTP |
Il comando finger(1) mostra il file .plan di un utente specifico o riporta chi è attualmente “loggato” su una specifica macchina. L'utente deve permettere i permessi di lettura generale sul file .plan.
Sintassi
finger [opzioni] [user[@nomehost]]
Opzioni generali
-l |
forza il formato lungo di output |
-m |
ottiene solo lo username, non il nome e cognome reali |
-s |
forza il formato corto di output |
Esempi:
brigadier:condron [77]> finger workshop@nyssa Questo è un esempio di file .plan per l'id workshop di nyssa. Questo id è stato usato in questa settimana da Frank Fiamingo, Linda DeBula, e Linda Condron, mentre insegnavano ad usare una nuova versione di Unix workshop sviluppata per l'UTS. Sperando di aver insegnato qualcosa. Frank, Linda, & Linda
brigadier: condron [77]> finger Login Name TTY Idle When Where condron Linda S Condron p0 Sun 18:13 lcondron-mac.acs frank Frank G. Fiamingo p1 Mon 16:19 nyssa
Alcune macchine Unix possono essere collegate tra loro per formare una rete locale (LAN). In questo caso succede spesso che un utente di una macchina possieda validi accessi di login su molte altre macchine della rete locale. Per questo tipo di utente sono disponibili comandi Unix che forniscono una certa praticità nel realizzare certe operazioni comuni. Poichè questi comandi si focalizzano su comunicazioni con host remoti nella rete locale (o in Internet), i nomi dei comandi iniziano con la lettera r: rlogin(1), rsh(1) e rcp(1). La possibilità di accesso remoto tramite questi comandi è sostenuta (opzionalmente) attraverso il file ~/.rhosts di ogni singolo utente e dal file generale di sistema /etc/hosts.equiv. Per ragioni di sicurezza questi possono essere limitati ad alcuni host.
Il comando rlogin(1) permette un accesso di login remoto su un altro host della rete locale. rlogin(1) passa informazioni all'host remoto circa l'ambiente locale, incluso il valore della variabile d'ambiente TERM.
Il comando rsh(1) fornisce la possibilità di invocare una shell Unix su un host remoto della rete locale con lo scopo di eseguirci comandi di shell. Questa capacità è simile alla funzione shell escape disponibile generalmente all'interno di un software di sistema Unix come editor ed email.
Il comando rcp(1) fornisce la possibilità di copiare file dall'host locale ad un host remoto della rete locale.
Sintassi
rlogin [-l username] host_remoto
rsh [-l username] host_remoto [comando]
rcp [[user1]@host1:]file_sorgente [[user2]@host2:]file_destinazione
dove le parti tra parentesi ([]) sono opzionali. rcp(1) non richiede password, quindi si deve avere il permesso per eseguire comandi remoti su una specifica macchina.
Opzioni generali
Il file .rhosts, se esiste nella directory home dell'utente sull'host remoto, permette l'accesso tramite rlogin(1), rsh(1) e rcp(1) agli host remoti senza richiedere la password per tale account. Il file .rhosts contiene un record per ogni coppia host remoto-username con il quale il proprietario del file .rhosts desidera connettersi. Ogni record nel file .rhosts è della forma:
host_remoto utente_remoto
dove l'elenco utente_remoto è opzionale. Per esempio, se Heather Jones vuole essere in grado di connettersi alla macchina1 (dove il suo username è heather) dalla macchina2 (dove il suo username è jones) o dalla macchina3 (dove il suo username è heather, lo stesso della macchina1), lei potrebbe creare un file .rhosts nella sua home directory sulla macchina1. Il contenuto di questo file potrebbe essere:
macchina2 jones macchina3 -oppure- macchina2 jones macchina3 heather
Su alcuni sistemi il file /etc/hosts.equiv presta lo stesso scopo per tutti gli utenti, al di fuori del super-user. Così un file /etc/hosts.equiv contenente:
macchina_remota
permette agli utenti provenienti da macchina_remota che hanno gli stessi username della macchina corrente, di connettersi a quest'ultima senza la necessita' di inserire la password.
Un file /etc/hosts.equiv che contiene:
macchina_remota utente_remoto
permette a utente_remoto su macchina_remota di connettersi alla macchina corrente allo stesso modo dell'utente locale, tranne che per il super-user.
I file /etc/hosts.equiv e ~/.rhosts vanno usati con cautela.
Le versioni dei programmi rcp(1), rsh(1) e rlogin(1) basati sulla Secure SHell (SSH) sono liberamente disponibili e forniscono molta più sicurezza.
Si possono scrivere programmi di shell creando script contenenti alcuni comandi di shell. La prima linea dello script deve iniziare con #!, che indica al kernel che lo script è direttamente eseguibile. Si fa immediatamente seguire a quel simbolo il nome della shell o del programma da eseguire (gli spazi sono permessi), usando un path name assoluto. Generalmente si possono avere fino a 32 caratteri, forse di più su alcuni sistemi e si può includere qualche opzione. Quindi per inizializzare uno script per la shell Bourne la prima linea dovrà essere:
#! /bin/sh
e per la shell C:
#! /bin/csh -f
dove l'opzione -f
indica che la shell non deve leggere il
file .cshrc. Alcuni spazi bianchi seguenti il magico simbolo,
#!, sono opzionali.
Inoltre si deve specificare che lo script è eseguibile, settando gli opportuni bit sul file con il comando chmod(1), esempio:
% chmod +x shell_script
All'interno degli script il simbolo # indica un commento da quel punto fino alle fine della linea; #! è un caso speciale se trovato come primo carattere del file.
I valori di un parametro, ad esempio param, sono assegnati così:
dove valore è una valida stringa che può essere chiusa tra caratteri di quoting singoli ('valore') o doppi ("valore") per permettere alcuni spazi bianchi all'interno del valore della stringa. Quando viene racchiusa con dei caratteri backquote (`valore`) la stringa viene prima valutata dalla shell e viene sostituita con il risultato ottenuto dalla valutazione. Questo viene spesso usato per eseguire un comando, sostituendo l'output del comando a valore, esempio:
$ day=`date +%a`
$ echo $day Wed
Dopo che il valore del parametro è stato assegnato, si accede al valore corrente del parametro usando la notazione $param o ${param}.
Le stringhe possono essere quotate per controllare il modo in cui la shell interpreta alcuni parametri o variabili all'interno della stringa. Per delimitare le stringhe si possono usare i caratteri di quoting singoli (') o doppi ("). I caratteri di quoting doppi definiscono la stringa e permettono la sostituzione di variabile. I carattere di quoting singoli definiscono la stringa ma impediscono la sostituzione di variabile. Un backslash (\) prima di un carattere viene posto per effettuare un escape su di esso, specificando che il sistema deve considerare il carattere letteralmente, senza assegnarli alcun significato speciale. Queste tecniche di quoting possono essere usate per separare una variabile da una stringa fissa. Come esempio si consideri la variabile var, a cui è stata assegnata il valore bat, e la stringa costante man. Se si vuole combinare queste stringhe per ottenere come risultato la stringa batman si può sperimentare:
$varman
ma questo non funzionerà, poichè la shell tenta di valutare una variabile chiamata varman, che non esiste. Per ottenere il risultato desiderato si ha la necessità di separare le stringhe tramite quoting o di isolare la variabile con delle parentesi graffe ({}), in questo modo:
"$var"man | - quoting sulla variabile |
$var""man | - separazione di parametri |
$var"man" | - quoting sulla costante |
$var''man | - separazione di parametri |
$var'man' | - quoting sulla costante |
$var\man | - separazione di parametri |
${var}man | - si isola la variabile |
Queste funzionano tutte poichè ", ', \, { e } non sono validi caratteri per un nome di variabile.
Non si può usare
'$var'man
\$varman
poichè impediscono che la sostituzione della variabile prenda posto.
Quando si usano le parentesi graffe, queste devono circondare solamente la variabile, senza includere il $, altrimenti saranno incluse come parte del risultato della stringa, esempio:
% echo {$var}man {bat}man
Alcune variabili sono automaticamente inizializzate all'avvio della shell. Queste variabili permettono di riferirsi agli argomenti su linea di comando.
Queste variabili di shell sono:
Tabella 9-1. Variabili di shell
Variabile | Uso | sh | csh |
---|---|---|---|
$# | numero di argomenti su linea di comando | x | |
$- | opzioni fornite alla shell | x | |
$? | valore di uscita dell'ultimo comando eseguito | x | |
$$ | numero id del processo corrente | x | x |
$! | numero di processo dell'ultimo comando messo in background | x | |
$n | argomento su linea di comando, dove n varia tra 1 e 9, leggendo da sinistra a destra | x | x |
$0 | il nome della shell corrente o del programma corrente | x | x |
$* | tutti gli argomenti su linea di comando ("$1 $2 ... $9") | x | x |
$@ | tutti gli argomenti su linea di comando, ciascuno quotato separatamente ("$1" "$2" ... "$9") | x | |
$argv[n] | seleziona l'n-esima parola dalla lista di input | x | |
${argv[n]} | come sopra | x | |
$#argv | riporta il numero di parole della lista di input | x |
L'uso di queste variabili può essere illustrato con alcuni semplici script. Per la shell Bourne lo script potrebbe essere:
#!/bin/sh echo "$#:" $# echo '$#:' $# echo '$-:' $- echo '$?:' $? echo '$$:' $$ echo '$!:' $! echo '$3:' $3 echo '$0:' $0 echo '$*:' $* echo '$@:' $@
Quando viene eseguito con alcuni argomenti, mostra i valori delle variabili di shell, esempio:
$ ./variables.sh one two three four five 5: 5 $#: 5 $-: $?: 0 $$: 12417 $!: $3: three $0: ./variables.sh $*: one two three four five $@: one two three four five
Come si può notare, si ha la necessità di usare un carattere di quoting singolo per impedire alla shell di assegnare significati speciali a $. Il carattere di quoting doppio, come nella prima struttura echo, permette di rimpiazzare il nome della variabile con il suo valore.
Similmente, per le variabili della shell C si possono illustrare le sostituzioni di variabili tramite il seguente script:
#!/bin/csh -f echo '$$:' $$ echo '$3:' $3 echo '$0:' $0 echo '$*:' $* echo '$argv[2]:' $argv[2] echo '${argv[4]}:' ${argv[4]} echo '$#argv:' $#argv
che quando eseguito con alcuni argomenti mostra il risultato seguente:
% ./variables.csh one two three four five $$: 12419 $3: three $0: ./variables.csh $*: one two three four five $argv[2]: two ${argv[4]}: four $#argv: 5
Si può riferirsi ai parametri in modo astratto e sostituire i loro valori in base a delle condizioni, usando gli operatori definiti qui sotto. Ancora una volta si possono usare le parentesi graffe ({}) per isolare la variabile e il suo operatore.
$parametro | sostituisce questa stringa con il valore di parametro |
${parametro} | come sopra. Le parentesi sono d'aiuto se non c'è separazione tra questo parametro e una stringa adiacente. |
$parametro= | setta parametro a null. |
${parametro-default} | se parametro non è settato allora si usa default come valore. parametro non viene resettato. |
${parametro=default} | se parametro non è settato allora lo si setta a default e si usa il nuovo valore |
${parametro+nuovo_valore} | se parametro è settato allora si usa nuovo_valore altrimenti non si usa nulla. parametro non viene resettato. |
${parametro?messaggio} | se parametro non è settato allora si visualizza il messaggio. Se parametro è settato allora si usa il valore corrente. |
Non ci sono spazi nei precedenti operatori. Se un due punti (:) viene inserito prima di -, =, + o ? allora si effettua prima un test per vedere se il parametro ha un settaggio non-nullo.
La shell C ha alcuni modi aggiuntivi per la sostituzione di parametri:
$lista[n] | seleziona l'n-esima parola dalla lista |
${lista[n]} | come sopra |
$#lista | riporta il numero di parole in lista |
$?parametro | ritorna 1 se il parametro è settato, 0 altrimenti |
${?parametro} | come sopra |
$< | legge una linea da stdin(4) |
Inoltre la shell C definisce l'array $argv[n] per contenere gli n argomenti della linea di comando e $#argv per il numero di argomenti, come specificato in Tabella 9.1.
Per illustrare alcune di queste caratteristiche si userà il seguente script di prova:
#!/bin/sh param0=$0 test -n "$1" && param1=$1 test -n "$2" && param2=$2 test -n "$3" && param3=$3 echo 0: $param0 echo "1: ${param1-1}: \c" ;echo $param1 echo "2: ${param2=2}: \c" ;echo $param2 echo "3: ${param3+3}: \c" ;echo $param3
Inizialmente nello script si verifica con test(1) se la variabile esiste; in tal caso si setta il parametro al suo valore. Dopo si riportano i valori, effettuando le sostituzioni.
Nella prima esecuzione dello script non vengono forniti argomenti:
$ ./parameter.sh 0: ./parameter.sh # trova sempre $0 1: 1: # sostituisce 1, ma non assegna questo valore 2: 2: 2 # sostituisce 2 e assegna questo valore 3: : # non sostituisce
In questa seconda esecuzione dello script si forniscono alcuni argomenti:
$ ./parameter one two three 0: ./parameter.sh # trova sempre $0 1: one: one # non sostituisce, ha già un valore 2: two: two # non sostituisce, ha già un valore 3: 3: three # sostituisce 3 ma non assegna questo valore
Un here document è una forma di quoting che permette alle variabili di shell di essere sostituite. È una forma speciale di redirezione che inizia con una linea contenente solamente <<PAROLA e finisce con una linea contenete solamente PAROLA. Nella shell Bourne si può impedire la sostituzione di shell effettuando un escape su PAROLA, mettendo un \ davanti a PAROLA sulla linea di redirezione, esempio <<\PAROLA, ma non sulla linea finale. Per avere lo stesso effetto con la shell C si mette il \ davanti a PAROLA in entrambi i posti.
Gli script che seguono illustrano questo meccanismo:
#!/bin/sh #!/bin/csh -f fa=fa set fa = fa non="" set non = "" cat << EOF cat << EOF Questo here document Questo here document $non $fa $non $fa sostituzione di variabile sostituzione di variabile EOF EOF cat << \EOF cat << \EOF Questo here document Questo here document $non $fa $non $fa sostituzione di variabile sostituzione di variabile EOF \EOF
Entrambi gli output producono:
Questo here document fa sostituzione di variabile Questo here document $non $fa sostituzione di variabile
Nella parte superiore dell'esempio le variabili di shell $non e $fa sono sostituite. Nella parte inferiore queste variabili vengono trattate come delle semplici stringhe di testo senza effettuare la sostituzione.
Gli script di shell possono accettare input interattivo per inizializzare parametri all'interno dello script stesso.
sh(1) utilizza il comando built-in read per leggere una linea di input, esempio:
read param
Questo può essere illustrato con un semplice script:
#!/bin/sh echo "Inserisci una frase \c" # /bin/echo che richiede "\c" per # impedire un newline read param echo param=$param
Quando questo script viene eseguito, viene richiesto l'input, che viene poi mostrato nel risultato:
$ ./read.sh Inserisci una frase hello frank # E' stato digitato hello frank <return> param=hello frank
csh(1) usa il simbolo $< per leggere una linea da stdin(4), esempio:
set param = $<
Gli spazi bianchi intorno al segno di uguale sono importanti. Il seguente script illustra come usarlo:
#!/bin/csh -f echo -n "Inserisci una frase" # Questo echo built-in richiede -n # per impedire un newline set param = $< echo param=$param
Quindi chiede l'input e lo mostra nel risultato:
% ./read.csh Inserisci una frase hello frank # E' stato digitato hello frank <return> param=hello frank
La shell Bourne permette di definire funzioni. Queste sono molto simili agli alias della shell C, ma permettono più flessibilità. Una funzione ha la forma:
funzione () { comando; }
dove lo spazio dopo { e il punto e virgola (;) sono obbligatori; il punto e virgola può essere omesso facendo precedere a } un newline. Spazi e newline aggiuntivi sono permessi. Alcuni esempi di funzioni possono essere visti nel semplice file .profile discusso nei primi capitoli, dove si avevano delle funzioni per ls e ll:
ls() { /bin/ls -sbF "$@";}
ll() { ls -al "$@";}
La prima funzione ridefinisce ls(1) affinchè
le opzioni -sbF
siano sempre fornite dal comando standard /bin/ls e in modo da agire in base all'input fornito, $@. La seconda di queste funzioni prende il valore corrente di ls (la funzione precedente) e aggiunge le opzioni -al
.
Le funzioni sono molto utili negli script di shell. Il seguente script è una versione semplificata di uno script utilizzato per effettuare automaticamente il backup su nastro delle partizioni di sistema.
#!/bin/sh # Script cron per un completo backup del sistema HOST=`/bin/uname -n` admin=frank Mt=/bin/mt Dump=/usr/sbin/ufsdump Mail=/bin/mailx device=/dev/rmt/0n Rewind="$Mt -f $device rewind" Offline="$Mt -f $device rewoffl" # Failure - exit failure () { $Mail -s "Backup fallito - $HOST" $admin << EOF_failure $HOST Script cron backup fallito. A quanto pare non c'è il nastro nel dispositivo. EOF_failure exit 1 } # Dump failure - exit dumpfail () { $Mail -s "Backup fallito - $HOST" $admin << EOF_dumpfail $HOST Script cron backup fallito. A quanto pare non c'è il nastro nel dispositivo. EOF_dumpfail exit 1 } # Success success () { $Mail -s "Backup completato con successo - $HOST" $admin << EOF_success $HOST Script cron backup apparentemente riuscito. Il file /etc/dumpdates è: `/bin/cat /etc/dumpdates` EOF_success } # Conferma nastro nel device $Rewind || failure $Dump 0uf $device / || dumpfail $Dump 0uf $device /usr || dumpfail $Dump 0uf $device /home || dumpfail $Dump 0uf $device /var || dumpfail ($Dump 0uf $device /var/spool/mail || dumpfail) && success $Offline
Questo script illustra alcuni argomenti che sono stati trattati in questo documento. Lo script inizia settando i valori di alcuni parametri. HOST viene inizializzato dall'output di un comando, admin è l'amministratore di sistema, Mt, Dump e Mail sono nomi di programmi, device è il dispositivo speciale usato per accedere al nastro, Rewind e Offline contengono i comandi rispettivamente per riavvolgere e scaricare il nastro usando il riferimento Mt e le necessarie opzioni. Vengono definite tre funzioni: failure, dumpfail e success. Tutte le funzioni in questo script utilizzano la forma here document per realizzare il contenuto della funzione stessa. Si introducono ora gli operatori logici OR (||) e AND (&&); ciascuno è posizionato tra una coppia di comandi. Per l'operatore OR, il secondo comando viene eseguito solamente se il primo comando non è stato completato con successo. Per l'operatore AND, il secondo comando viene eseguito solamente se il primo comando è stato completato con successo.
Lo scopo principale dello script è realizzare i comandi Dump, ad esempio copiando i file system specificati. Prima si tenta di eseguire il riavvolgimento del nastro. Se questo fallisce, || failure, si esegue la funzione failure e si esce dal programma. Se invece questo ha successo si procede con il backup a turno di ogni partizione, ogni volta verificando che questa operazione sia completamente riuscita (|| dumpfail). Se questa operazione non viene eseguita completamente con successo si esegue la procedura dumpfail e si esce. Se l'ultimo backup ha successo si procede con la funzione success ((...) && success). In fine si riavvolge il nastro e lo si manda fuori linea affinchè altri utenti non possano accidentalmente scriverci sopra.
L'espressione condizionale if è disponibile in entrambe le shell, ma con una diversa sintassi.
if condizione1 then lista di comandi se condizione1 è vera (true) [elif condizione2 then lista di comandi se condizione2 è vera (true)] [else lista di comandi se condizione1 è falsa (false)] fi
Le condizioni sono sottoposte usualmente al comando test(1) o [] (Vedere la sezione 9.9.6). L'if e then devono essere separati con un newline o un punto e virgola (;).
#!/bin/sh if [ $# -ge 2 ] then echo $2 elif [ $# -eq 1 ]; then echo $1 else echo Nessun input fi
Sono richiesti degli spazi nel formato della condizione di test(1), uno dopo [ e uno prima di ]. Questo script potrebbe comportarsi in modo differente a seconda che ci siano zero, uno o più argomenti su linea di comando. Iniziando con nessun argomento:
$ ./if.sh Nessun input
Ora con un argomento:
$ ./if.sh one one
E ora con due argomenti:
$ ./if.sh one two two
if (condizione) comando -oppure- if (condizione1) then lista di comandi se condizione1 è vera (true) [else if (condizione2) then lista di comandi se condizione2 è vera (true)] [else lista di comandi se condizione1 è falsa (false)] endif
L'if e then devono stare sulla stessa linea.
#!/bin/csh -f if ( $#argv >= 2 ) then echo $2 else if ( $#argv == 1 ) then echo $1 else echo Nessun input endif
Di nuovo, questo script potrebbe comportarsi in modo differente a seconda che ci siano zero, uno o più argomenti su linea di comando. Iniziando con nessun argomento:
% ./if.csh Nessun input
Ora con un argomento:
% ./if.csh one one
E ora con due argomenti:
% ./if.csh one two two
Per scegliere tra una serie di valori di tipo stringa relativi a un parametro si usa case nella shell Bourne e switch nella shell C.
case parametro in schema1[|schema1a]) lista1 di comandi;; schema2) lista2 di comandi lista2a di comandi;; schema3) lista3 di comandi;; *) ;; esac
Si possono usare validi nomi di file meta-caratteri all'interno dello schema per il confronto. I ;; concludono ogni scelta e possono essere sulla stessa linea della scelta o a seguito di un newline, dopo l'ultimo comando per la scelta. Schemi alternativi per la scelta di un particolare caso sono separati da una barra verticale |, come nel primo schema dell'esempio precedente. I simboli wild card ,? per indicare un generico carattere e * per far corrispondere alcuni caratteri, possono essere usati singolarmente o in modo adiacente per completare stringhe.
Questo semplice esempio illustra come usare l'espressione condizionale case.
#!/bin/sh case $1 in aa|ab) echo A ;; b?) echo "B \c" echo $1;; c*) echo C;; *) echo D;; esac
Quindi quando si esegue lo script con l'argomento posto sulla colonna di sinistra, lo script risponde come sulla colonna di destra:
switch (parametro) case schema1: lista1 di comandi [breaksw] case schema2: lista2 di comandi [breaksw] default: lista di comandi per il comportamento di default [breaksw] endsw
breaksw è opzionale e può essere usato per interrompere lo switch dopo che si è verificata una corrispondenza del valore di tipo stringa del parametro confrontato. Switch non accetta | nella lista degli schemi, ma permette di unire insieme diverse strutture case per fornire un simile risultato. Il seguente script di shell C ha lo stesso comportamento dell'esempio precedente, riferito al case della shell Bourne.
#!/bin/csh -f switch ($1) case aa: case ab: echo A breaksw case b?: echo -n "B " echo $1 breaksw case c*: echo C breaksw default: echo D endsw
Per effettuare un ciclo tra una lista di valori di tipo stringa si possono usare i comandi for e foreach.
for variabile [in lista_di_valori] do lista di comandi done
La lista_di_valori è opzionale, presupponendo $@ se nulla viene specificato. Ogni valore in questa lista viene sostituito sequenzialmente in variabile fino a quando la lista risulta vuota. Possono essere usati wild card, che vengono applicati ai nomi dei file nella directory corrente. Di seguito si illustra il ciclo for che copia tutti i file che finiscono con .old negli stessi nomi che finiscono però con .new. In questi esempi l'utility basename(1) estrae la parte base del nome affinchè si possa modificarne l'estensione.
#!/bin/sh for file in *.old do newf=`basename $file .old` cp $file $newf.new done
foreach variabile (lista_di_valori) lista di comandi end
L'equivalente script in shell C per copiare tutti i file con estensione .old negli stessi file con estensione .new è:
#!/bin/csh -f foreach file (*.old) set newf = `basename $file .old` cp $file $newf.new end
Il comando while permette di effettuare il ciclo sempre che la condizione sia vera.
while condizione do lista di comandi [break] [continue] done
Un semplice script per illustrare il ciclo while è:
#!/bin/sh while [ $# -gt 0 ] do echo $1 shift done
Questo script prende la lista degli argomenti, ne visualizza il primo, quindi effettua uno shift nella lista verso sinistra, perdendo il primo elemento originale. Il ciclo viene ripetuto fino a quando tutti gli argomenti sono stati spostati fuori dalla lista.
$ ./while.sh one two three one two three
while (condizione) lista di comandi [break] [continue] end
Se si vuole che la condizione sia sempre vera si specifica 1 all'interno del test condizionale.
Lo script di shell C equivalente a quello precedente è:
#!/bin/csh -f while ($#argv != 0 ) echo $argv[1] shift end
Questo costrutto di ciclo è solamente disponibile per la shell Bourne.
until condizione do lista di comandi se la condizione è falsa done
La condizione viene verificata all'inizio di ogni ciclo e il ciclo termina quando la condizione è vera.
Uno script equivalente all'esempio del while precedente è:
#!/bin/sh until [ $# -le 0 ] do echo $1 shift done
Si noti che qui si verifica per minore o uguale, piuttosto che per maggiore, poichè il ciclo until viene abilitato da una condizione falsa.
Sia il ciclo until che il while sono solamente eseguiti se la condizione è soddisfatta. La condizione viene valutata prima dell'esecuzione dei comandi.
Le espressioni condizionali vengono valutate per valori veri o falsi. Questo, di solito, viene realizzato con test(1) o equivalentemente con i suoi operatori []. Se la condizione viene valutata vera, viene settato uno stato di uscita zero (TRUE), altrimenti viene settato uno stato di uscita non-zero (FALSE). Se non ci sono argomenti viene settato uno stato di uscita non-zero. Gli operatori utilizzati nelle espressioni condizionali della shell Bourne sono mostrati qui sotto.
Per i nomi di file le opzioni per test(1) sono date con la sintassi seguente:
-opzione
filename
Le opzioni di test(1) disponibili per i file includono:
-r |
vero se il file esiste ed è leggibile |
-w |
vero se il file esiste ed è scrivibile |
-x |
vero se il file esiste ed è eseguibile |
-f |
vero se il file esiste ed è un file regolare (o per csh(1) esiste e non è una directory) |
-d |
vero se il file esiste ed è una directory |
-h o -L |
vero se il file esiste ed è un link simbolico |
-c |
vero se il file esiste ed è un file speciale a caratteri (ad esempio un dispositivo al quale si accede un carattere alla volta) |
-b |
vero se il file esiste ed è un file speciale a blocchi (ad esempio un dispositivo al quale si accede in blocchi di dati) |
-p |
vero se il file esiste ed è un file pipe (fifo) |
-u |
vero se il file esiste ed è setuid (ad esempio ha il bit set-user-id settato a s o S nel terzo bit) |
-g |
vero se il file esiste ed è setgid (ad esempio ha il bit set-group-id settato a s o S nel sesto bit) |
-k |
vero se il file esiste e ha lo sticky bit settato (una t nel nono bit) |
-s |
vero se il file esiste ed ha una dimensione maggiore di zero |
C'è un test per i descrittori di file:
-t [descrittore_file] |
vero se l'aperto descrittore del file specificato (1, stdout(4), di default) è associato ad un terminale |
Ci sono test per le stringhe:
-z stringa |
vero se la lunghezza della stringa è zero |
-n stringa |
vero se la lunghezza della stringa non è zero |
stringa1 = stringa2 |
vero se stringa1 è identica a stringa2 |
stringa1 != stringa2 |
vero se stringa1 non è identica a stringa2 |
stringa | vero se la stringa non è nulla |
Ci sono dei confronti per gli interi:
n1 -eq n2 |
vero se gli interi n1 e n2 sono uguali |
n1 -ne n2 |
vero se gli interi n1 e n2 non sono uguali |
n1 -gt n2 |
vero se l'intero n1 è maggiore dell'intero n2 |
n1 -ge n2 |
vero se l'intero n1 è maggiore o uguale dell'intero n2 |
n1 -lt n2 |
vero se l'intero n1 è minore dell'intero n2 |
n1 -le n2 |
vero se l'intero n1 è minore o uguale dell'intero n2 |
Sono disponibili i seguenti operatori logici:
La shell C possiede un suo set di operatori logici e relazionali built-in. In ordine decrescente di priorità questi sono:
(...) | raggruppa espressioni con ( ) |
~ | inverso (il suo complemento) |
! | negazione logica |
*, /, % | moltiplicazione, divisione, modulo |
+, - | addizione, sottrazione |
<<, >> | shift a sinistra di bit, shift a destra di bit |
<= | minore o uguale |
>= | maggiore o uguale |
< | minore |
> | maggiore |
= = | uguale |
!= | non uguale |
=~ | uguale a stringa |
!~ | non uguale a stringa |
& | AND bit |
^ | XOR bit (or esclusivo) |
| | OR bit |
&& | AND logico |
|| | OR logico |
{comando} | vero (1) se il comando termina con uno stato di uscita 0, falso (0) altrimenti. |
Inoltre la shell C permette richieste sul tipo e sui permessi dei file con gli operatori seguenti:
-r |
ritorna vero (1) se il file esiste ed è leggibile, altrimenti ritorna falso (0) |
-w |
vero se il file esiste ed è scrivibile |
-x |
vero se il file esiste ed è eseguibile |
-f |
vero se il file esiste e non è una directory |
-d |
vero se il file esiste ed è una directory |
-e |
vero se il file esiste |
-o |
vero se l'utente corrente è il proprietario del file |
-z |
vero se il file ha una lunghezza zero (file vuoto) |
Esistono numerose utility per la manipolazione del testo in Unix, come è stato notato attraverso questo documento (esempio ed(1), ex(1), sed(1), awk(1), la famiglia grep e la famiglia roff). Tra gli editor, l'editor visuale (o a schermo pieno) standard su Unix è vi. Questa applicazione comprende un super-set, per così dire, di caratteristiche di ed(1) e di ex(1) (gli editor a linea di Unix).
vi(1) è un editor modale. Questo significa che ha modalità specifiche che permettono l'inserimento del testo, la cancellazione del testo e l'inserimento dei comandi. Si può lasciare la modalità di inserimento premendo il tasto escape. In questo modo ci si porta nella modalità comando. L'editor di linea ex(1) è incorporato in vi(1). Si può passare dalla modalità a schermo pieno a quella a linea di comando (e viceversa) quando si desidera. In modalità vi premere Q per andare in modalità ex. In modaltà ex, al prompt : digitare vi per ritornare in modalità vi. Inoltre è disponibile una modalità di vi(1) in sola lettura, che può essere invocata con view(1).
Un altro editor comune nei sistemi Unix, specialmente nei college e negli ambienti universitari, è emacs (che sta per “editing macros”). Mentre vi(1) è in generale compreso nel sistema operativo Unix, emacs(1) usualmente non lo è. Emacs viene distribuito dalla Free Software Foundation ed è discutibilmente il più potente editor disponibile per Unix. Emacs è un software di sistema molto grande ed è un grossa risorsa di sistema per un utente di computer.
La Free Software Foundation e il progetto GNU (del quale emacs fa parte) sono stati fondati da Richard Stallman e dai suoi soci, i quali credono (come specificato nel manifesto GNU) che condividere il software sia “l'atto fondamentale di amicizia tra programmatori”. La loro General Public License garantisce il diritto d'uso, di modifica e di distribuzione di emacs (incluso il suo codice sorgente) ed è stata progettata specificatamente per impedire a qualcuno di prendersi un profitto finanziario da emacs o da altri software conseguiti attraverso la Free Software Foundation. Molti dei loro software, incluso emacs, sono disponibili via ftp://ftp.gnu.org/pub/gnu/ e http://www.gnu.org/.
Sia vi(1) che emacs(1) permettono di creare file di inizializzazione che possono contenere macro per controllare i settaggi e le funzioni degli editor.
Per configurare l'ambiente di vi(1) certe opzioni possono essere settate con il comando di linea dell'editor :set durante una sessione di editing. In alternativa, le opzioni usate di frequente possono essere automaticamente settate quando viene invocato vi(1), attraverso il file .exrc. Inoltre, questo file può contenere macro per mappare battute di tasti in funzioni usando la funzione map. All'interno di vi(1) queste macro possono essere definite con il comando :map. I caratteri di controllo possono essere inseriti digitando prima Ctrl+V, quindi il carattere di controllo desiderato. Alcune opzioni disponibili in vi(1) sono mostrate qui sotto. Alcuni sistemi Unix non accettano certe di queste opzioni.
:set all | visualizza tutti i settaggi delle opzioni |
:set ignorecase | ignora il maiuscolo e minuscolo di un carattere in una ricerca |
:set list | visualizza tab e return |
:set nolist | mette off l'opzione list |
:set number | visualizza i numeri di linea |
:set nonumber | disattiva i numeri di linea |
:set showmode | visualizza l'indicazione che la modalità di inserimento è on |
:set noshowmode | mette off l'opzione showmode |
:set wrapmargin=n | mette on la modalità word-wrap a n spazi dal margine destro |
:set wrapmargin=0 | mette off l'opzione wrapmargin |
:set warn | visualizza l'avvertimento “Ultima modifica non registrata” |
:set nowarn | mette off l'avvertimento di scrittura warn |
Segue un esempio di file .exrc:
set wrapmargin=10 set number set list set warn set ignorecase map K {!}fmt -80 # riformatta questo paragrafo, {!}, usando fmt a # 80 caratteri per linea map ^Z :!spell # invoca spell, :!, per verificare lo splelling di # una parola (ritorna a vi con Ctrl+D)
Configurare l'ambiente di emacs(1) equivale a creare chiamate a funzioni LISP. emacs(1) è infinitamente personalizzabile tramite variabili emacs, funzioni built-in e attraverso la programmazione Emacs LISP. I settaggi possono essere specificati dal minibuffer (o da linea di comando) durante una sessione emacs. Alternativamente, i settaggi usati di frequente possono essere attivati automaticamente quando viene invocato emacs(1), usando il file .emacs. Benchè una discussione del Emacs LISP vada oltre lo scopo di questo documento, seguono alcuni esempi di configurazioni per emacs(1).
Per settare o verificare variabili emacs o per usare le sue funzioni built-in, si usa il tasto escape (Meta è come emacs(1) si riferisce a questo) seguito dalla lettera x, quindi la variabile o la funzione e i suoi argomenti.
M, x what-line | quale linea è sul cursore? |
M, x auto-fill-mode | mette on word-wrap |
M, x auto-fill-mode | mette off word-wrap |
M, x set-variable <return> fill-column <return> 45 | setta la lunghezza di linea a 45 caratteri |
M, x set-variable <return> auto-save-interval <return> 300 | salva automaticamente il file ogni 300 battute di tasti |
M, x goto-line <return> 16 | muove il cursore alla linea 16 |
M, x help-for-help | invoca l'help di emacs quando Ctrl+h è stato mappato al tasto backspace |
Segue un esempio del file .emacs:
(message "Loading ~/.emacs...") ; I commenti iniziano con un punto e virgola e continuano fino alla fine della linea. (setq text-mode-hook 'turn-on-auto-fill) ;mette on word-wrap (setq fill-column 45) ;lunghezza di linea pari a 45 caratteri (setq auto-save-interval 300) ;salva il file ogni 300 battute di tasti ; Costruisce (o mappa) la funzione di rubout (Ctrl+h) nel tasto backspace (global-set-key "\C-h" 'backward-delete-char-untabify) ; Costruisce la funzione help emacs per la sequenza di battitura "Ctrl+x ?" (global-set-key "\C-x?" 'help-for-help) ; Per saltare alla linea 16, digitare M, #<return>16 (global-set-key "\M-#" 'goto-line) ; Per sapere su che linea si è, digitare M, n (global-set-key "\M-n" 'what-line) (message "~/.emacs loaded.") (message "")
Tutti i comandi in vi(1) sono preceduti dalla pressione del tasto escape. Ogni volta che si deve intraprendere un nuovo comando si deve utilizzare il tasto di escape. Diversamente da dove indicato, vi(1) è case sensitive (sensibile alla differenza minuscolo e maiuscolo).
Comandi movimento cursore:
(n) indica un numero ed è opzionale
(Generalmente funzionano anche i tasti freccia)
Ctrl+F | avanti di una schermata |
Ctrl+B | indietro di una schermata |
Ctrl+D | giù di mezza schermata |
Ctrl+U | su di mezza schermata |
(Ctrl indica il tasto control; il case sensitive non è importante)
H | all'inizio della linea superiore della schermata |
M | all'inizio della linea mediana della schermata |
L | all'inizio dell'ultima linea della schermata |
G | all'inizio dell'ultima linea del file |
(n)G | all'inizio della linea (n) |
0 | (zero) all'inizio della linea |
$ | alla fine della linea |
(n)w | avanti (n) parole |
(n)b | indietro (n) parole |
e | fine della parola |
Inserimento testo:
i | inserimento testo prima del cursore |
a | aggiunta testo dopo il cursore (non sovrascrive altro testo) |
I | inserimento testo all'inizio della linea |
A | aggiunta testo alla fine della linea |
r | sostituisce il carattere posto sotto il cursore con il prossimo carattere digitato |
R | sovrascrive i caratteri fino alla fine della linea (o fino a quando il tasto escape viene digitato per cambiare comando) |
o | (alpha o) inserisce una nuova linea dopo la linea corrente per inserire del testo |
O | (alpha O) inserisce una nuova linea prima della linea corrente per inserire del testo |
Cancellazione testo:
dd | cancella la linea corrente |
(n)dd | cancella (n) linee |
(n)dw | cancella (n) parole |
D | cancella dal cursore fino alla fine della linea |
x | cancella il carattere corrente |
(n)x | cancella (n) caratteri |
X | cancella il carattere precedente |
Comandi di modifica:
(n)cc | modifica (n) caratteri sulla linea fino alla fine della linea (o fino a quando viene digitato il tasto escape) |
cw | modifica i caratteri di una parola fino alla fine della parola (o fino a quando viene digitato il tasto escape) |
(n)cw | modifica i caratteri delle prossime (n) parole |
c$ | modifica il testo alla fine della linea |
ct(x) | modifica il testo alla lettera (x) |
C | modifica il testo rimanente sulla linea corrente (fino a quando viene digitato il tasto escape) |
~ | modifica il minuscolo/maiuscolo del carattere corrente |
J | unisce la linea corrente a quella successiva |
u | annulla l'ultimo comando realizzato sulla linea corrente |
. | ripete l'ultima modifica |
s | sostituisce il carattere corrente con il testo digitato |
S | sostituisce la linea corrente con il testo digitato |
:s | sostituisce vecchie parole con nuove parole :<linee considerate> s/vecchio/nuovo/g |
& | ripete l'ultimo comando di sostituzione (:s) |
(n)yy | “strappa” (n) linee dal buffer |
y(n)w | “strappa” (n) parole dal buffer |
p | inserisce il testo eliminato o “strappato” dopo il cursore |
P | inserisce il testo eliminato o “strappato” prima del cursore |
Manipolazione file:
:w (file) | scrive i cambiamenti nel file specificato (file corrente di default) |
:wq | scrive i cambiamenti nel file corrente e conclude la sessione di editing |
:w! (file) | sovrascrive il file (file corrente di default) |
:q | esce dalla sessione di editing se non sono stati creati cambiamenti |
:q! | esce dalla sessione di editing e scarta eventuali cambiamenti non salvati |
:n | edita il prossimo file nella lista dell'argomento |
:f (nome) | modifica il nome del file corrente in quello specificato |
:r (file) | legge il contenuto del file specificato all'interno del corrente editing e alla corrente posizione del cursore (inserisce un file) |
:!(comando) | escape di shell |
:r!(comando) | inserisce il risultato del comando di shell specificato nella posizione corrente |
ZZ | scrive i cambiamenti nel file corrente ed esce |
I comandi di emacs(1) sono realizzati sia tramite la simultanea pressione del tasto control (indicato da Ctrl+), sia attraverso il primo colpo del tasto di escape (indicato da M,).
Comandi essenziali
Ctrl+h | help |
Ctrl+x, u | undo (annulla operazione precedente) |
Ctrl+x, Ctrl+g | esce dalla operazione o comando corrente |
Ctrl+x, Ctrl+s | salva il file |
Ctrl+x, Ctrl+c | chiude emacs(1) |
Movimenti cursore
Ctrl+f | avanti di un carattere |
Ctrl+b | indietro di un carattere |
Ctrl+p | linea precedente |
Ctrl+n | linea successiva |
Ctrl+a | inizio linea |
Ctrl+e | fine linea |
Ctrl+l | al centro della corrente linea sullo schermo |
Ctrl+v | sfoglia avanti |
M, v | sfoglia indietro |
M, f | avanti di una parola |
M, b | indietro di una parola |
M, a | inizio periodo |
M, e | fine periodo |
M, { | inizio paragrafo |
M, } | fine paragrafo |
M, < | inizio buffer |
M, > | fine buffer |
Altre funzioni importanti
M, (n) | ripete il prossimo comando (n) volte |
Ctrl+d | cancella un carattere |
M, d | cancella una parola |
Ctrl+k | elimina linea |
M, k | elimina periodo |
Ctrl+s | ricerca in avanti |
Ctrl+r | ricerca al rovescio |
M, % | sostituzione di query |
M, c | capitalizza parola |
M, u | parola in lettere maiuscole |
M, l | parola in lettere minuscole |
Ctrl+t | commuta caratteri |
M, t | commuta parole |
Ctrl+@ | marca l'inizio di una regione |
Ctrl+w | taglia/cancella tutto dalla marcatura al punto |
Ctrl+y | incolla il testo eliminato o “strappato” all'interno della locazione corrente |
M, q | riformatta il paragrafo |
M, g | riformatta ogni paragrafo nella regione |
M, x auto-fill-mode | mette on word wrap |
M, x set-variable <return> fill-column <return> 45 | setta la lunghezza di linea a 45 caratteri |
M, x goto-line <return> 16 | muove il cursore alla linea 16 |
M, w | copia la regione marcata |
Ctrl+x, Ctrl+f | cerca un file e lo legge |
Ctrl+x, Ctrl+v | cerca e legge un file alternativo |
Ctrl+x, i | inserisce un file alla posizione corrente |
Ctrl+x, Ctrl+s | salva il file |
Ctrl+x, Ctrl+w | scrive il buffer in un file differente |
Ctrl+x, Ctrl+c | esce da emacs(1) e chiede di salvare |
Nella tabella che segue vengono riassunti i comandi maggiormente usati su un sistema Unix. In questa tabella, come in generale avviene, per molti comandi Unix, file può essere un nome di file, una lista di nomi di file o input/output che potrebbe essere rediretto per o dal comando.
Tabella 11-1. Comandi Unix
Comando/Sintassi | Cosa fa |
---|---|
awk/nawk [opzioni] file | esamina schemi in un file e processa i risultati |
cat [opzioni] file | concatena (lista) un file |
cd [directory] | cambia directory |
chgrp [opzioni] gruppo file | cambia il gruppo di appartenenza di un file |
chmod [opzioni] file | cambia i permessi di accesso a file o directory |
chown [opzioni] proprietario file | cambia il proprietario di un file; può essere solo fatto dal super-user |
chsh (passwd -e/-s) username login_shell | cambia la shell di login dell'utente (spesso solamente attraverso il super-user) |
cmp [opzioni] file1 file2 | confronta due file e mostra dove avvengono le differenze (file di testo e file binari) |
compress [opzioni] file | comprime il file specificato e lo salva con l'estensione .Z |
cp [opzioni] file1 file2 | copia file1 in file2; file2 non dovrebbe già esistere. Questo comando crea o sovrascrive file2 |
cut (opzioni) [file] | taglia specifici campi/caratteri dalle linee del file specificato |
date [opzioni] | riporta data e ora corrente |
dd [if=infile] [of=outfile] [operando=valore] | copia un file, converte tra ASCII e EBCDIC o scambia l'ordine di byte, come specificato |
diff [opzioni] file1 file2 | confronta i due file e visualizza le differenze (solamente file di testo) |
df [opzioni] [risorsa] | riporta il sommario dei blocchi del disco e degli inode liberi e usati |
du [opzioni] [directory o file] | riporta lo spazio di disco usato |
echo [stringa di testo] | riporta la stringa di testo specificata in standard output |
ed o ex [opzioni] file | editor a linea di comando |
emacs [opzioni] file | editor a schermo-pieno |
expr argomenti | valuta gli argomenti. Usato per l'aritmetica, ecc. in shell |
file [opzioni] file | classifica il tipo di file |
find directory [opzioni] [azioni] | cerca file basandosi sul tipo o su uno schema |
finger [opzioni] user[@nomehost] | riporta informazioni circa gli utenti di macchine locali e remote |
ftp [opzioni] host | trasferisce file utilizzando il protocollo di trasferimento di file (FTP) |
grep [opzioni] 'stringa di ricerca' argomento | ricerca nell'argomento (in questo caso probabilmente un file) tutte le occorrenze della stringa di ricerca specificata e le visualizza |
egrep [opzioni] 'stringa di ricerca' argomento | |
fgrep [opzioni] 'stringa di ricerca' argomento | |
gzip [opzioni] file | comprime o decomprime un file. I file compressi vengo memorizzati con l'estensione .gz |
gunzip [opzioni] file | |
zcat [opzioni] file | |
head [-numero] file | mostra le prime 10 (o numero di) linee di un file |
hostname | mostra o setta (solamente super-user) il nome della macchina attuale |
kill [opzioni] [-SEGNALE] [pid#] [%job] | manda un segnale al processo specificato dal numero di processo id (pid#) o dal numero di controllo del job (%n). Il segnale di default termina il processo |
ln [opzioni] sorgente destinazione | crea un collegamento di nome destinazione a sorgente |
lpq [opzioni] | mostra lo stato dei job di stampa |
lpstat [opzioni] | |
lpr [opzioni] file | stampa sulla stampante specificata |
lp [opzioni] file | |
lprm [opzioni] | rimuove un job di stampa dalla coda di stampa |
cancel [opzioni] | |
ls [opzioni] [directory o file] | elenca il contenuto della directory specificata o i permessi del file specificato |
mail [opzioni] [user] | semplice utility per la posta elettronica disponibile su un sistema Unix. Si digita un punto come primo carattere su una nuova linea per trasmettere il messaggio, un punto interrogativo per richiamare l'help |
mailx [opzioni] [user] | |
Mail [opzioni] [user] | |
man [opzioni] comando | mostra la pagina di manuale (man) del comando specificato |
mkdir [opzioni] directory | crea una directory |
more [opzioni] file | impaginatore di un file testuale |
less [opzioni] file | |
pg [opzioni] file | |
mv [opzioni] file1 file2 | muove file1 in file2 |
od [opzioni] file | dump su un file binario, in ottale, in ASCII, in esadecimale, in decimale o in modalità carattere. |
passwd [opzioni] | setta o modifica la propria password |
paste [opzioni] file | incolla campi nelle linee del file specificato |
pr [opzioni] file | filtra il file e lo stampa su un terminale |
ps [opzioni] | mostra lo stato dei processi attivi |
pwd | stampa la directory di lavoro (corrente) |
rcp [opzioni] nomehost | copia file in remoto dalla macchina corrente in un'altra macchina |
rlogin [opzioni] nomehost | effettua il login in remoto su un'altra macchina |
rm [opzioni] file | rimuove (elimina) un file o una directory (-r elimina
ricorsivamente la directory ed il suo contenuto) (-i chiede
conferma prima di eliminare i file) |
rmdir [opzioni] directory | rimuove una directory |
rsh [opzioni] nomehost | shell remota da eseguire su un'altra macchina |
script file | memorizza ogni cosa che appare sullo schermo in un file fino a quando si esegue exit |
sed [opzioni] file | editor di flusso per editare file da uno script o da linea di comando |
sort [opzioni] file | ordina le linee del file specificato basandosi sulle opzioni scelte |
source file | legge i comandi dal file specificato e li esegue nella shell corrente. source per la shell C, . per la shell Bourne |
. file | |
strings [opzioni] file | riporta sequenze di 4 o più caratteri stampabili terminanti in <NL> o <NULL>. Generalmente viene usato per ricercare in file binari stringhe ASCII |
stty [opzioni] | setta o visualizza le opzioni del terminale di controllo |
tail [opzioni] file | mostra le ultime linee (o parte) di un file |
tar [opzioni] [file] | archivio a nastro--riferirsi alle pagine man per dettagli su come creare, elencare ed estrarre file da un archivio. I file tar possono essere memorizzati su disco o su nastro. |
tee [opzioni] file | copia standard output in uno o più file |
telnet [host [porta]] | comunica con un altro host usando il protocollo telnet |
touch [opzioni] [data/ora] file | crea un file vuoto o aggiorna la data/ora di accesso di un file esistente |
tr [opzioni] stringa1 stringa2 | traduce i caratteri di stringa1 provenienti da standard input in quelli di stringa2 per standard output |
uncompress file.Z | decomprime il file specificato e lo salva in un file |
uniq [opzioni] file | rimuove le linee ripetute in un file |
uudecode [file] | decodifica un file codificato con uuencode, riportandolo al file originale |
uuencode [file] nuovo_nome | codifica un file binario in codice ASCII 7-bit; utile quando lo si trasmette via email, per essere poi decodificato come nuovo_nome alla destinazione |
vi [opzioni] file | editor visuale, a pieno schermo |
wc [opzioni] [file] | mostra il numero di parole (o di caratteri o di linee) del file specificato |
whereis [opzioni] comando | riporta le locazioni del binario, del sorgente e della pagina man per il comando specificato |
which comando | riporta il percorso del comando o l'alias di shell in uso |
who o w | riporta chi è “loggato” e quali processi ha in esecuzione |
zcat file.Z | concatena (lista) il file non compresso a video, lasciando il file compresso su disco |
Tabella 12-1. Una breve bibliografia Unix
Titolo | Autori | Editore | Anno pub. |
---|---|---|---|
UNIX: concetti, strutture, utilizzo | James R. Groff, Paul N. Weinberg | Jackson | 1988 |
Guida completa Unix System V. Release 4 | Coffin Steven | Mc Graw Hill | 1991 |
Introduzione all'architettura di sistema Unix | Prabhat K. Andleigh | Jackson | 1991 |
Usare Unix senza fatica | John R. Levine, Margaret Levine Young | Mc Graw Hill | 1993 |
La grande guida Unix | John J. Valley | Jackson | 1993 |
Shell Unix guida alla programmazione | Arthur, Burns | Mc Graw Hill | 1998 |
Introduzione alla struttura interna di Unix | Le Van Huu | Unicopli | 1998 |
Unix guida completa | Rosen, Host, Farber, Rosinski | Mc Graw Hill | 1999 |
Gestione del sistema operativo Unix | Bruno Catalano, Ezio Raddi | Città Studi | 2000 |
Guida a Unix seconda edizione | Hahn H. | Mc Graw Hill | 2000 |
I segreti di Unix Seconda edizione | Armstrong James | Apogeo | 2000 |
Guida a Unix con Linux | Jack Dent, Tony Gaddis | Apogeo | 2001 |
Introduzione a Unix | David L. Schwartz | Apogeo | 2001 |
Unix manuale per l'amministratore di sistema - terza edizione | Nemeth Evi, Snyder Garth, Seebass Scott, Hein Trent | Pearson Education Italia | 2002 |
struttura di dati che contiene alcune informazioni (come password, nome reale, username, indirizzo, ecc.) relative a un utente
meccanismo che permette di invocare un comando (o una combinazione di comandi) attraverso un nome pseudonimo precedentemente assegnato
riferito alla modalità di gestione dell'esecuzione di un processo in shell corrente: la shell non aspetta la fine di tale processo ma continua la sua normale esecuzione
Vedere: sezione 5.5
caratteri speciali utilizzati per inserire in una stringa l'output del comando specificato tra questi caratteri
Vedere: sezione 9.2
comandi incorporati nel codice della shell
Vedere: sezione 5.1
distinzione tra lettere maiuscole e lettere minuscole
è la directory dell'utente, nella quale ci si ritrova (in generale) dopo la fase di login
Vedere: sezione 3.6
è la directory padre di tutte le altre directory (indicata spesso con il segno /)
Vedere: sezione 2.2
strumenti per manipolare testi (programmi, ecc.)
Vedere: Capitolo 10
sta per “end of file” e indica la fine del file
nome del file
architettura formata da un insieme di strutture dati che permetto di organizzare e gestire i dati su disco
Vedere: sezione 2.2
riferito alla modalità di gestione dell'esecuzione di un processo in shell corrente: la shell aspetta che il processo termini prima di riprendere la sua esecuzione
Vedere: sezione 5.5
numero che identifica in maniera univoca un gruppo di utenti su un sistema Unix
Vedere: sezione 3.1.4
nome che identifica un gruppo su un sistema Unix
Vedere: sezione 3.1.4
link fisico tra due file
Vedere: sezione 8.1.7
speciale forma di quoting
Vedere: sezione 9.6
storia dei comandi digitati precedentemente
Vedere: sezione 5.6
struttura di dati contenente informazioni sui file
Vedere: sezione 2.3
sinonimo di processo
è il cuore del sistema operativo, il posto in cui sono caricati tutti i driver per i device, gestisce i processi, le operazione di I/O, ecc.
riferito sia al nome utente di un account Unix (login username) sia alla fase (fase di login) di accesso a un sistema Unix (login+password) (il riferimento risulta chiaro dal contesto)
Vedere: sezione 3.1
pagina del manuale di un sistema Unix
Vedere: sezione 3.5
file system a più livelli organizzati in gerarchia
Vedere: sezione 2.2
o multi-tasking; capacità del sistema operativo che permette di eseguire più programmi (processi) senza doverne aspettare la terminazione sequenziale
Vedere: sezione 2.1
capacità del sistema operativo che permette di gestire più utenti contemporaneamente
Vedere: sezione 2.1
operating system, sistema operativo
codice segreto di un account Unix utilizzato per autenticare un utente nel sistema
Vedere: sezione 3.1 e sezione 3.1.2
percorso dei nomi, che indica i “rami” del file system (directory separate da un /) che bisogna attraversare per raggiungere un determinato file o directory
Vedere: sezione 2.2
schema
meccanismo che porta l'output di un comando nell'input di un altro
Vedere: sezione 6.2
tecnica di interpretazione di una stringa da parte della shell
Vedere: sezione 9.3
programma scritto nel linguaggio della shell
Vedere: sezione 9.1
interprete a linea di comando. È l'interfaccia tra l'utente e il sistema operativo (kernel)
Vedere: Capitolo 5
link simbolico (collegamento tramite path name) tra due file o directory
Vedere: sezione 8.1.7
sono delle procedure (routine) standard, che i programmi utente utilizzano per accedere ai servizi che il kernel mette a disposizione
Vedere: sezione 2.1
dispositivo standard di errori (terminale di default)
Vedere: sezione 6.1
dispositivo standard di ingresso (tastiera di default)
Vedere: sezione 6.1
dispositivo standard di uscita (terminale di default)
Vedere: sezione 6.1
o root, utente speciale che amministra un sistema Unix
numero che identifica univocamente l'utente su un sistema Unix
Vedere: sezione 3.1.4
o user, nome di un utente Unix (utilizzato nella fase di login)
Vedere: sezione 3.1.4
modalità di esecuzione di un comando che fornisce molte informazioni addizionali (utile per gli utenti novizi)
anche conosciuti come meta-caratteri, sono caratteri speciali utilizzati in alcune circostanze per il confronto/sostituzione di caratteri
Vedere: sezione 6.4
meccanismo che invia alla prossima riga l'intera parola fuori margine
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